monastero di San Martino in Castro sec. XIV - 1468
Monastero celestiniano maschile.
Sorgeva a ridosso delle fortificazioni del castello di Brescia, alle pendici del colle Cidneo; gli edifici furono abbattuti all'inizio del XVI secolo dai francesi, che costruirono al loro posto il bastione di fronte a San Pietro in Oliveto (Villari 1986, p. 56). I celestini si insediarono a San Martino in Castro all'inizio del XIV secolo, nella struttura precedentemente occupata da una comunità canonicale femminile istituita probabilmente nel XII secolo, riconosciuta dai papi Alessandro III e da Alessandro IV e sottoposta alla protezione apostolica dal 1257 (Archetti 2004 a, p. 25). Non si conosce l'anno esatto del passaggio di San Martino dalle canonichesse ai celestini; sicuramente entro il 1336, anno del primo documento che li riguardava, regestato nell'indice settecentesco dei documenti del cenobio (Indice San Desiderio, 1751, p. 2). L'arrivo dei celestini a Brescia può essere ulteriormente retrodatato all'inizio del XIV secolo, in base alla testimonianza fornita da un registro della Mensa Vescovile di Brescia, risalente al 1304, (Registro 25 f. 225v), in cui si cita un "domino fratre Thomaxio priore ecclesie Sancti Martini de Castro Brixie". E' possibile quindi che l'arrivo dei celestini a Brescia si sia verificato durante l'episcopato di Berardo Maggi, pressoché contemporaneamente a quanto accadde a Bergamo dove verso il 1310 i celestini furono chiamati dal cardinal Longhi nei monasteri cittadini di San Nicolò e Santo Spirito (Lunardon 1984, p. 15): favorendo l'ingresso dei celestini a Brescia, il vescovo avrebbe potuto riguadagnare alla dipendenza dell'ordinario diocesano il piccolo monastero. Si hanno scarse notizie sulla vita dei celestini nel corso del XIV secolo, testimoniate da pochissimi documenti. Per quanto riguarda la situazione patrimoniale, dall'analisi dell'Inventario monastico emerge come i celestini abbiano ereditato in buona parte il patrimonio delle canonichesse di San Martino, ampliandolo nel corso del tempo. Nel XV secolo i beni dei celestini si distribuivano in Franciacorta a Monticelli Brusati, Paderno, Cellatica; presso la città a Botticino, Mompiano, Costalunga, Lambaraga; in città, in contrada Pedrioli; a Salò e sulla Riviera gardesana (Indice San Desiderio 1751, p. 2). Nel 1433 i celestini furono obbligati a lasciare il convento di San Martino che era stato danneggiato nel corso delle continue battaglie combattute sulle pendici del Cidneo, dove non era permesso effettuare lavori di restauro e ricostruzione. Desiderando rimanere a Brescia, essi si rivolsero al vescovo Malipier che concesse loro il monastero suburbano di Sant'Eustacchio fuori le mura con il benestare del preposito di Toscolano, da cui la struttura dipendeva (Vecchio 2003 b, pp. 17-19). I celestini vissero a Sant'Eustacchio fino al 1468 (Kehr 1913, p. 315) quando in seguito a una permuta con il vescovo Malipier e all'approvazione papale occuparono l'ex-canonica di San Desiderio (Vecchio 2003 b, p. 19).
ultima modifica: 12/06/2006
[ Diana Vecchio ]
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