parrocchia di San Bartolomeo apostolo sec. XVI - [1989]
Parrocchia della diocesi di Bergamo. La chiesa di Branzi venne probabilmente eretta in parrocchia all’inizio del XVI secolo, come attesta la prima istanza, risalente al 1537, inoltrata dai vicini di Branzi al vescovo Lippomani per concedere a un "presbiter" da loro proposto la facoltà d’esercizio della cura d’anime (Fascicoli parrocchiali, Branzi). In occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta il 4 ottobre 1575, la parrocchia di San Bartolomeo di Branzi era compresa nella pieve di "Piazza Brembana" (Beneficiorum ecclesiasticorum 1577). La parrocchia di San Bartolomeo risultava godere di un beneficio di circa 250 lire, e tuttavia la comunità stipendiava il parroco,"Franciscus Finetus Cremonensis", per una somma di 300 lire, versando inoltre alla mensa episcopale soldi 24 "pro commenda". La parrocchia di Branzi risultava infatti censita nel registro delle commende episcopali, recanti le nomine di quei parroci, né mercenari né titolari di benefici, che venivano confermati dal vescovo ogni sei mesi. Essi venivano stipendiati dalla comunità presso la quale si trovavano a officiare, a causa dell’esiguità del beneficio parrocchiale della stessa, insufficiente a mantenerne il curato (Commende 1550-1597). All’epoca della visita del Borromeo, la comunità di Branzi contava 500 anime, di cui 200 comunicate. Esisteva una scuola dei disciplini, ma in stato di abbandono, e una scuola della Vergine Maria, per la quale il metropolita decretava la sostituzione della reggenza "ad libitum" di un solo sindaco con una turnazione annuale delle cariche. Entro la circoscrizione parrocchiale era compresa una cappella, denominata "de Ferrandis Cagnolis", sita in contrada "Cagnole" (Visita Borromeo 1575).
La parrocchia di Branzi rimase compresa nella pieve di Piazza Brembana anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi (Acta synodalia bergomensis ecclesiae).
In occasione della visita pastorale del vescovo Gregorio Barbarigo, avvenuta tra il 1658 e il 1660, la parrocchia di Branzi risultava godere di un reddito di 60 scudi. La comunità stipendiava il proprio curato, Giovan Battista Mazzoleni, per una somma annua di 104 scudi. Entro la circoscrizione parrocchiale erano erette le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario e della Concezione della Beata Vergine (Montanari 1997).
Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, la parrocchia posta sotto l’invocazione di San Bartolomeo apostolo di Branzi, sita in Valle Brembana Superiore e dipendente dalla pieve di "San Martino oltre la Gogia", risultava essere "mercenaria di raggione delli vicini". Vi erano erette la scuola del Santissimo Sacramento, del Rosario e della Immacolata Concezione. Entro la circoscrizione parrocchiale era compreso l’oratorio di Santa Maria della Neve, sito in contrada di Gardata e l’oratorio di San Rocco nella contrada omonima. La comunità di Branzi contava a quell’epoca 350 anime, di cui 200 comunicate (Marenzi 1666-1667).
Un decreto del vescovo Daniele Giustiniani in data 3 novembre 1688 assegnava a Branzi il ruolo di "caput vicariae" entro la circoscrizione ecclesiastica composta dalle parrocchie di Carona, Fondra, Valleve, Trabucchello e Foppolo, già di pertinenza della vicaria foranea di San Martino oltre la Goggia (Fascicoli parrocchiali, Branzi). Per tutto il secolo successivo e fino al 1822, le fonti attestano la dignità vicariale esercitata dal parroco di Branzi sopra le suddette comunità. Secondo quanto si desume dalla serie dei registri sullo Stato del clero della diocesi contenenti le relazioni dei vicari foranei a partire dall’anno 1734, la parrocchia di Branzi detiene, infatti, il ruolo di sede di vicaria. Nel 1822, risulta godere della dignità vicariale, entro la medesima circoscrizione, il parroco di Valleve (Stati del clero 1734-1822).
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta il 7 luglio 1780, nella parrocchia figuravano erette la scuola del Santissimo Sacramento, presso l’altare maggiore, amministrata da sindaci, la scuola del Rosario e della Immacolata Concezione, presso l’altare omonimo, e la confraternita della Dottrina cristiana. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi l’oratorio di San Rocco, nella contrada omonima, e l’oratorio della Beata Vergine Maria nella contrada della Gardata. Per la comunità, costituita da 266 anime di cui 187 comunicate, prestavano servizio un curato mercenario e un cappellano (Visita Dolfin 1778-1781).
Nel 1861, la parrocchia di San Bartolomeo apostolo di Branzi risultava sottoposta alla vicaria XXIII di San Martino oltre la Goggia, entro la quale, fin dal 1851 (Stati del clero 1851-1859), erano riconfluite le parrocchie già comprese nella vicaria di Branzi. A quest’epoca la comunità di Branzi contava 510 anime, era retta da un parroco e da un coadiutore. Entro la circoscrizione parrocchiale era compreso l’oratorio dipendente della Beata Vergine della Neve e quello di San Rocco (GDBg).
La parrocchia di Branzi rimase compresa nella vicaria di San Martino oltre la Goggia almeno fino al 1905, quando ritornò a godere della dignità di "caput vicariae" (decreto 12 ottobre 1905).
Dal 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali (decreto 28 giugno 1971), la parrocchia di Branzi confluì nella zona pastorale IV, composta dalle parrocchie delle vicarie di Branzi, di San Martino Oltre la Goggia e di Santa Brigida (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, è entrata a far parte del vicariato locale di Branzi-Santa Brigida-San Martino Oltre la Goggia (decreto 27 maggio 1979).
Relazioni:
Compresa in:
pieve di Piazza Brembana sec. XVI - 1568
vicaria foranea di Oltre la Goggia 1568 - [1688]
vicaria di Branzi [1688] - [1822]
vicaria di San Martino oltre la Goggia [1851] - 1905
vicaria di Branzi 1905 - 1979
zona pastorale IV 1971 - 1979
vicariato locale di Branzi - Santa Brigida-San Martino Oltre la Goggia 1979 - [1989]
ultima modifica: 31/08/2005
[ Roberta Frigeni ]
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