priorato di San Pietro in Lamosa 1083 - 1535
Priorato cluniacense maschile.
Le prime notizie su San Pietro in Lamosa risalgono al dicembre 1083, quando Ambrogio e Oprando figli del fu Alberto della famiglia bergamasca dei da Ticengo donarono "pro anima" a Cluny i loro beni siti a Provaglio d'Iseo, tra cui una chiesa intitolata a san Pietro apostolo, risalente secondo la storiografia locale alla metà dell'XI secolo (Pagnoni 1994, p. 24). La prima menzione di un priorato a Provaglio si ha nel 1095, nella bolla di conferma dei beni di Cluny inviata da Urbano II all'abate Ugo, in cui venivano indicate anche le le celle dipendenti site a Trigolo e Alfianello (Spinelli 1979-1981, p. 515): l'origine del priorato si può quindi attribuire agli anni 1083-1095. Nella bolla di Onorio II indirizzata all'abate Pietro del 1125 "Provalium" veniva ricordata al quindicesimo posto tra i beni confermati a Cluny: in questa occasione era indicata come ente autonomo. Nel 1144 il priorato di San Pietro fu incaricato di riscuotere il censo che la pieve di Iseo doveva a Cluny per la cappella dei Santi Gervasio e Protasio di Clusane d'Iseo, distaccata dal monastero di San Paolo d'Argon. A questo proposito si osservi che al "solenne atto [di passaggio della cappella di Clusane da Argon alla pieve di Iseo] ... intervennero il priore di Pontida ... di Montanaso ... Vertemate ... Lodi e Quinzano, ma non intervennero né quello di Argon né quello di Provaglio né quello di Rodengo, vale a dire quei priori che, per ragioni di vicinanza, erano i più interessati alla sistemazione di quella cappella. E' quindi assai probabile che ciascuno dei tre suddetti priorati si fosse candidato alla gestione ... di Clusane ... può darsi che la salomonica decisione presa a Cluny abbia voluto fare piazza pulita dei vari contendenti locali a esclusivo vantaggio della casa madre. La cosa è tanto più notevole in quanto al priore di Provaglio, e cioè al più vicino a Clusane, venne dato l'incarico di ricevere ogni anno il censo dovuto a Cluny alla pieve di Iseo" (Spinelli 2002 b, p. 30). Per quanto riguarda il secolo successivo, le relazioni dei visitatori dell'ordine cluniacense offorno alcune notizie a proposito del priorato. Si sa che nel 1270, in un periodo di grave crisi politico-istituzionale nel territorio bresciano, solo Clusane e Provaglio assolvevano "competenter" i compiti di cura d'anime e ospitalità (Spinelli 2002 b, p. 33); nel 1274 la cappella di Clusane passò alle dirette dipendenze di Provaglio (Spinelli 2002 b, p. 33). All'inizio del XIV secolo la situazione di Provaglio era abbastanza positiva, se nel 1310 "Provaglio è uno dei pochi monasteri che viene esplicitamente lodato per la sua ospitalità, sia pur tenuto conto della sua situazione non eminente" (Spinelli 2001 a, p. 179). Le cose sarebbero presto mutate: nel 1331 i visitatori cluniacensi rilevavano che mentre la situazione del monastero di San Nicolò di Rodengo migliorava, San Pietro di Provaglio non riusciva ad assolvere agli obblighi di ospitalità e accoglienza ai pellegrini e bisognosi (Spinelli 2002 b, p. 36). Nel 1342 invece, tutti i priorati compreso anche quello di Provaglio avevano ripreso le pratiche regolari (Spinelli 2002 b, p. 36). Nel 1367, secondo quanto riportato in un catalogo del secolo successivo, vi avrebbero dovuto risiedere tre monaci compreso il priore, e "unus presbiter commensalis". Il monastero a quel tempo assolveva agli obblighi di elemosina "omnibus petentibus cotidie" (Spinelli 1979-1981, p. 509) e verso la fine del secolo, nel 1378 "officium, elemosina, hospitalitas fiunt ibi competenter; luminare fit abundanter" (Spinelli 2001 a, p. 180). Pochissime notizie si hanno per il periodo successivo, fino al 1535, quando il monastero passò ai canonici regolari lateranensi di San Salvatore di Brescia.
ultima modifica: 13/12/2005
[ Diana Vecchio ]
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