priorato di Santa Giulia sec. XI - 1797
Priorato cluniacense maschile.
Si trovava a Cazzago San Martino; ne rimane la chiesa intitolata a Santa Giulia.
La prima menzione di una chiesa dedicata a santa Giulia con una piccola cella monastica a Cazzago risale al 1087 (Gatti 1993, pp. 12-13; Spinelli 1979-1981, p. 510); secondo la storiografia locale la cella potrebbe essere stata una "antica dipendenza del monastero di Santa Giulia in Brescia" (Spinelli 2001 a, p. 176). La cella era legata al priorato di San Paolo d'Argon almeno dal 1095, come risulta dalla bolla di Urbano II all'abate Ugo di Cluny; Santa Giulia rimase alle sue dipendenze fino al capitolo generale di Cluny del 22 aprile 1274 quando, in seguito alla "redistribuzione della giurisdizione sui priorati minori lombardi da parte dei priorati maggiori", passò sotto il controllo del monastero di San Nicolò di Rodengo (Spinelli 2002 b, p. 33; Archetti 2002 a, p. 79 e p. 99 note 112-113). Nel 1311 il priore aveva nominato un monaco di San Nicolò e un prete della canonica di San Martino in Castro di Brescia per amministrare il beneficio (Archetti 2002 a, p. 99 nota 114). Dal 1313 in poi il beneficio della chiesa di Santa Giulia fu sempre appannaggio dei membri della famiglia capitaneale bresciana dei Cazzago (Archetti 2002 a, p. 99 nota 114; Spinelli 2002 b, p. 33), che dovevano essere confermati in questa carica dal priore di Rodengo. La scelta del rettore non fu mai contestata dal superiore di San Nicolò: "in particolare, nelle carte dell'inzio del 1313 i "domini" Cazzago figurano già come "patroni" della chiesa ... anche se non è nota la determinazione giuridica del loro diritto, che ... trova conferma nell'avallo immediato ... da parte del superiore monastico" (Archetti 2000, pp. 79-80). Nel catalogo del 1460 che fa riferimento alla situazione del secolo precedente, viene indicato il "priorato" di Santa Giulia.
La scelta del titolare fu però posta posta in discussione dagli olivetani, insediatisi a Rodengo nel XV secolo. Un membro della famiglia Cazzago risultava in ogni caso beneficiario della chiesa anche successivamente, come si evince dalle relazioni delle visite pastorali del vescovo Bollani nel 1565 e del cardinale Borromeo nel 1580 (Bettoni 2000, p. 191); quest'ultimo stabilì che il beneficio di Santa Giulia passasse alla parrocchia di Cazzago, ma il dibattito si protrasse per secoli (Bettoni 2000, p. 191; Vecchio 2004, p. 90). Al momento della soppressione del priorato di San Nicolò di Rodengo, nel 1797, i fondi di Santa Giulia entrarono a pieno titolo a far parte del patrimonio della casa Cazzago (Bettoni 2000, p. 192).
ultima modifica: 07/09/2005
[ Diana Vecchio ]
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