monastero di San Giuliano sec. XI - sec. XV
Monastero benedettino maschile.
Sono incerti epoca e contesto della fondazione, che una parte della tradizione storiografica comasca ha attribuito all'iniziativa del vescovo Bennone (1049-1061) (Annali sacri 1663-1735, II, pp. 198-199; 652-653). Tale ipotesi è considerata più credibile (Longatti, Xeres 1990, p. 79) di quella che la collocava nel XII secolo, nell'ambito della riforma cistercense (Rovelli 1798-1808, II, p. 179), alla quale si è anche detto potrebbe essere passato intorno al 1277 (Rovelli 1798-1808, III/1, p. 288).
Il cenobio, tuttavia, nella scarsa documentazione superstite del XIV-XV secolo, "è sempre definito come appartenente all'ordo sancti Benedicti" (Visita Landriani 1444-1445, p. 91).
La prima menzione documentaria nota del monastero di San Giuliano risale al 1176, in una donazione da cui si apprende che all'epoca gli era annesso un ospedale per i poveri (Fossati 1878-1880, pp. 169-173). Un ospedale è ricordato anche dalle "Rationes" della decima papale del 1295-1298 (Perelli Cippo 1976, p. 122), in occasione della quale il monastero versò complessivamente 32 libbre imperiali (Perelli Cippo 1976, p. 111). Dalle medesime "Rationes" si apprende che nel 1297-1298 era unita al cenobio una "non meglio identificata" (Perelli Cippo 1976, pp. 101-102) "domus de Rosedula", che negli anni precedenti era ricordata autonomamente con il suo "capitulum fratrum" (Perelli Cippo 1976, pp. 196, 242). Forse ciò è da mettere in relazione con la notizia per cui nel 1297 sarebbe stato unito a San Giuliano il monastero di San Bartolomeo di Solzago (Longatti, Xeres 1990, p. 95), che era proprietà del cenobio comasco ancora alla fine del XVI secolo (Visita Ninguarda 1589-1593, I, p. 157).
In occasione della visita pastorale del 1444 il monastero contava l'abate, tre professi ed un converso, e dichiarava un reddito annuo di duecento fiorini ed il possesso di terre e case in affitto nei dintorni. Da San Giuliano dipendevano l'ospedale di San Gottardo a Como - sito dietro il monastero di San Lorenzo (Rovelli 1798-1808, III/1, p. 549) - e la chiesa di San Donato, tra Como e Brunate (Visita Landriani 1444-1445, pp. 91-92; 95).
Non si conosce esattamente quando il monastero sia passato in commenda. Il 29 agosto 1449 avvenne l'immissione in possesso dell'abate commendatario Michele "de Sexto", monaco professo cistercense di Santa Maria Maddalena di Cava Tigozzi in diocesi di Cremona (Collationes Benefitiorum, I, p. 903).
Nel 1451 divenne abate commendatario Giacomo Mansueti, succedendo al defunto "de Sexto" con bolla di Niccolò V del 15 marzo (Ansani 1989, p. 55). Prese possesso del monastero, dopo aver emesso la professione religiosa, il 25 febbraio 1453 (Atti Giovanni Zobio 1444-1458, fasc. 11, pp. 183-194, atti dal 23 al 25 febbraio).
Si ha notizia che nel 1458, come avrebbe sancito un breve pontificio del 28 maggio, il commendatario concesse in perpetuo la chiesa dipendente di San Donato ai religiosi del terz'ordine regolare di san Francesco, che vi si erano insediati già nel 1433 (Rovelli 1798-1808, III/1, pp. 279-280). Il 27 settembre 1459 il Mansueti e altri due monaci rappresentavano "tre parti su quattro" del capitolo (Collationes benefitiorum, II, pp. 73-75).
Alla fine del XVI secolo era commendatario di San Giuliano Tobia Peregrini, canonico della cattedrale e vicario generale della diocesi. Per iniziativa di questi, e con l'autorizzazione della Sede Apostolica, era previsto il trasferimento nel complesso monastico di San Giuliano delle suore agostiniane del convento di Sant'Andrea di Brunate (Visita Ninguarda 1589-1593, I, p. 56). L'insediamento delle religiose in San Giuliano sarebbe avvenuto nell'autunno del 1594 (Annali sacri 1663-1735, appendice a III, p. 60).
Il monastero possedette beni in Maccio a partire almeno dal XIV secolo, e ne ebbe in particolare nella frazione di San Vittore, compreso l'oratorio che ad essa diede il nome (Mascetti, Majocchi 1990, pp. 64; 77-79; 181-192; 411-414).
ultima modifica: 12/06/2006
[ Francesco Bustaffa ]
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