parrocchia di San Mattia apostolo 1494 - [1989]
Parrocchia della diocesi di Bergamo. Secondo quanto attestato nel registro dei Censuali redatto sotto l’episcopato Soranzo, la chiesa di San Mattia "contrate de Mois" si separò dalla chiesa di San Martino di Oltre la Goggia e venne eretta in parrocchia autonoma per volontà del vescovo Lorenzo Gabrieli il 3 dicembre 1494, come riportato nell’atto rogato dal notaio Prospero Suardi (Censuale Soranzo 1550-1558).
In occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta il 6 ottobre 1575, la parrocchia di San Mattia di Moio era compresa nella pieve di "Piazza Brembana". La parrocchia risultava amministrata attraverso il giuspatronato della comunità. Essa era infatti censita nel registro manoscritto recante l’elenco degli iuspatronati della diocesi di Bergamo relativi agli anni 1546-1560 (Iuspatronati 1546-1560). Il reddito della parrocchia ammontava a circa 100 lire e i vicini provvedevano a stipendiare il proprio curato per una somma pari a 200 lire. Officiava in qualità di parroco mercenario un frate dell’ordine eremitano di Sant’Agostino. La comunità di Moio contava a quell’epoca 450 anime, di cui 300 comunicate. All’epoca della visita apostolica del Borromeo, esisteva la scuola della Beata Vergine Maria e quella del Corpo di Cristo, entrambe non canonicamente erette. Entro la circoscrizione parrocchiale risultava compreso un consorzio della Misericordia, per il quale il visitatore apostolico predispose un governo più efficace che provvedesse all’amministrazione delle elemosine per i poveri, composto da due sindaci, un cancelliere e un tesoriere (Visita Borromeo 1575).
La parrocchia di Moio rimase compresa nella pieve di Piazza Brembana anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi (Acta synodalia bergomensis ecclesiae).
In occasione della visita pastorale del vescovo Gregorio Barbarigo, avvenuta tra il 1658 e il 1660, la parrocchia di Moio risultava compresa nella vicaria foranea di Piazza Brembana e godeva di un reddito pari a 470 lire, amministrato attraverso il giuspatronato della vicinia. La comunità provvedeva a stipendiare un parroco mercenario per una somma pari a 110 scudi. Il parroco era affiancato nel proprio servizio religioso da due sacerdoti, di cui uno officiante presso l’oratorio di Cambrembo. Presso la parrocchiale erano erette la scuola del Santissimo Sacramento, del Rosario e della Dottrina cristiana. Si registava la presenza di un istituto della Misericordia (Montanari 1997).
Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, la parrocchia posta sotto l’invocazione di San Mattia apostolo, sita in Valle Brembana Superiore e dipendente dalla pieve di "San Martino oltre la Gogia", risultava essere "mercenaria". Vi figuravano erette la scuola del Santissimo Sacramento, della Dottrina cristiana e quella del Rosario. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi un oratorio dedicato a Santa Maria Maddalena e un altro posto sotto l’invocazione di Santa Maria, sito nella contrada del Curto. I vicini provvedevano a stipendiare il curato mercenario per una somma pari a 220 lire. La comunità di Moio contava a quell’epoca 400 anime, di cui 274 comunicate (Marenzi 1666-1667).
Secondo quanto si desume dalla serie dei registri sullo Stato del clero della diocesi contenenti le relazioni dei vicari foranei a partire dall’anno 1734, la parrocchia di Moio de Calvi risultava compresa nella vicaria di "San Martino della Piazza" (Stati del clero 1734-1822).
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta il 10 luglio 1780, nella parrocchiale risultavano erette la scuola del Santissimo Sacramento, presso l’altare maggiore, la scuola del Rosario, presso l’altare omonimo, e la scuola della Morte e dell’Orazione presso l’altare del Santissimo Crocefisso. La chiesa era officiata da un curato mercenario, avente entrata pari a 700 lire, affiancato nel proprio servizio religioso da due cappellani. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi due oratori pubblici, l’uno dedicato a Santa Maria Maddalena di ragione del Comune, l’altro dedicato alla Natività della Beata Vergine. Si registrava l’esercizio della scuola della Dottrina cristiana, per gli uomini e per le donne. La comunità di Moio contava a quell’epoca 405 anime, di cui 301 comunicate (Visita Dolfin 1778-1781).
Nel 1861, la parrocchia di San Mattia apostolo di Moio risultava compresa nella vicaria XXIII di San Martino oltre la Goggia. A quest’epoca la comunità contava 384 anime, ed era retta da un parroco di nomina popolare affiancato da un cappellano. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi gli oratori dipendenti di Santa Maria Maddalena, di Sant’Anna e della Beata Vergine del Buon Consiglio (GDBg).
La parrocchia di Moio rimase compresa nella vicaria di San Martino Oltre la Goggia fino alle successive modifiche dell’assetto territoriale della diocesi . Dal 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali (decreto 28 giugno 1971), confluì nella zona pastorale IV, composta dalle parrocchie delle vicarie di San Martino Oltre la Goggia, di Branzi e di Santa Brigida (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, è entrata a far parte del vicariato locale di Branzi-Santa Brigida-San Martino Oltre la Goggia (decreto 27 maggio 1979).
Relazioni:
smembrata da:
San Martino oltre la Goggia 1494
compresa in:
pieve di Piazza Brembana 1494 - 1568
vicaria foranea di San Martino oltre la Goggia 1568 - 1979
zona pastorale IV 1971 - 1979
vicariato locale Branzi-Santa Brigida-San Martino Oltre la Goggia 1979 - [1989]
ultima modifica: 05/09/2005
[ Roberta Frigeni ]
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