parrocchia della Cattedrale sec. XII - [1989]
Parrocchia della diocesi di Brescia.
Il Catalogo capitolare del 1410 inserisce la chiesa Cattedrale di Brescia "in cittadella Brixie" sotto il titolo della Beata Vergine Maria, elencando un arcidiacono, un arciprete, un preposito, un vicedomino e un cantore tra i sedici canonici operanti in essa.
Va precisato che in Brescia le cattedrali erano però due: Santa Maria Rotonda o Duomo vecchio era la Cattedrale invernale, San Pietro "de Dom" quella estiva. La prima era amministrata dal capitolo, la seconda dal comune, che vi teneva il Carroccio, i trofei di guerra , l'archivio e le più solenni adunanze giudiziarie e comunali. Il comune provvedeva però alle spese generali di manutenzione e decorazione della Rotonda tramite una commissione detta della "Fabbrica del Duomo".
Nella chiesa Cattedrale si trovavano cinque mansionarie e sedici "capelle" ubicate tra la la Rotonda e San Pietro "de Dom", di cui otto devolute alla Santa Sede ovvero conferite da essa. Il sacrista, al quale spettava la "capella devoluta" di San Giacomo, aveva l'ufficio di parroco ed esercitava la cura d' anime per tutti glli addetti alla Canonica e alla Cattedrale. Quest'ultima non era dunque parrocchia territoriale come lo è attualmente, bensì personale per il Capitolo. L' attuale parrocchia della Cattedrale comprende le antiche parrocchie di Sant'Agostino, San Michele, San Zanino, San Benedetto, San Zeno e San Pietro in Oliveto.
Vicino alle due cattedrali era situata la chiesa dei Santi Giovanni, Crisanto e Daria: in essa si trovava l'unico battistero della città e del suo pievato; uno speciale capitolo di sacerdoti e chierici attendendeva all'amministrazione del sacramento battesimale. Il battistero cessò di essere unico nel corso del XV secolo e venne distrutto nel XVII (Guerrini 1924, pp. 9-12).
Il Catalogo queriniano del 1532 attribuisce sei dignità alla chiesa Cattedrale ed eleva a diciannove il numero dei canonicatii presenti in essa, fornendo di ognuno sia il nome del titolare che il valore. Il catalogo elenca quindi undici "capelle" che ricevono quotidianamente "distributiones" dalla mensa del comune e tre che non usufruiscono di tale servizio. Da ultimo vengono elencati i religiosi facenti parte del capitolo del battistero (Guerrini 1925, pp. 36-39).
Nel 1580, all'epoca della visita apostolica di Carlo Borromeo alla diocesi di Brescia, si distingueva ancora tra cattedrale estiva e invernale.
Nella chiesa cattedrale dell'Assunzione della Beata Vergine Maria vi erano quattro altari: maggiore, della Santa Croce, del Cristo Flagellato, della Santa Trinità. Oltre quella episcopale, vi erano sei dignità: arcidiaconato, arcipresbiterato, prepositura, vicedominato, cantoria, decanato. I canonicati erano diciassette, di cui cinque sacerdotali; i canonici soprannumerari erano tre. Esistevano sei mansionarie e undici cappellanie corali. Le mense erano tre: canonicale, comune, "aniversariorum".
Nella seconda chiesa cattedrale, San Pietro, vi erano quattro altari: maggiore, di San Michele, di Santo Stefano, di Sant'Apollonio. Vi erano erette le scuole del Santissimo Sacramento e del Corpo di Cristo. Il numero delle anime era di circa 3000, di cui circa 1835 comunicati. Entro i confini del territorio parrocchiale si trovavano le chiese di San Giovanni Battista; di Santa Maria della consolazione; di Santo Stefano, in castello; di San Giacomo; di San Benedetto; vi erano anche gli oratori del palazzo capitaneo; di Tutti i Santi; di San Faustino in riposo; di Sant'Agostino; di Santa Margherita; dei Santi Simone e Giuda; di San Cassiano (Visita Borromeo, 1, Brescia) (pp.43-131).
Nel 1701, durante la visita pastorale del vescovo Marco Dolfin alla diocesi di Brescia, nella chiesa Cattedrale, attestata sotto il titolo dell'"Assumptionis Deipare Virginis", esistevano ancora sia le sette dignità sia i diciassette canonicati, sebbene così suddivisi: nove sacerdotali, quattro diaconali, quattro subdiaconali. Il Capitolo era costituito dai soli canonici; i dignitari e i mansionari non ne facevano parte. Le mansionarie restavanono sei, le cappellanie erano salite almeno a tredici. I "genera distributionum" erano due: la mensa canonicale, costituita dai canonici e dai mansionari, e la mensa comune, costituita dai canonici, dai mansionari e dai cappellani. Entrambe le mense attingevano soprattutto dai frutti e dai redditi di cinque benefici parrocchiali incorporati e uniti perpetuamente ad esse dalla Santa Sede: Santa Maria di Fiumicello, San Nazaro e Celso di Cadignano, San Vitale e Santa Maria di Comella di Seniga, San Gervasio e Protasio di Poncarale, San Giorgio di Ovanengo. Esisteva ancora la mensa "anniversariorum". La sacrestia stipendiava il sacrista, il campanario e sei chierici. Nella chiesa cattedrale si trovavano tre scuole: del Santissimo Sacramento, della Santissima Croce , dell'Angelo Custode, erette ciascuna presso gli altari omonimi.
Il clero della parrocchia era costituito da 37 sacerdoti e cinque chierici (Visita Dolfin, 67, Brescia) (ff. 3r-13v). Il numero delle anime era di 2500 (Faino 1658, p. 294).
In seguito alla promulgazione del "Direttorio diocesano per le zone pastorali", riguardante la revisione territoriale della diocesi e attuato nel 1989 con decreto vescovile (decreto 14 aprile 1989), la parrocchia della Cattedrale è stata attribuita alla zona urbana XXXII - Centro Storico.
ultima modifica: 10/01/2005
[ Elena Mazzetti ]
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