monastero di San Desiderio 1468 - 1772
Monastero celestiniano maschile.
I celestini si trasferirono a San Desiderio nel 1468 (Kehr 1913, p. 315), provenienti dal convento extraurbano di Sant'Eustacchio dove erano giunti nel 1433, dopo aver lasciato la primitiva sede di San Martino "in Castro". Nei secoli XII - XIV San Desiderio aveva ospitato una piccola comunità canonicale maschile istituita probabilmente all'inizio del XII secolo, passata nel XV secolo in beneficio a religiosi bresciani e quindi ai serviti di Sant'Alessandro (Vecchio 2003 b, pp. 7-17). In seguito a una permuta con il vescovo Bartolomeo Malipier i celestini ottennero negli anni Sessanta del secolo la canonica di San Desiderio (Vecchio 2003 b, p. 19). La data 1468 fa verosimilmente riferimento al riconoscimento di questo passaggio da parte dall'autorità papale (Kehr 1913, p. 315). Il possesso di San Desiderio fu conteso ai celestini per tutto il XV secolo e si risolse definitivamente solo nel 1497, in seguito a una causa tra i monaci e i serviti di Sant'Alessandro, che si risolse con la vittoria dei celestini (Vecchio 2003 b, p. 20). Scarse notizie si hanno sulla situazione economica del cenobio: i monaci mantennero a quanto sembra i loro possedimenti in Brescia, nel suburbio e in Franciacorta, amministrandoli con attenzione, come testimoniano le ricognizioni patrimoniali dei loro possedimenti fatte eseguire a Mompiano, Costalunga e Paderno (Indice San Desiderio, 1751, pp. 8 e 16-20). Poche sono le conoscenze sulla comunità anche per il periodo successivo. Nel XVI secolo i monaci diedero avvio a un rifacimento delle strutture della ex-canonica, che venne ampliata acquisendo le case vicine, e procedettero al restauro della chiesa: il complesso monastico rimase, anche dopo queste migliorie "di dimensioni e struttura piuttosto modeste" (Terraroli, Zani, Corna Pellegrini 1989, p. 92). Nel 1580 Carlo Borromeo, nel corso della visita apostolica alla diocesi di Brescia, visitò la chiesa e il convento: la comunità era composta da tre sacerdoti e un converso (Turchini, Archetti 2003, p. 140). Nella stessa visita pastorale si osservava, a proposito dell'attiguo monastero delle convertite: "Clausura non est satis tuta, ulla ex parte cohaeret cum fratribus Sancti Desiderii, in quo monasterio commorantur duo fratres" (Turchini, Archetti 2003, p. 407). Nel 1653 venne decretata la soppressione del monastero, ma il provvedimento fu presto annullato "per supplica della città" (Indice San Desiderio, 1751, p. 5). Nel 1772 il monastero venne definitivamente soppresso (Brunati 1843, p. 71; Cocchetti 1858, p. 114).
ultima modifica: 12/06/2006
[ Diana Vecchio ]
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