parrocchia di San Salvatore sec. XIV - [1989]
Parrocchia della diocesi di Bergamo. La chiesa di Almenno compare quale sede pievana fin dal X secolo, come documenta un testamento risalente al 9 aprile 975, in cui è citata l’"ecclesia Sancte Dei genetricis Marie et Domini Salvatoris" (Pergamene archivi Bergamo 1988). Ad Almenno la pievania aveva sacerdoti residenti, organizzati in collegiata. In una lista delle chiese di Bergamo sottoposte a un censo imposto dalla Santa Sede circa il 1260, la chiesa di Almenno veniva infatti qualificata come "canonica". Il fatto che non fosse censita esplicitamente in qualità di "plebs", confermava il Chiodi nell’ipotesi secondo cui Almenno, una volta divenuta proprietà vescovile, ottenne diritti plebani senza divenire necessariamente plebania, conservando un particolare tipo di rapporto di dipendenza con la cattedrale (Chiese di Bergamo sottoposte a censo). Ulteriore menzione della chiesa di Almenno si registra nell’elenco delle chiese e loro rappresentanti al sinodo bergamasco del 1304 indetto dal vescovo Giovanni da Scanzo. In tale fonte veniva infatti nominato un "presbiter Iohannes de Assonica, canonicus ecclesie Sancti Salvatoris de Lemene" (Chiese di Bergamo sottoposte a censo).
Successiva attestazione di una chiesa in Almenno, intitolata al Santissimo Salvatore, risale al 1360. E’ possibile affermarlo grazie all’analisi di una serie di fascicoli che registrano, a partire da quella data, le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi. Tra di essi, un’ordinanza di Bernabò Visconti riporta dapprima un indice generale ("nota ecclesiarum") delle chiese e monasteri di Bergamo, per poi specificare per ciascuno di essi le rendite e la tassa, nominando di ogni beneficio il titolare. In questa fonte troviamo attestazione della chiesa di Almenno, nominata nella "nota" delle chiese della diocesi come chiesa plebana. Dall’attestazione del reddito della chiesa ricaviamo che in essa esistevano otto benefici, stimati in lire 66 (Nota ecclesiarum 1360). In un documento del 1356, la chiesa plebana di Almenno risultava come "parochia Sancti Salvatoris", avendo unito il titolo di prepositurale alla forma giuridica parrocchiale (Manzoni 1988).
In occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta l’8 ottobre 1575, la chiesa del Santissimo Salvatore era definita "ecclesia preposituralis simul et curata" e qualificata come "caput plebis". A quell’epoca risultava eretta presso la parrocchiale la scuola del Corpo di Cristo, retta da due sindaci, per la quale il metropolita Borromeo decretò l’adozione delle regole in uso nelle scuole della provincia ecclesiastica milanese. Entro la circoscrizione parrocchiale erano presenti: la chiesa di San Salvatore, membro della parrocchiale, e, secondo una tradizione, antica prepositurale di Almenno ("ut fama est, antiquitus erat praeposituralis Leminis"), la chiesa di Santa Maria, la chiesa di San Giorgio, la chiesa di San Bartolomeo "loci de Ubiallo", la chiesa campestre di San Tomè, la chiesa di San Gottardo di Clanezzo, la chiesa di Santa Maria della Consolazione annessa al monastero degli agostiniani dell’Osservanza, l’ospedale di San Cristoforo. La comunità di Almenno contava 700 anime, di cui 445 comunicate (Visita Borromeo 1575).
La parrocchia di Almenno San Salvatore restò a capo della pieve omonima anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, decretata dal vescovo Cornaro in occasione del II sinodo diocesano di Bergamo del 1568, in ottemperanza alle risoluzioni del primo concilio provinciale del 1565. Tali disposizioni vennero ridefinite nel III sinodo del 1574, negli atti del quale i confini pievani di Almenno risultavano ricalcati dalla nuova circoscrizione ecclesiastica vicariale (Acta synodalia bergomensis ecclesiae).
In occasione della visita del vescovo Gregorio Barbarigo, avvenuta tra 1658 e 1659, la parrocchia plebana di Almenno San Salvatore godeva di un beneficio pari a 250 lire. Vi esistevano le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario, della Concezione della Beata Vergine, del Suffragio e della Dottrina cristiana (Montanari 1997).
Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, risultano erette le Scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario, dell’Immacolata Concezione e del Suffragio. Entro la circoscrizione parrocchiale risultavano compresi: un luogo pio detto "l’hospitale di Santo Christoforo comune con li abitanti sotto la parrocchia di San Bartolomeo", un luogo pio detto "del Vignola", un altro "detto dei poveri", l’oratorio di San Gottardo di Clanezzo, l’oratorio della Beata Vergine Maria di Castello, l’oratorio di San Giorgio, il monastero di monaci cassinensi. A quest’epoca la comunità di Almenno contava 480 anime, di cui 320 comunicate (Marenzi 1666-1667).
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta nel 1779, esistevano la scuola del Santissimo Sacramento presso l’altare maggiore, amministrata "nelle cose laiche da sindaci di detta chiesa eletti dal pubblico concilio di questo borgo di Almenno e vicariato", la confraternita di Maria Addolorata presso l’altare omonimo, retta da laici, la confraternita del Santissimo Rosario e quella della Dottrina cristiana, dirette dai sindaci della chiesa. Entro la circoscrizione parrocchiale erano presenti un luogo pio "Scanabesi" e un luogo pio d’Adda, amministrati dai laici, un luogo pio "Vignola", un luogo pio "Bedana", e un altro di San Crisoforo detto "ospedale", ciascuno retto da sindici eletti dalla comunità. La parrocchiale aveva poi alle proprie dipendenze un oratorio dedicato alla Beata Vergine Maria del Castello, in cui prestavano servizio due cappellani, e un oratorio intitolato a San Giorgio (Visita Dolfin 1778-1781).
Secondo quanto si desume dalla serie dei registri sullo Stato del clero della diocesi, contenenti le relazioni dei vicari foranei a partire dall’anno 1734, la parrocchia di Almenno San Salvatore risultava a capo dell’omonima vicaria (Stati del clero 1734-1822).
Da un "Elenco de coadiutori e capelani della vicaria d’Almenno", redatto nel novembre 1824 dal vicario foraneo di Almenno, nella parrocchia di Almenno San Salvatore risultavano prestare servizio cinque cappellani e due coadiutori cappellani, tutti di semplice officio e di elezione della fabbriceria della parrocchiale (Fascicoli parrocchiali, Almenno San Salvatore).
Nello Stato del clero della diocesi di Bergamo del 1861, la parrocchia di San Salvatore di Almenno risultava a capo della vicaria I. A quest’epoca la comunità contava 1567 anime, ed era retta da un prevosto plebano vicario foraneo, affiancato da sette cappellani e da due coadiutori. Entro la circoscrizione parrocchiale erano comprese le chiese dipendenti di San Girolamo dottore, di San Giorgio e il santuario della Beata Vergine al Castello (GDBg).
La parrocchia di Almenno restò a capo dell’omonima vicaria sino alle successive modifiche dell’assetto territoriale della diocesi. Dal 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali (decreto 28 giugno 1971), la parrocchia di Almenno fu aggregata alla zona pastorale VII, composta dalle parrocchie della vicaria di Almenno San Salvatore, di Rota Fuori e dalle parrocchie di Palazzago e Burligo (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, è entrata a far parte del vicariato locale di Almenno San Salvatore - Ponteranica - Villa d’Almé (decreto 27 maggio 1979).
chiesa prepositurale
sec. X - sec. XIV
chiesa parrocchiale
sec. XIV - [1989]
Relazioni:
matrice di:
Ubiale
Clanezzo 1707
Compresa in:
pieve di Almenno secolo X - 1568
vicaria foranea di Almenno 1568 - 1979
zona pastorale VII 1971 - 1979
vicariato locale di Almenno San Salvatore - Ponteranica - Villa d’Almé 1979 - [1989]
ultima modifica: 31/08/2005
[ Roberta Frigeni ]
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