convento della Santissima Trinità sec. XVI - 1798
Convento maschile dei carmelitani scalzi.
Dalla nota degli affiliati al convento allegata al piano governativo di sussistenza dei carmelitani scalzi [ante 1779], risultano presenti diciassette religiosi e cinque laici professi (Culto, Carmelitani scalzi, Biumo Superiore, "N. 15. Piano de PP. Teresiani Scalzi colli corrispondenti Allegati, Relazione e Conti del Rag.to d'Ufficio Crivelli").
Tra la documentazione superstite del convento, la notificazione degli acquisti effettuati dal principio del XVIII nella giurisdizione del Seprio superiore, comunicata a tenore della regia prammatica 5 settembre 1767 (Culto, Santissima Trinità, Biumo Superiore, fasc. 1). Fu soppresso con istromento 17 messidoro anno VI rogato da Verati Francesco Antonio notaio di Milano, in esecuzione della determinazione 11 messidoro anno VI del direttorio esecutivo della repubblica cisalpina, che stabiliva la soppressione e concentrazione di corporazioni religiose nei dipartimenti del Lario, Verbano e Montagna; i frati furono traslocati nell'ex Certosa di Pavia (Soppressione corporazioni religiose, 11 messidoro anno VI); la vendita del circondario del convento avvenne nel 1799, quella dei beni nel primo decennio del XIX secolo; l'affrancazione dei livelli si protrasse fino agli inizi degli anni '30 del XIX secolo (Amministrazione del Fondo di Religione, convento della Santissima Trinità, Biumo Superiore).
Padre Pacifico di San Domenico, provinciale dei carmelitani scalzi, chiese il 27 settembre 1798 al conte Cocastelli, commissario generale della Lombardia, il ritorno dei religiosi "in alcuni almeno" dei soppressi conventi dell'Ordine nella Lombadia, tra cui Varese, che erano stati concentrati nella ex Certosa presso Pavia (Culto, Carmelitani scalzi, Biumo Superiore).
ultima modifica: 12/06/2006
[ Lavinia Parziale ]
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