parrocchia di San Giacomo maggiore apostolo sec. XIV - [1989]

Parrocchia della diocesi di Bergamo. Si hanno attestazioni della presenza di una chiesa intitolata ai Santi Alessandro e Giacomo in località Sedrina nel 1360. E’ possibile affermarlo grazie all’analisi di una serie di fascicoli che registrano, a partire da quella data, le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi. Tra di essi, un’ordinanza di Bernabò Visconti riporta dapprima un indice generale ("nota ecclesiarum") delle chiese e monasteri di Bergamo, per poi specificarne le rendite e la tassa, nominando di ogni beneficio il titolare. Dall’attestazione del reddito della chiesa ricaviamo che nella chiesa intitolata ai Santi Giacomo e Alessandro esistevano due benefici stimati per lire 10. Venivano inoltre nominati i titolari della chiesa ("dominus presbiter Albertus de Sedrina rector" e "Antonius de Sedrina"), con i rispettivi redditi (Nota ecclesiarum 1360).
Da queste disposizioni apprendiamo dunque che la chiesa di Sedrina aveva due compatroni: uno era San Giacomo maggiore apostolo e l’altro Sant’Alessandro. La notizia, pur non trovando conferma in nessun’altra fonte, può avere una certa attendibilità tanto perché Sant’Alessandro godeva di grande devozione presso le genti della Valle Brembana e inoltre per il fatto che, nei secoli successivi, la cattedrale di Bergamo risultava detenere lo iuspatronato sulla parrocchia di Sedrina. Essa, infatti, è stata a lungo contesa tra la pieve di Almenno San Salvatore e la cattedrale di San Vincenzo che ne rivendicava lo iuspatronato. Se nelle risoluzioni del III sinodo del vescovo Cornaro del 1574 (Acta synodalia bergomensis ecclesiae) e nelle note di un manoscritto del 1577, recante la descrizione dei benefici delle chiese della diocesi di Bergamo, la parrocchia di San Giacomo di Sedrina risultava qualificata come "nullius plebis", direttamente sottomessa alla cattedrale (Beneficiorum ecclesiasticorum 1577), gli atti della coeva visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo includevano la medesima parrocchia nella pieve di Almenno, pur specificando che il vescovo "visitavit parochialem ecclesiam Sancti Iacobi Sedrinae quam praepositus Leminis praetendit esse ex sua plebe: curatus vero parochianive praetendunt esse immediate suppositos cathedrali ecclesiae Sancti Vincentii Bergomi quae huius parochialis pretendit iuspatronatum" (Visita Borromeo 1575).
La chiesa parrocchiale di San Giacomo di Sedrina fu concessa dal vescovo Soranzo, in data 23 luglio 1549, in giuspatronato ai "vicini et homines" del Comune, i quali pertanto erano tenuti al tributo di un censo in cera alla Curia (Censuale Soranzo 1550-1558). La parrocchia di Sedrina risultava infatti censita nel registro recante l’elenco degli iuspatronati della diocesi di Bergamo (Iuspatronati 1546-1560).
Il Fornoni afferma che la chiesa di Sedrina sia stata la prima di quelle che si sono staccate dalla plebania di Almenno San Salvatore, e che ciò sia avvenuto prima del 1400. Conseguita la condizione giuridica di "nullius plebis", alla chiesa di Sedrina restavano sottomesse Botta, smembrata nel 1520, Stabello, smembrata dalla matrice nel 1466, e Ubiale, che conseguì la propria indipendenza nel 1775)(Guide parrocchiali, Sedrina)
In occasione della visita del Borromeo, avvenuta il 23 ottobre 1575, la parrocchia di Sedrina godeva di un beneficio dal reddito annuo di 400 lire e la comunità contava 500 anime di cui 250 circa comunicate. Nella parrocchiale risultava eretta la scuola del Corpo di Cristo, istituita nel 1542 e governata da tre sindaci di elezione della vicinia. Nella parrocchiale erano inoltre isatituite la scuola di Sant’Antonio, retta da due sindaci, e la scuola di Santa Maria, i cui amministratori erano scelti "a societate Veneta". Entro la circosrizione parrocchiale si menzionava la presenza di un consorzio della Misericordia "quae ut dixerunt initium habet usque de anno 1465", retto da due sindaci di elezione della vicinia (Visita Borromeo 1575). Nello stesso anno, gli abitanti di Brembilla Vecchia, "essendo la contrada e e le abitazioni distanti dalla chiesa di [Almenno] San Salvatore, per evitare disagi sia agli abitanti che al rettore della chiesa" chiedevano al vicario generale Pietro Matteo Corvino di essere accorpati alla chiesa di San Giacomo maggiore apostolo di Sedrina presso la quale "già facevano battezzare i bambini, portavano i defunti e ricevevano gli altri Sacramenti". La richiesta venne accolta (Guide parrocchiali, Sedrina).
In occasione della visita pastorale del vescovo Gregorio Barbarigo, avvenuta tra 1658 il e il 1659, il parrocco di Sedrina risultava investito della carica di vicario foraneo sulle parrocchie di Poscante, Grumello de’ Zanchi, Endenna, Botta e Villa d’Almè. La comunità di Sedrina era amministrata attraverso il giuspatronato della vicinia e godeva di un reddito pari a 450 lire. Nella parrocchiale risultavano erette le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario, dell’Assunzione della Beata Vergine, del Nome di Gesù e della Dottrina cristiana. Entro la circoscrizione parrocchiale era compreso un consorzio della Misericordia (Montanari 1997).
Nel Sommario delle chiese di Bergamo e della sua diocesi, redatto dal cancelliere Marenzi nel 1666, la parrocchia di San Giacomo apostolo risultava "nullius plebis". Vi erano erette le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario e del Santissimo Nome di Gesù. Esisteva ancora un istituto della Misericordia. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi gli oratori della Beata Vergine Maria della Neve "nella contrata di Cler", e di San Bartolomeo apostolo nella "contrata di Ubialo". Erano registrati sotto la comune menzione di "Brambilla vecchia" gli oratori della Visitazione della Beata Vergine Maria nella contrata di Medei, e di Sant’Antonio di Padova nella contrada di Pratomà. La comunità di Sedrina contava a quest’epoca 735 anime, di cui 524 comunicate (Marenzi 1666-1667).
Nel 1673, la comunità di Sedrina risultava sottoposta al vicario foraneo di Villa d’Almè (Fascicoli parrocchiali, Villa d’Almè).
Secondo quanto si desume dalla serie dei registri sullo Stato del clero della diocesi, contenenti le relazioni dei vicari foranei dall’anno 1734, la parrocchia di Sedrina si alterna a Villa d’Almè nella dignità di "caput vicariae", almeno fino al 1822, anno a partire dal quale il parroco di Villa d’Almè acquistò in modo continuativo il titolo di vicario foraneo (Stati del clero 1734-1822).
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta il 20 luglio 1780, nella parrocchiale risultavano la scuola del Santissimo Sacramento presso l’altare maggiore, amministrata da sindaci, la scuola del Rosario presso l’altare della Beata Vergine del Rosario, la scuola del Santissimo Nome di Dio, la scuola dell’Orazione e Buona Morte presso l’altare del Santissimo Nome di Dio, la Scuola dell’Assunta di Venezia presso l’altare della Beata Vergine Maria Assunta, infine la scuola della Dottrina cristiana. Il clero era costituito da un parroco e da cinque curati. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi l’oratorio "della contrata di Cler sotto il titolo della Beata Vergine della Neve", governato da due sindaci, l’oratorio di "Medolio" sotto il titolo della Visitazione della "Beata Vergine fatta a Sant’Elisabetta" eretto dalla contrada e governato da un sindaco della stessa e da uno della parrocchia, l’oratorio di Camorò sotto il titolo della "Presentazione" eretto dagli abitanti e governato da tre sindaci della stessa contrada, l’oratorio di San Gaetano eretto e governato dagli eredi "del quondam Alessandro olim Giacomo Fustinoni del Monte di Zogno", l’oratorio di Prathomà sotto il titolo di Sant’Antonio di Padova, eretto e governato "dalli eredi del quondam Bernardo Pisoni". La comunità di Sedrina contava a quest’epoca 706 anime, di cui 551 comunicate (Visita Dolfin 1778-1781).
Nel 1822, la parrocchia di Sedrina risultava dipendente dalla vicaria di Villa d’Almè. In essa prestava servizio il solo parroco, che lamentava l’assenza di un coadiutore, per amministrare una popolazione di 845 persone abitanti un "paese disperso, ripartito in 23 contrate" (Fascicoli parrocchiali, Villa d’Almè).
Nel 1861, la parrocchia di San Giacomo maggiore apostolo di Sedrina risultava dipendere dalla vicaria XXXII di Villa d’Almè. A quest’epoca la comunità contava 893 anime, ed era retta da un parroco, un coadiutore e un cappellano prestante servizio a Camorone. Vi esisteva l’oratorio della Beata Vergine della Neve e quello della Presentazione di Maria Vergine (GDBg).
La parrocchia di Sedrina rimase compresa nella vicaria di Villa d’Almè fino alle successive modifiche dell’assetto territoriale della diocesi . Nel 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali, la parrocchia Sedrina venne assegnata alla zona V (decreto 28 giugno 1971), comprendente le parrocchie delle vicarie di Brembilla, San Giovanni Bianco, Selvino, Serina, Sottochiesa e Zogno. Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, è entrata a far parte del vicariato locale di Almenno San Salvatore - Ponteranica - Villa d’Almé (decreto 27 maggio 1979).

Relazioni:
matrice di:
Stabello (1466)
Ubiale (1775)
Botta [1520]

Compresa in:
pieve di Dossena [1360]
pieve di Almenno sec. XV - 1568
nullius plebis (XVI secolo - XVII secolo)
vicaria di Villa d’Almè [1673] - 1979
zona pastorale V (?) - 1979
vicariato locale di Almenno San Salvatore - Ponteranica - Villa d’Almé 1979 - [1989]

ultima modifica: 05/09/2005

[ Roberta Frigeni ]