monastero di San Benedetto 1136 - 1550

Monastero benedettino maschile.
Il monastero di San Benedetto di Vall'Alta è stato ritenuto a lungo cistercense dalla storiografia, sulla base di erronee considerazioni, tra cui quella di rapporti e accordi tra san Bernardo e il fondatore del cenobio, il vescovo di Bergamo Gregorio (Merati 2001 a, p. 37; Locatelli, Da Re 1986, pp. 219-220). Il monastero di Vall'Alta venne istituito entro il 1136: l'atto di fondazione, del 7 aprile di quell'anno, faceva riferimento a una chiesa intitolata a san Benedetto fondata con il beneplacito di Innocento II, del clero, dei nobili e della cittadinanza di Bergamo, dove sarebbero vissuti dei monaci seguendo la regola di san Benedetto (Kehr 1913, p. 390; Sala, Spinelli 1986, p. 66; Locatelli, Da Re 1986, pp. 220-221). Si riporta anche il nome del primo abate, Ansuino (Locatelli, Da Re 1986, p. 221); nel documento si tace, ma si intuisce, la provenienza dei primi monaci da un'altra struttura cenobitica (Sala, Spinelli 1986, p. 66). Gregorio sottopose il monastero alla protezione vescovile, riservandosi il diritto di consacrare l'abate e stabilendo il versamento di un canone annuo di dodici libbre di cera alla sede episcopale (Locatelli, Da Re 1986, pp. 220-221); la chiesa monastica venne consacrata ufficialmente il 24 maggio 1142. Il vescovo fu anche il primo benefattore del cenobio, cui donò terre, boschi e pertinenze presso Vall'Alta (Locatelli, Da Re 1986, pp. 220-221). Ai beni già donati al momento della fondazione, tra cui la cappella di San Salvatore di Bergamo con i beni ad essa pertinenti (Spinelli 1984 a, p. 37; Locatelli, Da Re 1986, p. 31), se ne aggiunsero presto altri in Valle Altina, una parte del monte Pelsino, il monte Armentarca e, dal 1180, la chiesa di Santa Maria in Campania, sita probabilmente a Torre Pallavicina (Locatelli, Da Re 1986, p. 230). Alla fine del secolo anche Giovanni da Fiumicello, vescovo di Brescia, beneficò il monastero di Vallalta donandogli delle cappelle site nell'episcopato bresciano (Locatelli, Da Re 1986, p. 222). Una importante acquisizione per il monastero si verificò nel 1146, quando il vescovo di Trento Altemanno concesse a Vall'Alta il monastero di San Lorenzo all'Adige di Trento; decisione confermata l'anno dopo dal patriarca di Aquileia, cui era soggetta la chiesa trentina (Sala, Spinelli 1986, p. 68; Locatelli, Da Re 1986, p. 222). Più volte i monaci di San Lorenzo cercarono di svincolarsi dal controllo di San Benedetto, a cui competeva tra l'altro la conferma dell'elezione abbaziale: questa resistenza diede origine a diversi dibattiti e cause (Locatelli, Da Re 1986, pp. 223-224) che si inaspriorono nel XIII secolo quando il monastero di San Lorenzo di Trento passò ai frati predicatori, non senza resistenze dei monaci e ingerenze varie dell'abate e dei monaci di Vall'Alta su questioni giurisdizionali e patrimoniali relative a San Lorenzo (Sala, Spinelli 1986, pp. 75-76). Il prestigio spirituale e la conseguente potenza economica del monastero di Vall'Alta continuarono nel corso del XIII secolo (Locatelli, Da Re 1986, pp. 223-224), per conoscere un inevitabile declino dal 1333 in poi, con l'abbaziato di Giovanni da Castello, sotto il cui governo il monastero contrasse debiti, eseguì alienazioni sconvenienti per il patrimonio e dovette affrontare cause per questioni economiche e giurisdizionali, risoltesi in più di un caso con sequestri di beni (Locatelli, Da Re 1986, p. 225). Alla crisi finanziaria seguì la riduzione dei membri della comunità monastica, solo quattro nel 1387 ossia l'abate, due monaci e un converso. A questa situazione di difficoltà non si riuscì a far fronte nemmeno durante l'abbaziato dell'insigne canonista Manfredo della Croce, dal 1391 al 1404. Il passaggio al XV secolo fu segnato dal collasso del monastero, teatro di assedi e lotte, con la comunità ridotta ai minimi termini: continuarono i problemi, le liti e cause giudiziarie e la cattiva amministrazione dell'ente portò nel 1437 al passaggio in commenda. In quell'anno il monastero era occupato da due soli monaci (Locatelli, Da Re 1986, pp. 223-226). La storia del monastero di Vall'Alta termina con il 1550, con la morte dell'ultimo professo del monastero (Spinelli 1984 a, p. 35); l'ente, ridotto a mero bene fiscale, fu incamerato il 2 aprile 1789 dalla Repubblica di Venezia (Locatelli, Da Re 1986, p. 226).

ultima modifica: 12/06/2006

[ Diana Vecchio ]