parrocchia di San Lorenzo martire sec. XIV - [1989]

Parrocchia della diocesi di Bergamo. La chiesa arcipresbiterale di Calepio è tra le più antiche della diocesi. Da essa dipendeva in passato una vasta plebania che si estendeva su tutta la valle omonima. Documenti che la riguardano risalgono già al X secolo. L’"ecclesia de castro Calipio" compariva infatti entro un documento di permuta risalente all’anno 977, in cui si faceva cenno a un suo "preposito" (Pergamene archivi Bergamo 1988).
In una lista delle chiese di Bergamo sottoposte a un censo imposto dalla Santa Sede circa il 1260, la chiesa di Calepio risultava "caput plebis". Ulteriore menzione della chiesa si registra nell’elenco delle chiese e loro rappresentanti al sinodo bergamasco del 1304 indetto dal vescovo Giovanni da Scanzo. In tale fonte sono infatti nominati "presbiter Bonacius archipresbiter, presbiter Niger et comes Goycinus canonici" della chiesa intitolata a San Lorenzo in Calepio (Chiese di Bergamo sottoposte a censo).
Ulteriore attestazione di una chiesa in Calepio intitolata a San Lorenzo si trova in una serie di fascicoli che registrano, a partire dal 1360, le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi. Tra di essi, un’ordinanza di Bernabò Visconti riporta un indice generale ("nota ecclesiarum") delle chiese e monasteri di Bergamo, per poi specificarne le rendite e la tassa, nominando di ogni beneficio il titolare. In questa fonte la chiesa di Calepio risulta chiesa arcipretale plebana. Dall’attestazione del reddito della chiesa ricaviamo che in essa esistevano sei benefici (Nota ecclesiarum 1360).
In occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta il 15 settembre 1575, la chiesa arcipretale plebana di Calepio, posta sotto l’invocazione di San Lorenzo, risultava godere di un reddito annuo pari a 150 lire. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi l’oratorio di Santa Maria dell’Ambroseto, l’oratorio di Santo Stefano, l’oratorio di Santa Maria Elisabetta della Costa. La comunità di Calepio contava a quell’epoca 500 anime di cui 300 comunicate, ed era retta da un arciprete e da un coadiutore (Visita Borromeo 1575).
La parrocchia di Calepio restò a capo della pieve omonima anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, decretata dal vescovo Cornaro in occasione del II sinodo diocesano di Bergamo del 1568, in ottemperanza alle risoluzioni del primo concilio provinciale del 1565. Tali disposizioni vennero ridefinite nel III sinodo del 1574, negli atti del quale i confini pievani di Calepio risultano ricalcati dalla nuova circoscrizione ecclesiastica vicariale, comprensiva delle porzioni di territorio denominate "Calepio Superiore e Inferiore". Entro tale disposizione, la parrocchia di San Lorenzo risultava sottoposta al parroco di Paratico, nominato vicario foraneo della suddetta circoscrizione plebana (Acta synodalia bergomensis ecclesiae).
In occasione della visita pastorale del vescovo Gregorio Barbarigo, avvenuta nel 1659, la parrocchia di Calepio, a capo della vicaria foranea omonima, risultava godere di un beneficio pari a 200 scudi. Entro la parrocchiale erano istituite le scuole del Santissimo Sacramento, della Dottrina cristiana e del Rosario. La comunità era retta da tre sacerdoti e da un chierico (Montanari 1997).
Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, presso la chiesa arcipresbiterale plebana sotto l’invocazione di San Lorenzo martire di Calepio, risultavano erette le scuole del Santissimo Sacramento e del Rosario. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi l’oratorio della Visitazione della Beata Vergine Maria, l’oratorio della Presentazione della Beata Vergine Maria, "poi altri dedicati in honore della Beata Vergine Maria nella contrada di Gandosso". La comunità di Calepio contava a quest’epoca 715 anime di cui 508 comunicate, ed era retta da un arciprete vicario foraneo e da un sacerdote (Marenzi 1666-1667).
Nella serie dei registri sullo Stato del clero della diocesi, contenenti le relazioni dei vicari foranei dall’anno 1734, la parrocchia di Calepio risultava a capo della vicaria omonima (Stati del clero 1734-1822).
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin avvenuta il 22 maggio 1781, nella chiesa plebana arcipresbiterale di San Lorenzo figuravano la scuola del Santissimo Sacramento, presso l’altare maggiore, la scuola del Rosario presso l’altare omonimo e la confraternita della Dottrina cristiana. La parrocchia godeva di un reddito di circa 400 scudi, ed era officiata da due sacerdoti. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi gli oratori della Visitazione della Beata Vergine, della Presentazione della Beatissima Vergine, e di San Celestino martire. La comunità di Calepio risultava costituita a quell’epoca da 318 anime di cui 248 comunicate (Visita Dolfin 1778-1781).
Nel 1861, la parrocchia di "San Lorenzo martire" di Calepio risultava a capo della vicaria V. A quest’epoca la comunità contava 460 anime ed era retta da un arciprete plebano vicario foraneo affiancato da due cappellani. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi gli oratori dipendenti di Santa Maria alla’Ambroseto, della Visitazione di Maria Vergine e quello dedicato a San Vincenzo de’ Paoli (GDBg).
La parrocchia di Calepio restò capo vicaria fino alle successive modifiche dell’assetto territoriale della diocesi . Dal 1971, in seguito alla riorganizzazione diocesana in zone pastorali, la parrocchia di Calepio fu aggregata alla zona pastorale XIII, composta dalle parrocchie delle vicarie di Calepio, Predore e Telgate (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, è entrata a far parte del vicariato locale di Calepio-Telgate (decreto 27 maggio 1979).

Relazioni:
matrice di:
Gandosso 1678.
Costa (oratorio di Santa Maria Elisabetta)
1931

compresa in:
pieve di Calepio sec. XIV(?) - 1568
vicaria foranea di Calepio 1568 - 1979
zona pastorale XIII 1971 - 1979
vicariato di Calepio-Telgate 1979 - [1989]

ultima modifica: 31/08/2005

[ Roberta Frigeni ]