parrocchia di San Martino sec. XVI - [1989]
Parrocchia della diocesi di Brescia.
Il 5 ottobre 1575 risulta esserne rettore Francesco "de Panigata", come emerge dal designamento dei beni stabili e mobili della parrocchia, eseguito in base alle motivazioni espresse in un editto generale emanato dal vescovo di Brescia Domenico Bollani il 29 agosto 1575. Carte cinquecentesche attestano la presenza all'interno della parrocchia di una cappellania titolata a San Clemente, dei cui cappellani si possiedono le nomine dal 1577 fino al 1938 (ACVBs, Atti parrocchiali, Vezza d'Oglio).
Nel 1580, all'epoca della visita apostolica di Carlo Borromeo alla vicaria di Ponte di Legno, il reddito del beneficio parrocchiale assommava a circa 100 scudi. Il clero era complessivamente costituito dal parroco e da un sacerdote coadiutore. Il numero delle anime era di 1800, di cui 1000 comunicati, la dottrina cristiana era frequentata solo "in quadragesima". Nella chiesa parrocchiale, attestata sotto il titolo di San Martino e consacrata, si trovavano tre altari, uno dei quali dedicato alla Concezione; vi erano inoltre erette le scuole del Santissimo Sacramento, dipendente dalla venerabile arciconfraternita sopra Minerva di Roma; della Concezione della Beatissima Vergine Maria; dei Disciplini. Nel territorio parrocchiale esistevano le seguenti chiese: di San Leonardo; di San Giovanni Battista; di San Sebastiano, campestre; di San Giorgio "pagi Dovenae"; di San Clemente, sul monte (Visita Borromeo, IV, Val Camonica, pp. 201-209).
Per volontà testamentaria di un membro della famiglia "Antoniacinis", il 30 maggio 1598 venne istituita una cappellania titolata a Santa Maria, di patronato dei predetti "Antoniacinis". Il secolo successivo, presso l'altare del Santissimo Rosario e della Beata Maria Vergine, ne venne istituita una terza. Presso la chiesa parrocchiale si trovavano anche due benefici: il primo, patronale e perpetuo, titolato a San Martino; il secondo, semplice, titolato ai Santi Fabiano e Sebastiano.
Nel 1702, durante la visita pastorale del vescovo Marco Dolfin alla diocesi di Brescia, il reddito annuo del beneficio parrocchiale di San Martino in Vezza d' Oglio assommava a 130 lire. Il clero era complessivamente costituito dal parroco, da sette sacerdoti e da un chierico. Il numero delle anime era di 1200, di cui 800 comunicati; la dottrina cristiana era frequentata. Nella chiesa parrocchiale di San Martino si trovavano tre altari; vi erano inoltre erette le scuole del santissimo sacramento, del santissimo Rosario, dell'Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, di Santo Stefano, di Sant'Antonio abate. Nel territorio parrocchiale, oltre all'oratorio di San Filippo Neri, esistevano le seguenti chiese: di San Giorgio di Davena; di San Rocco; di San Giuseppe; di San Bernardo in Vezza; di San Clemente; dei Santi Fabiano e Sebastiano; di San Giovanni Battista (Visita Dolfin, 70, Val camonica, ff. 141r-142v).
Si possiedono le nomine dei rettori-parroci dal 1601 al 1935.
Già inserita nel vicariato di Vezza d' Oglio tra il XIX e il XX secolo (ACVBs, Atti parrocchiali, Vezza d'Oglio), in seguito alla promulgazione del "Direttorio diocesano per le zone pastorali", riguardante la revisione territoriale della diocesi e attuato nel 1989 con decreto vescovile (decreto 14 aprile 1989), la parrocchia di San Martino di Vezza d' Oglio è stata attribuita alla zona pastorale I - Alta valle Camonica.
ultima modifica: 11/01/2005
[ Elena Mazzetti ]
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