monastero dei Santi Felice e Fortunato 1294 - 1445
Monastero benedettino femminile.
Secondo la tradizione il monastero era situato vicino a una fontana pubblica coperta da una tettoia, da cui prese la denominazione di Santi Felice e Fortunato "di fontana coperta" (Guerrini 1933, pp. 57-58). Secondo la storiografia locale, presso la chiesa nei secoli X - XII sorse una canonica agostiniana femminile, fondata probabilmente da un vescovo vicentino su beni allodiali di Santa Giulia (Guerrini 1933, pp. 57-58). In seguito all'estinzione della comunità agostiniana, entro la metà del XIII secolo, la chiesa e i relativi beni furono concessi al monastero cistercense di Santa Maria della Colomba di Manerbio (Guerrini 1933, p. 59) e nel novembre 1294 le monache manerbiesi, per volontà del vescovo Berardo Maggi, furono trasferite nell'ex-canonica: il provvedimento era stato deciso per garantire alle religiose maggior sicurezza e protezione dal pericolo di violenze e invasioni da parte degli eserciti guelfi e ghibellini in lotta, come succedeva nel contado. Al di là di queste poche notizie, non si conosce quasi nulla del primo secolo di permanenza delle monache manerbiesi ai Santi Felice e Fortunato; si presume che esse abbiano continuato a gestire il patrimonio fondiario originario e che, al pari delle altre realtà religiose bresciane, abbiano subito nel corso del XIV secolo una crisi istituzionale e spirituale. Sembra che la comunità fosse priva di clausura e, secondo quanto riferito da una fonte settecentesca, nel 1407 il monastero, deserto, fu acquisito coi relativi beni dall'arciprete della cattedrale di Brescia, che li refutò nel 1428 al vescovo di Brescia (Repertorio Santa Maria di Pace, 1732, p. 6; Guerrini 1933, p. 66). La rinascita della comunità monastica dei Santi Felice e Fortunato si deve a Orsina Alberti di Piacenza, monaca proveniente dal cenobio dei Santi Cosma e Damiano che si era allontanata dalla sua comunità, in stato di forte crisi e divisa tra due badesse che ne reclamavano il governo (Guerrini 1933, pp. 65-66). Nel 1435 Eugenio IV si rivolse all'abate del monastero di Sant'Eufemia affinchè Orsina fosse costituita badessa del monastero dei Santi Felice e Fortunato (Repertorio Santa Maria di Pace, 1732, p. 7), dove ella si installò con alcune consorelle (Bezzi, Boschi, Navarrini 1980, p. 52). La badessa si impegnò fortemente per la cura dell'istituzione: i suoi sforzi furono coronati nel 1445 dalla concessione della vicina chiesa e strutture di Santa Maria di Pace, che il vescovo Pietro da Monte donò alle monache affinché si rifabbricasse e ingrandisse il monastero, ormai pienamente riconosciuto dall'autorità episcopale (Guerrini 1933, p. 66). Nel 1447 si iniziò la costruzione del nuovo ente religioso, sotto il titolo di "Santa Maria di Pace" (Bezzi, Boschi, Navarrini 1980, p. 52).
ultima modifica: 12/06/2006
[ Diana Vecchio ]
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