priorato di San Tommaso sec. XI - sec. XIV
Priorato cluniacense maschile.
La prima menzione di San Tommaso risale al 1095, quando risultava all'ottavo posto tra le obbedienze del monastero di San Paolo d'Argon elencate nella bolla di Urbano II all'abate Ugo di Cluny (Spinelli 1979-1981, p. 514). Una seconda citazione del priorato si ha in un altra conferma di beni a Cluny inviata da Onorio II all'abate Ponzo nel 1125: "Quinciana" risultava al diciannovesimo posto tra i priorati lombardi (Spinelli 1979-1981, p. 514). Il 22 aprile del 1144 il priore di San Tommaso Alberto presenziò, a Lodi, all'atto con cui la cella dei Santi Gervasio e Protasio di Clusane d'Iseo veniva distaccata dal monastero di San Paolo d'Argon e attribuita alla pieve di Iseo (Spinelli 2002 b, p. 30). Per quanto riguarda il successivo secolo e mezzo non se ne hanno notizie e anche per il periodo successivo le conoscenze sono scarse. Si sa che nel 1293, secondo quanto riportato dai visitatori dell'ordine cluniacense, il priorato risultava distrutto e deserto in seguito alle guerre tra guelfi e ghibellini che avevano insanguinato Brescia e il suo territorio (Spinelli 2001 a, p. 187; Spinelli 2002 b, p. 35). Nel 1310 San Tommaso era retto da Pietro de Salis, priore di Rodengo che risiedeva a Verziano (Spinelli 2002 b, p. 34). Nel 1331 a Quinzano si assolvevano ancora gli impegni di ospitalità: "divinum officium, luminare, elemosina et hospitalitas competenter fiunt ibi, secundum suorum redditum facultatem" (Spinelli 2001 a, p. 182). Nel 1332 Mastino della Scala, a capo dell'esercito ghibellino che aveva occupato il bresciano, espulse i monaci di Quinzano, Rodengo, Verziano e San Paolo dell'Isola dai loro possedimenti, che vennero affidati al controllo dei laici ghibellini (Spinelli 2002 b, pp. 35-36). Dieci anni dopo la situazione rimaneva difficile, ma sotto controllo: sempre secondo le relazioni dei visitatori dell'ordine, a San Tommaso la recita degli uffici divini, l'assistenza ai pellegrini e ai bisognosi e gli obblighi di elemosina venivano assolta dai monaci "prout melius possunt" (Spinelli 2001 a, p. 183). Nel catalogo del 1460, che faceva riferimento alle disposizioni capitolari di circa un secolo prima, San Tommaso risultava unito al priorato di San Nicola di Verziano e vi avrebbero dovuto risiedere due monaci compreso il priore (Spinelli 1979-1981, p. 514). Non si conosce la data esatta dell'unione dei due enti, che secondo la storiografia locale si era già verificata nel 1367 (Bonaglia 1972, p. 114).
ultima modifica: 13/12/2005
[ Diana Vecchio ]
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