monastero di Santa Maria del Gradaro 1453 - 1775
Monastero benedettino olivetano maschile.
Gli olivetani si installarono al Gradaro nel 1454 per volontà di Pio V, dietro supplica del marchese Ludovico Gonzaga e della moglie Barbara di Brandeburgo. Gli olivetani presero possesso delle strutture occupate già nel XIII secolo dai canonici di San Marco, comunità regolare maschile e femminile pressoché estintasi nel XV secolo e passata in commenda una prima volta negli anni '30 del secolo e nuovamente dal 1449 al 1451 (Pecorari 1966, pp. 5-11). Non si conosce molto sulla vita dei monaci del Gradaro. I religiosi dovettero da subito occuparsi del restauro delle strutture monastiche, ridotte in grave degrado (Pecorari 1966, p. 19); la comunità, che appare sempre composta da un ridotto numero di monaci, visse in ristrettezze e dovette spesso far ricorso alla benevolenza dei Gonzaga. Il restauro e rifacimento delle strutture monastiche proseguì a lungo e non era ancora completato nel 1477 (Pecorari 1966, p. 19). Il monastero visse un momento di splendore negli anni 1514-1516, quando fu retto dal priore Girolamo Scolari che si occupò della ristrutturazione della chiesa monastica e dell'acquisizione della pieve di Guidizzolo (Pecorari 1966, pp. 13-14). La comunità si trovava invece in grande crisi all'inizio del XVII secolo, in conseguenza della guerra di successione di Mantova e della peste del 1630; a causa dei problemi economici non potè provvedere tempestivamente al restauro delle strutture monastiche gravemente danneggiate dalle battaglie (Pecorari 1966, p. 11), i cui danni furono riparati solo dopo il 1652 (Pecorari 1966, p. 20). Si richiedette per questo la presenza al Gradaro di monaci veronesi che potessero riportare il monastero allo splendore morale e strutturale, purché i monaci mantovani potessero mantenere inalterata la loro indipendenza dal Veneto. La riforma introdotta dall'abate Pepoli dovette avere successo, dato che il monastero scampò ai decreti di soppressione di Innocenzo X del 1652 e gli olivetani continuarono a vivere a Santa Maria fino al 1701. Da quell'anno e fino al 1708 i i pochi monaci olivetani si trasferirono "nella canonica della parrocchia di Santo Stefano, presso Santa Maria del Popolo" (Pecorari 1966, pp. 12-13) per lasciare temporaneamente il monastero alle canonichesse lateranensi di Santa Maria Annunziata di Borgo San Giorgio, che erano state trasferite al Gradaro a causa dei pericoli a cui potevano essere sottoposte le monache nella loro sede suburbana (Pecorari 1966, p. 12). Secondo il "Ruolo delle famiglie Regolari della città e dello Stato di Mantova" redatto nella seconda parte del XVIII secolo, al Gradaro si trovavano undici monaci (Vaini 1980 b, p. 22). In seguito alle disposizioni governative del 7 novembre 1774 e del ministro plenipotenziario e vice governatore Firmian del 28 gennaio 1775, il monastero di San Cristoforo di Mantova passò dai celestini agli olivetani del Gradaro, che fu demanializzato. Sempre secondo un ordine di Firmian emanato il 9 marzo 1775, il 19 maggio dello stesso anno il vicario generale della diocesi, Carlo Nonio, procedette alla canonica profanazione della chiesa di Santa Maria (Pecorari 1966, p. 13).
ultima modifica: 12/06/2006
[ Diana Vecchio ]
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/11500363/