parrocchia di San Giacomo apostolo e San Vincenzo levita e martire sec. XV - [1989]
Parrocchia della diocesi di Bergamo. Si hanno attestazioni della chiesa dei Santi Giacomo e Vincenzo di Gromo sin dal 1360. E’ possibile affermarlo grazie all’analisi di una serie di fascicoli che registrano, a partire da quella data, le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi. Tra di essi, un’ordinanza di Bernabò Visconti riporta dapprima un indice generale ("nota ecclesiarum") delle chiese e monasteri di Bergamo, per poi specificarne le rendite e la tassa, nominando di ogni beneficio il titolare. Dall’attestazione del reddito della chiesa ricaviamo che nella chiesa di San Giacomo e San Vincenzo, dipendente dalla pieve di Clusone, c’erano due benefici; venivano inoltre nominati i titolari (un "presbiter" e un "clericus"), con i rispettivi redditi (Nota ecclesiarum 1360).
La chiesa di Gromo è attestata con il titolo di parrocchiale nel "Libro censuale" redatto sotto l’episcopato di Giovanni Barozzi, in cui figurava come chiesa matrice della comunità di Valgoglio (Censuale Barozzi 1464). Come attestato nel registro dei Censuali redatto sotto l’episcopato Soranzo, risultava consacrata, per mano dello stesso vescovo Barozzi, fin dal 1453 (Censuali Soranzo 1550-1558).
Con decreto in data 19 agosto 1533, il vescovo Pietro Lippomano concede ai vicini di Gromo il diritto di giuspatronato sulla parrocchia di San Giacomo apostolo, accogliendo le istanze degli abitanti di quelle terre che reclamavano una propria autonomia nell’elezione del rettore della comunità (decreto 19 agosto 1533), diritto cui la stessa popolazione di Gromo rinuncerà solo nel 1956, in una votazione la cui decisione venne ratificata con decreto del vescovo Giuseppe Piazzi (decreto 3 settembre 1956).
In occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta il 30 settembre 1575, la parrocchia dei Santi Giacomo e Vincenzo di Gromo, dipendente dalla pieve di Clusone, risultava godere di un reddito di 300 lire. Il parroco era al servizio di una comunità di 1200 anime, di cui 600 comunicate. Nella relazione redatta in occasione della visita del metropolita, risultava eretta la scuola del Santissimo Sacramento, retta da un ministro, un canevario e quattro deputati eletti dalla comunità, la scuola dei disciplini, amministrata da un canevario di nomina annuale, la scuola di Santa Maria, sprovvista di regola, governata da cinque ministri e un canevario. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi gli oratori di San Rocco, nella contrada "de Goglio", San Gregorio, Santa Maria Elisabetta, in contrada "Rippae", l’oratorio detto "Tribuina", la chiesa di San Michele "loci de Colarete", e la chiesa di San Bartolomeo con l’annessa scuola di Santa Maria (Visita Borromeo 1575).
La parrocchia di Gromo rimase compresa nella pieve di Clusone anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, sottoposta al parroco di Ardesio, nominato vicario foraneo per una porzione della pieve di Clusone comprendente la comunità di Gromo (Acta synodalia bergomensis ecclesiae).
In occasione della visita pastorale del vescovo Gregorio Barbarigo, avvenuta tra il 1658 e il 1659, la parrocchia di Gromo, dipendente dalla vicaria di Ardesio, risultava godere di un beneficio dal reddito annuo di 60 scudi. Il clero era costituito dal parroco, tre sacerdoti, due cappellani e due chierici. Presso la parrocchiale erano erette le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario, della Concenzione della Beata Vergine, dei disciplini, del Suffragio, della Concezione della Beata Vergine, e della Dottrina cristiana. Entro la circoscrizione parrocchiale era istituito un luogo pio della Misericordia (Montanari 1997).
Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, presso la chiesa parrocchiale figuravano le confraternite del Santissimo Sacramento, del Rosario, del Suffragio, dei disciplini battuti militanti sotto il gonfalone di Santa Maria Maddalena di Bergamo, la scuola della Dottrina cristiana e quella della Beata Vergine. Entro la circoscrizione parrocchiale risultava compreso un istituto della Misericordia. Esistevano gli oratori di San Giorgio, San Rocco nella contrada di Coloreto, Santissima Trinità nella contrada della Ripa superiore, Santa Elisabetta nella contrada della Ripa inferiore. Il clero era costituito da un parroco, sette cappellani e un chierico accolito, posti al servizio di una comunità di 681 anime, di cui 440 comunicate (Marenzi 1666-1667).
Nel 1734, la parrocchia di Gromo subentrava a quella di Ardesio in qualità di sede di vicaria. Tale dignità le competeva almeno fino al 1763, data a partire dalla quale le fonti testimoniano il ripristino, a capo della vicaria, del parroco di Ardesio (Stati del clero 1734-1822).
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta il 17 giugno 1779, presso la parrocchiale risultavano istituite la scuola del Santissimo Sacramento presso l’altare maggiore, amministrata da sindaci eletti pro tempore dalla cura, la scuola della Santissima Annunciata, presso l’altare omonimo, amministrata da sindaci, la scuola del Rosario amministrata da sindaci eletti pro tempore dalla cura, la scuola del Suffragio, presso l’altare dedicato ai Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista, amministrata da sindaci eletti pro tempore dalla confraternita, la scuola di Santa Maria Maddalena, presso l’altare omonimo, amministrata da sindaci eletti pro tempore dalla confraternita. Entro la circoscrizione parrocchiale si trovavano gli oratori di San Gregorio pontefice, eretto dalla comunità di Gromo e governato dalla medesima, San Luigi Gonzaga eretto e governato dagli eredi di Giuseppe Ginammi, Santi Benedetto e Giacomo minore apostolo, eretto dalla nobile casa Bucelleni di Brescia. Gli oratori campestri dipendenti dalla parrocchiale erano San Michele arcangelo nella contrada di Colarete, eretto e governato dagli abitanti di detta contrada, Santa Maria Elisabetta della contrada della Ripa Inferiore, eretto e governato dagli abitanti di detta contrada, Santissima Trinità nella contrada della Ripa Superiore, eretto e governato dagli abitanti di detta contrada. Il clero era costituito dal parroco beneficiato, eletto dalla cura, e da otto cappellani, posti al servizio di una comunità di 656 anime, di cui 461 comunicate (Visita Dolfin 1778-1781).
Nel 1861, la parrocchia di San Giacomo apostolo di Gromo risultava annessa alla vicaria III di Ardesio. A quest’epoca la comunità contava 1020 anime, ed era retta da un parroco, da un coadiutore e da due cappellani. Entro la circoscrizione parrocchiale erano comprese le chiese dipendenti della Santissima Trinità, Beata Vergine Addolorata, San Gregorio Magno, Visitazione di Maria Vergine, San Michele (GDBg).
Con decreto in data 4 marzo 1908, il vescovo Radini Tedeschi poneva la parrocchia di Gromo San Giacomo a capo di una nuova vicaria (decreto 4 marzo 1908).
La parrocchia di San Giacomo e San Vincenzo rimase capo vicaria fino alle successive modifiche dell’assetto territoriale della diocesi . Dal 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali (decreto 28 giugno 1971), confluì nella zona pastorale I, composta dalle parrocchie delle vicarie di Gromo, Ardesio, Ponte Nossa, Clusone e Vilminore (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, la parrocchia è entrata a far parte del vicariato locale di Ardesio-Gromo (decreto 27 maggio 1979).
Relazioni:
matrice di:
Boario 1677
Valgoglio e Novazza 1461
Compresa in:
pieve di Clusone sec. XV - 1568
vicaria foranea di Clusone (Ardesio) 1568 - 1908
vicaria foranea di Gromo [1734] - [1763]
vicaria foranea di Gromo 1908 - 1979
zona pastorale I 1971 - 1979
vicariato locale di Ardesio -Gromo 1979 - [1989]
ultima modifica: 31/08/2005
[ Roberta Frigeni ]
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