parrocchia di San Giovanni Battista sec. XV - [1989]
Parrocchia della diocesi di Bergamo. Secondo quanto riportato da Pagnoni, la chiesa di San Giovanni di Carona fu eretta parrocchiale attorno al 1450 dal vescovo Giovanni Barozzi, che la smembrò dalla chiesa di San Bartolomeo in Branzi (Pagnoni 1992).
In occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta il 4 ottobre 1575, la parrocchia di San Giovanni Battista di Carona era compresa nella pieve di Piazza Brembana (Beneficiorum ecclesiasticorum 1577). La parrocchia risultava priva di reddito e di beni; a motivo di ciò, la comunità stipendiava il parroco, "Sebastianus de Magdalis Neapolitanus", per una somma di 280 lire, versando inoltre alla mensa episcopale soldi 25 "pro commenda". La parrocchia di Carona risultava infatti censita nel registro delle commende episcopali, recante le nomine di quei parroci, né mercenari né titolari di benefici, che venivano confermati dal vescovo ogni sei mesi (Commende 1550-1597).
La comunità di Carona contava a quell’epoca 300 anime, di cui 200 comunicate. In seguito alla visita, il metropolita decretò l’erezione della scuola del Santissimo Sacramento e della Dottrina cristiana (Visita Borromeo 1575).
La parrocchia di Carona rimase compresa nella pieve di Piazza Brembana anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi (Acta synodalia bergomensis ecclesiae).
In occasione della visita pastorale del vescovo Gregorio Barbarigo, avvenuta tra il 1658 e il 1660, la parrocchia di Carona risultava compresa nella vicaria foranea di Piazza Brembana e godere di un reddito di 434 lire. Entro la parrocchiale erano erette la scuola del Santissimo Sacramento, del Rosario e della Dottrina cristiana. La comunità di Carona stipendiava il proprio curato, Giovan Battista Suardo, per una somma di 102 scudi annui (Montanari 1997).
Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, la parrocchia posta sotto l’invocazione di San Giovanni Battista di Carona, sita in Valle Brembana Superiore e dipendente dalla pieve di "San Martino oltre la Gogia", risultava essere "mercenaria delli vicini del comune". Vi erano erette le scuole del Santissimo Sacramento e del Rosario. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi l’oratorio dei Santi Sebastiano e Rocco nella contrada di Porla e l’oratorio di San Gottardo nella contrada di Pagliari. La comunità di Carona contava a quell’epoca 410 anime, di cui 291 comunicate, ed era retta da un curato mercenario la cui rendita ammontava a 700 lire annue (Marenzi 1666-1667).
Con decreto del vescovo Daniele Giustiniani in data 3 novembre 1688, la parrocchia di Carona veniva sottoposta all’autorità del vicario foraneo di Branzi (Fascicoli parrocchiali, Branzi). Tale dipendenza è confermata nelle fonti del secolo successivo. Nella serie dei registri relativi allo Stato del clero della diocesi a partire dal 1734, la parrocchia di Carona risulta infatti compresa nella vicaria di Branzi, almeno fino al 1763. Nella medesima fonte, essa risultava compresa entro la medesima circoscrizione geografica, facente però capo rispettivamente ai parroci di San Giovanni Bianco nel 1784 e Valleve nel 1822 (Stati del clero 1734-1822).
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta il 7 luglio 1780, nella parrocchiale figuravano la scuola del Santissimo Sacramento, presso l’altare maggiore, istituita l’anno 1723 e amministrata da un sindaco e da un tesoriere, la scuola del Rosario, presso l’altare omonimo, e la scuola della Dottrina cristiana. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi: l’oratorio di San Rocco, nella contrada di Porla, e l’oratorio di San Gottardo nella contrada di Pagliari, eretto dal comune e amministrato da sindaci della chiesa. Per la comunità di Carona, costituita da 318 anime di cui 215 comunicate, prestavano servizio un curato mercenario e un cappellano (Visita Dolfin 1778-1781).
Nel registro dello Stato del clero relativo all’anno 1861, la parrocchia di San Giovanni Battista di Carona risultava sottoposta alla vicaria XXIII di San Martino oltre la Goggia, entro la quale erano infatti riconfluite, già dal 1851 (Stati del clero 1851-1859), le parrocchie anticamente comprese nella vicaria di Branzi. A quest’epoca la comunità di Carona contava 630 anime, ed era retta da un parroco affiancato da un coadiutore. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi gli oratori dipendenti di San Gottardo e di San Rocco (GDBg).
La comunità rimase compresa entro tale vicaria almeno fino al 1905, quando, con decreto del vescovo Giacomo Maria Radini Tedeschi, la parrocchia di Carona venne inclusa nella vicaria di Branzi (decreto 12 ottobre 1905), alla quale la comunità di Carona restò aggregata fino alle successive modifiche dell’assetto territoriale della diocesi . Dal 1971, in seguito alla riorganizzazione diocesana in zone pastorali (decreto 28 giugno 1971), la parrocchia di Carona confluì nella zona pastorale IV, composta dalle parrocchie delle vicarie di Branzi, di San Martino Oltre la Goggia e di Santa Brigida (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, è entrata a far parte del vicariato locale di Branzi-Santa Brigida-San Martino Oltre la Goggia (decreto 27 maggio 1979).
Relazioni:
smembrata da:
Branzi [1450]
Compresa in:
pieve di Piazza Brembana sec. XV - 1568
vicaria foranea di Oltre la Goggia 1568 - [1688]
vicaria di Branzi [1688] - [1822]
vicaria di San Martino oltre la Goggia [1851] - 1905
vicaria di Branzi 1905 - 1979
zona pastorale IV 1971 - 1979
vicariato locale di Branzi - Santa Brigida-San Martino Oltre la Goggia 1979 - [1989]
ultima modifica: 31/08/2005
[ Roberta Frigeni ]
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