parrocchia di San Giorgio martire sec. XIV - [1989]
Parrocchia della diocesi di Bergamo. La presenza di una chiesa in Ardesio è attestata fin dalla fine del XII secolo. Il territorio di Ardesio rientrava nei possedimenti che il vescovo di Bergamo deteneva in Valle Seriana. Secondo quanto riportato dallo storico Mario Lupi, infatti, il vescovo Guala, nel gennaio del 1183, procedeva a un’investitura ecclesiastica nella chiesa di San Giorgio di Ardesio (Codex diplomaticus). Lo storico Giuseppe Ronchetti, nelle proprie "Memorie storiche", ricordava che nel 1187 il canonico di Sant’Alessandro Giovanni da Bolgare asseriva "d’aver vedute varie fondazioni e consacrazioni di chiese" nella diocesi, tra cui quella di Ardesio (Ronchetti 1818).
In una lista delle chiese di Bergamo sottoposte a un censo imposto dall’autorità pontificia nel 1260 compare l’attestazione di un’"ecclesia Sancti Georgii de Ardexie", compresa nella pieve di Clusone (Chiese di Bergamo sottoposte a censo). Ulteriore menzione della chiesa di Ardesio si registra nell’elenco delle chiese e loro rappresentanti al sinodo bergamasco del 1304 indetto dal vescovo Giovanni da Scanzo. In tale fonte è infatti nominato un "pre Gormettus presbiter de Ardexie" (Chiese di Bergamo sottoposte a censo).
Altre attestazioni della chiesa di San Giorgio di Ardesio risalgono al secolo XIV. E’ possibile affermarlo grazie all’analisi di una serie di fascicoli che registrano le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi. Tra di essi, un’ordinanza del 1360 di Bernabò Visconti riporta un indice generale ("nota ecclesiarum") delle chiese e monasteri di Bergamo, per poi specificare per ciascuno di essi le rendite e la tassa, nominando di ogni beneficio il titolare. In questa fonte troviamo attestazione della chiesa di Ardesio, che viene nominata nella "nota" delle chiese della diocesi, nella plebania di Clusone. Dall’attestazione del reddito della chiesa ricaviamo che nella chiesa esistevano quattro benefici (Nota ecclesiarum 1360).
In occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta l’1 ottobre 1575, la parrocchia di San Giorgio di Ardesio, dipendente dalla pieve di Clusone, risultava godere di un reddito di 750 lire. Il parroco, "Daniel de Aquilina", rivestiva anche la carica di vicario foraneo ed era al servizio di una comunità di 1300 anime, di cui 650 comunicate. Nella relazione redatta in occasione della visita del metropolita, si registrava l’esercizio della Dottrina cristiana e la presenza della scuola dell’Annunciazione della Vergine Maria, presso l’altare omonimo, della scuola di San Giovanni Battista, presso l’altare omonimo, della scuola del Santissimo Sacramento, retta da tre sindaci e da un canevario, della scuola dei disciplini, presso l’oratorio di San Bernardo. Quest’ultima risultava retta da un ministro, un canevario e da sei consiglieri, e seguiva la regola di Bergamo. Entro la circoscrizione parrocchiale erano comprese le chiese di San Pietro, Santa Caterina, che apparteneva alle monache trasferite nel monastero di Santa Caterina nella città di Bergamo, Santissima Trinità, sita in contrada Marinoni, retta dai vicini della stessa attraverso l’elezione di due sindaci, gli oratorii dei Santi Rocco e Alessandro "in loco de Ave", San Sebastiano "in loco Cazamalli", la chiesa di Santa Maria Elisabetta "loci Ludrin", l’oratorio del Santissimo Salvatore e della Maddalena "loci Piazoli". Dipendevano dalla parrocchiale anche l’oratorio di San Giovanni in contrada di Bani, poi eretta in parrocchia nel 1711 (decreto 2 giugno 1711) e la chiesa di Santa Maria di Valcanale, amministrata dalla comunità, eretta in parrocchia non prima dell’anno 1617 (Fascicoli parrocchiali, Valcanale).
La relazione del 1575 segnalava in Ardesio un ospedale dedicato a San Giuseppe, governato da due deputati della comunità, un pio luogo della Misericordia, retta da sei presidenti di elezione della comunità e un altro luogo della Misericordia cosiddetta "de Cazamalis" (Visita Borromeo 1575).
La parrocchia di Ardesio rimase compresa nella pieve di Clusone, anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, divenendo "caput vicariae" di una delle due porzioni in cui fu suddiviso il territorio plebano (Acta synodalia bergomensis ecclesiae).
In occasione della visita pastorale del vescovo Gregorio Barbarigo, avvenuta tra il 1658 e il 1659, la parrocchia di Ardesio risultava a capo della vicaria foranea omonima e godeva di un beneficio dal reddito annuo di 524 lire. Il clero era costituito dal parroco, tredici sacerdoti e due chierici. Nella parrocchiale erano istituite le scuole del Santissimo Sacramento, Rosario, Concezione della Beata Vergine, disciplini, Suffragio e Dottrina cristiana. Entro la circoscrizione parrocchiale erano istituiti una Misericordia di pertinenza del Comune, un’altra Misericordia chiamata "Cacciamali", e un ospedale intitolato a San Giuseppe (Montanari 1997).
Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, presso la chiesa parrocchiale erano erette le confraternite del Santissimo Sacramento, della Beata Vergine Maria, dei defunti e dei disciplini battuti militanti sotto il gonfalone di Santa Maria Maddalena di Bergamo. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi gli oratori di San Bernardino dei disciplini, Santa Caterina, in cui era eretta la scuola del Rosario, San Pietro, e infine la chiesa della Beata Vergine Maria, officiata da quattro cappellani. Dipendevano dalla parrocchiale gli oratori campestri di Santa Maria Elisabetta nella contrada di Ludrigno, Santissima Trinità nella contrada di Marinoni, Santi Fabiano e Sebastiano nella contrada de Cacciamali, San Giovanni nella contrada di Bani, Santa Maria Maddalena nella contrada di Piazzolo, San Rocco nella contrada di Avi. Il clero era costituito dal parroco, Giorgio Cacciamali, che rivestiva l’incarico di vicario foraneo, da quattordici sacerdoti e da un chierico accolito. La comunità di Ardesio contava a quest’epoca 1350 anime di cui 400 comunicate (Marenzi 1666-1667). Nel 1734, come attestano i registri manoscritti relativi allo stato del clero per quell’anno, Ardesio non risultava più sede di vicaria, sostituita da Gromo. Dal 1763 le fonti attestano nuovamente Ardesio come "caput vicariae" (Stati del Clero 1734-1822).
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta il 14 giugno 1779, presso la parrocchiale era istituita la scuola del Santissimo Sacramento, eretta canonicamente con breve di Sisto V il 13 maggio 1586; presso l’altare della Santissima Annunciata esisteva la scuola omonima, aggregata in Roma con breve di Paolo V il 6 agosto 1608. Presso l’altare del Suffragio era eretta la scuola omonima, aggregata a quella di Roma con breve di Urbano VIII in data 13 novembre 1633. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi un consorzio laico della Misericordia di ragione della famiglia de’ Cacciamali, una Misericordia del Comune, eretta e governata dalla comunità, un ospedale dedicato a San Giuseppe, luogo "di puro ricovero e alloggio di alcuni poveri del paese", eretto nell’anno 1527 per legato di Antonio Baldassarre Gaffuri, un oratorio intitolato a Santa Caterina, in cui era eretta la confraternita del Rosario. Nel luogo di quest’ultimo oratorio, il redattore della relazione attestava la presenza, in passato, di un convento di monache domenicane. Il clero era costituito da un parroco e quattordici cappellani, due dei quali impegnati nell’ufficio di viceparroco, sette confessori, e cinque chierici, di cui un esorcista, un accolito e tre sottodiaconi. La relazione del curato di Ardesio elencava gli oratori dipendenti dalla parrocchiale, distinguendoli a seconda dell’ubicazione. Gli oratori "nella terra" erano: la chiesa e santuario della Madonna delle Grazie, eretto nel 1608 dalla comunità e governato da cinque sindaci eletti dalla comunità stessa, la chiesa del Santissimo Rosario, governata da tre sindaci del consiglio dei confratelli del Santissimo Rosario, l’oratorio di San Bernardino, ove era eretta la confraternita dei disciplini, governato dal ministro e sottoministro eletti dal consiglio dei confratelli, l’oratorio dei Santi Pietro e Paolo, governato da tre sindaci eletti dalla comunità, infine l’oratorio di Sant’Antonio di Padova. Gli oratori campestri erano Santa Maria Elisabetta in contrada di Ludrigno, eretto sotto il titolo della Visitazione, governato da sindaci eletti dalla vicinia di detta contrada, Beata Vergine della Mercede, eretto nella contrada del Cerete l’anno 1759 e governato da due sindaci eletti dai vicini della contrada, Natività della Beata Vergine nella contrada de’ Cacciamali, governato da due sindaci eletti dai vicini della contrada, Santi Giacomo e Antonio abate nella contrada dei Rizzoli, eretto l’anno 1694 e governato da due sindaci della famiglia Verzeroli fondatrice dello stesso, Santissima Trinità nella contrada dei Marinoni, eretto dai vicini e governato da tre sindaci, Santa Lucia eretto nella contrada del Botto alto e governato da Bortolo Fornoni in qualità di "possessore dei beni adiacenti", Santa Maria Maddalena anticamente eretto nella contrada di Piazzolo e governato da due sindaci della vicinia di detta contrada, San Rocco nella contrada di Ave anticamente eretto e governato da due sindaci eletti dai vicini della contrada. Il parroco attestava il regolare esercizio della Dottrina cristiana per gli uomini e le donne, e affermava che la comunità di Ardesio contava a quell’epoca 1779 anime, di cui 1319 comunicate (Visita Dolfin 1778-1781).
Nel 1861, la parrocchia di San Giorgio martire risultava a capo della vicaria III. A quest’epoca la comunità contava 1800 anime, ed era retta da un parroco - vicario foraneo -, da un coadiutore e da dieci cappellani prestanti servizio presso le diverse contrade comprese entro la circoscrizione parrocchiale (Ave, Ludrigno, Marinoni, Piazzolo). Essa aveva alle proprie dipendenze il santuario della Madonna delle Grazie, le chiese della Visitazione di Maria Vergine, Santa Maria Maddalena, Beata Vergine della Mercede, San Giacomo maggiore apostolo, Santa Lucia vergine e martire, Santissima Trinità, San Rocco confessore, San Pasquale, Santissimo Nome di Maria e San Pietro apostolo (GDBg).
La parrocchia di San Giorgio martire restò a capo della vicaria di Ardesio fino alle successive modifiche dell’assetto territoriale della diocesi . Dal 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali (decreto 28 giugno 1971), la parrocchia di Ardesio confluì nella zona pastorale I, composta dalle parrocchie della vicaria di Ardesio, Ponte Nossa, Clusone, Gromo e Vilminore (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, è entrata a far parte del vicariato locale di Ardesio-Gromo (decreto 27 maggio 1979).
Matrice di:
Valcanale [1617]
Bani 1711
Compresa in:
pieve di Clusone sec. XVI - 1568
vicaria foranea di Clusone (ma il parroco di Ardesio è vicario) 1568 - 1979
vicaria foranea di Gromo [1734] - [1763]
vicaria foranea di Ardesio [1763] - 1979
zona pastorale I 1971 - 1979
vicariato locale di Ardesio-Gromo 1979 - [1989]
ultima modifica: 31/08/2005
[ Roberta Frigeni ]
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