parrocchia di Sant'Alessandro della Croce sec. XIV - [1989]
Parrocchia della diocesi di Bergamo. La chiesa di Sant’Alessandro, chiamata in un documento del 1183 "ecclesia Sancti Alexandri de Mugazone", appare per la prima volta con l’attuale denominazione il 30 giugno 1196: "ecclesie Sancti Alexandri de Cruce" (Marchetti 1999). Successive attestazioni della chiesa si ritrovano nel XIV secolo. Nell’elenco dei rappresentanti delle chiese al sinodo del 1304 è infatti nominato un "presbiter Guido de Sancti Alexandri de la Cruce" (Chiese di Bergamo sottoposte a censo). Ulteriore menzione di tale chiesa si trova in una serie di fascicoli che registrano, a partire dal 1360, le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi. Tra di essi, un’ordinanza di Bernabò Visconti riporta un indice generale ("nota ecclesiarum") delle chiese e monasteri di Bergamo, per poi specificarne le rendite e la tassa, nominando di ogni beneficio il titolare. In questa fonte la chiesa di Sant’Alessandro della Croce è nominata "capela civitatis Bergomi" e vi era censito un solo beneficio (Nota ecclesiarum 1360).
In occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta il 2 ottobre 1575, presso la parrocchia di Sant’Alessandro della Croce, in borgo Sant’Antonio, risultavano erette la scuola del Santissimo Sacramento, istituita il 23 aprile 1411, il consorzio dell’orazione, fondato l’anno 1553, e unito alla scuola del Santissimo Sacramento. A quest’epoca, la comunità di Sant’Alessandro della Croce contava 4500 anime. Entro la circoscrizione parrocchiale si trovava la chiesa della Santissima Trinità, cui era annessa la scuola dei disciplini e in cui si esercitava la Dottrina cristiana per i maschi. Erano censite inoltre le chiese del Santo Spirito dei canonici regolari, la chiesa di San Bernardino cui era annessa la scuola dei disciplini, la chiesa di San Giovanni detto "dell’Ospedale" in commenda "fratri Bernardino Scaliae aequiti Hierosolomitano", la chiesa di San Bartolomeo dei domenicani, la chiesa di Santa Margherita, annessa alla chiesa dei frati di Santa Maria delle Grazie "in qua congregantur infrascripti Tertiarii ordinis Sancti Francisci", la chiesa di Sant’Alessandro dei cappuccini, la chiesa di Santa Maria dei frati francescani delle Grazie, con annessa la scuola della Concezione della Beata Vergine, la chiesa di Santa Maria del Tempio, in commenda ai gerosolimitani, la chiesa di San Pietro in Boccaleone e la chiesa di San Fermo del monastero benedettino, soppresso e unito al monastero di San Benedetto di Bergamo per decreto dello stesso Borromeo. Erano inoltre comprese la chiesa di Tutti i Santi chiamata "de Galgaro", la chiesa dei Santi Simone e Giuda e la chiesa di San Pietro di Bianzano, tutte e tre antiche prepositure degli umiliati (Diocesi di Bergamo 1988). Si registrava la presenza di diversi consorzi: il consorzio dei Santi Antonio e Giovanni, chiamato dello Spirito Santo, retto da ministri secolari, il consorzio della vicinia di Sant’Alessandro, privo di regolare erezione, ma dotato di antica regola, retto da officiali scelti dagli scolari. Erano compresi nel circondario della parrocchia i seguenti monasteri: Santo Spirito dei canonici regolari, Sant’Alessandro dei cappuccini, il convento degli orfani e il convento delle convertite, infine il monastero di Sant’Agostino degli eremitani. Nei confini della parrocchia di Sant’Alessandro della Croce abitavano a quest’epoca i seguenti ecclesiastici: un parroco, tre frati e cinque cappellani prestanti servizio nella parrocchiale, altri due cappellani, quattro frati, tre sacerdoti, due accoliti e cinque chierici prestanti servizio presso le chiese comprese nel circondario della parrocchia (Visita Borromeo 1575).
In un coevo manoscritto recante l’elenco dei benefici delle chiese della diocesi di Bergamo erano censite le seguenti chiese e monasteri: in borgo San Tommaso la chiesa e monastero di Santa Maria delle monache "del Paradiso" dell’ordine dei servi di Santa Maria, la chiesa di San Tommaso, dove si esercitava la cura dei poveri all’interno di un ospedale, la chiesa di San Pietro "ubi erat domus propositus ordinus Humiliatorum Sancti Petri de Bianzano nuncupatam", la chiesa e monastero dei Santi Simone e Giuda dell’ordine degli umiliati, la vicina chiesa di Santa Maria del Tempio, la chiesa e monastero di San Bartolomeo sita in prato di Sant’Alessandro, la chiesa di San Bernardino, la chiesa di San Giovanni dell’Ospedale, la chiesa dell’Annunciazione della Beata Maria con l’annessa casa delle fanciulle orfane, la chiesa di Santa Maria Maddalena con il convento delle Convertite, la chiesa della Santissima Trinità, la chiesa e monastero di Santo Spirito dell’Ordine di Sant’Agostino. Fuori della porta del borgo di Sant’Antonio era invece la chiesa di Sant’Antonio, la chiesa e monastero di Tutti i Santi "de Galgario" dell’ordine degli umiliati, la chiesa e monastero di San Fermo "translatam ad monasterium de Sancti Benedicti", la chiesa campestre di San Maurizio, membro del predetto monastero, la chiesa di Sant’Alessandro e monastero dei cappuccini, la chiesa di San Pietro in contrada di Boccaleone (Beneficiorum ecclesiasticorum 1577).
In occasione della visita pastorale del vescovo Barbarigo, avvenuta tra il 1658 e il 1660, la parrocchia cittadina di Sant’Alessandro della Croce risultava come beneficiata. La popolazione era di 3910 anime, di cui 2650 comunicate. In essa risultavano erette tre scuole dei disciplini, la scuola del Suffragio, la compagnia dell’Orazione e la scuola della Dottrina cristiana. Il clero era costituito a quest’epoca da un parroco, tre canonici, quarantatre sacerdoti, otto sacerdoti "gentiluomini" e ventitre chierici (Montanari 1997).
Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, presso la chiesa parrocchiale prepositurale cittadina di Sant’Alessandro martire risultavano erette le scuole del Corpus Domini, del Suffragio e delle Anime del Purgatorio. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi due luoghi pii chiamati consorzio di Sant’Alessandro e consorzio di Santo Spirito, e le chiese di San Bartolomeo, con l’annesso monastero dei padri dell’Ordine dei predicatori, del Santissimo Spirito, con l’annesso monastero dei padri canonici regolari lateranensi, di Tutti i Santi detta di Galgario con il monastero de padri dell’ordine di San Francesco di Paola, di Sant’Alessandro con il monastero dei padri cappuccini, di Santa Maria Madre del Signore con il monastero di monache dell’Ordine domenicano, di Santa Croce con il monastero di monache cappuccine. Si registrava inoltre la presenza della chiesa dedicata ai Santi Simone e Giuda apostoli detta della "mansione"[Magione], prepositura ridotta in commenda, della chiesa di Santa Maria Elisabetta, della chiesa di San Giovanni dell’Ospedale dei Cavalieri di Malta, della chiesa di Santa Maria Maddalena con casa delle madri convertite, della chiesa di San Martino con casa di ricovero dei poveri orfanelli, governati dalla Congregazione somasca. Esistevano poi la chiesa dedicata all’Annunciazione della Beatissima Vergine con casa delle povere orfanelle, la chiesa di San Carlo con casa detta del soccorso per le figliole nubili adulte e povere "quali sono in pericolo di offendere la loro honestà", la chiesa della Santissima Trinità in cui erano erette due confraternite, l’una dei disciplini bianchi militanti sotto il gonfalone di Santa Maria Maddalena e l’altra dell’abito rosso aggregata all’arciconfraternita della Santissima Trinità di Roma, la chiesa di San Bernardino, in cui era eretta la confraternita dei disciplini militanti sotto il gonfalone di Santa Maria Maddalena di Bergamo e aggregata all’arciconfraternita del gonfalone di Roma. Vi era inoltre una congregazione di donne dedicata all’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Fuori delle mura della città erano compresi la chiesa dei Santissimi Fermo e Rustico, con l’antico monastero delle monache dell’Ordine di San Benedetto, la chiesa di San Maurizio vicino a San Fermo, la chiesa di Santa Brigida nella contrada di Aste, la chiesa di San Pietro nella contrada di Boccaleone, la chiesa di Sant’Antonio nel Borgo Palazzo, la chiesa di Sant’Anna, la chiesa dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, la chiesa della Madonna detta delle Nuvole. A quest’epoca nella comunità di Sant’Alessandro della Croce, retta da un curato beneficiato, risiedevano quarantotto sacerdoti e sette cappellani, contava 4700 anime di cui 3250 comunicate (Marenzi 1666-1667).
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta il 20 dicembre 1778, risultavano istituite nella parrocchiale la confraternita del Santissimo Sacramento, presso l’altare dell’Orazione, eretta il 23 aprile dell’anno 1511 e governata dai reggenti della chiesa, e la confraternita del Suffragio, presso l’altare di San Gregorio. Entro la parrocchia esistevano tre consorzi, tutti amministrati da reggenti laici, quello di Sant’Alessandro in Pignolo, Sant’Alessandro "post Murgulam" in borgo Palazzo, e Santo Spirito in borgo Sant’Antonio. Quest’ultimo, a differenza degli altri, aveva alle proprie dipendenze anche due sacerdoti incaricati di insegnare ai poveri fanciulli di borgo Palazzo e di borgo Sant’Antonio. Negli atti della visita era censita anche una Casa chiamata "de’ Poveri" sita in borgo Palazzo. All’epoca della suddetta visita risultavano uniti alla parrocchia l’oratorio di San Lupo, utilizzato come cimitero della parrocchia, e l’oratorio del Santissimo Crocefisso. Entro la circoscrizione parrocchiale erano compresi gli oratori separati, ma dipendenti, di San Bernardino, con aggregata la confraternita dei disciplini, Santissima Trinità, con le confraternite del gonfalone e della Santissima Trinità, Sant’Anna in borgo Palazzo, con la confraternita dei disciplini degli Agonizzanti, Sant’Antonio Foris, Immacolata Concezione in borgo Palazzo, San Giuseppe in borgo Palazzo, San Pietro in Boccaleone, Santa Brigida "d’Aste", San Francesco in "Spavenga" [Spalenga], San Francesco in "Seradina", Beata Vergine Maria in Boccaleone, Beata Vergine Maria, Santissima Annunciata, Santi Tre Re Magi, Beata Vergine Maria, San Pietro in Bianzana in borgo San Tomaso, Maria Immacolata in borgo Sant’Antonio. Erano inoltre registrati gli oratori di Santa Maria Maddalena delle Convertite, Santa Maria delle Orfane e San Raffaelo in contrada San Giovanni, San Carlo del Soccorso, San Maurizio nei Campi, San Fermo nei Campi di ragione delle madri di San Benedetto, Beata Vergine della Neve, Santi apostoli Simone e Giuda. Oltre ai suddetti, erano censiti anche sette oratori di ragione di privati e cinque chiese annesse ad altrettanti monasteri di regolari, ossia Spirito Santo dell’antica canonica dei canonici regolari, Santi Stefano protomartire e Bartolomeo apostolo dei padri predicatori di San Domenico, Sant’Alessandro martire dei padri cappuccini, Tutti i Santi dei padri minimi di San Francesco di Paola. C’erano poi le chiese annesse ai monasteri di monache, ossia la chiesa della Santissima Annunciata delle monache Matris Domini,e San Raffaello delle terziarie di San Francesco. Era inoltre censito il collegio delle Dismesse, le quali erano "del tutto secolari, ma nello spirituale dipendenti dal parroco", le due commende dei Cavalieri di Malta con le due chiese di San Giovanni Battista e di Sant’Elisabetta. Erano quattro i "conservatorii": il primo del Soccorso per le figlie pericolanti, sotto il titolo di San Carlo, governato nel temporale dalla carità dei "pietosi Secolari" e nello spirituale dal parroco, il secondo delle Orfane, sotto il titolo di Santa Maria delle Orfane, amministrato come il precedente, il terzo delle Convertite, sotto il titolo di Santa Maria Maddalena, il quarto degli Orfani, amministrato da laici nel temporale e dai somaschi nello spirituale. La comunità contava a quest’epoca 6878 anime, di cui 5607 comunicate. Era retta da un parroco beneficiato e centodiciassette erano i sacerdoti in tutta la circoscrizione, di cui dodici prestanti servizio entro la parrocchiale (Visita Dolfin 1778-1781).
Secondo quanto si desume dalla serie dei registri sullo Stato del clero della diocesi, contenenti le relazioni dei vicari foranei a partire dall’anno 1734, la parrocchia di Sant’Alessandro della Croce risultava compresa nella vicaria cittadina. Nel 1734 la comunità contava 5501 anime, di cui 4354 comunicate (Stati del clero 1734-1822). Nel 1851, la parrocchia di Sant’Alessandro della Croce risultava a capo di una circoscrizione vicariale, entro la quale era compresa la parrocchia di Boccaleone (Stati del clero 1851-1859). Tale configurazione si protrasse fino al 1859, quando i registri dello stato del clero censivano autonomamente le chiese cittadine, qualificandole parrocchie della "città e suburbio".
Nel 1861, la chiesa prepositurale con residenza corale di "Sant’Alessandro della Croce" risultava censita come "V parrocchia urbana". A quest’epoca la comunità contava 5012 anime, era retta da un prevosto, due coadiutori, quattro cappellani addetti alla prepositura e tredici residenti corali. Entro la circoscrizione parrocchiale erano comprese le chiese sussidiarie dei Santi Bartolomeo e Stefano, Santo Spirito, San Bernardino, Sant’Elisabetta, San Pietro apostolo, San Lupo, ad uso della congregazione maschile, San Carlo al Soccorso, chiesa addetta all’orfanotrofio delle pericolanti, Santi Simone e Giuda apostoli, e Matris Domini. Quest’ultima chiesa era di ragione del monastero delle domenicane (GDBg).
La comunità di Sant’Alessandro della Croce rimase compresa entro la circoscrizione delle parrocchie urbane fino alle successive modifiche dell’assetto territoriale della diocesi . Dal 1971, in seguito alla riorganizzazione diocesana in zone pastorali, la parrocchia di Sant’Alessandro della Croce fu aggregata alla zona pastorale XIX, composta dalle parrocchie della zona del centro cittadino (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, la parrocchia è entrata a far parte del vicariato urbano Nord-Ovest (decreto 27 maggio 1979).
Relazioni:
compresa in:
pieve urbana sec. XVI - 1979
zona pastorale XIX 1971 - 1979
vicariato urbano Nord-Ovest 1979 - [1989]
Matrice di:
parrocchia dei Santi Pietro e Paolo apostolo (Boccaleone) 1847
parrocchia di Sant’Anna 1859
parrocchia di Santa Caterina sec. XIV(?)
ultima modifica: 31/08/2005
[ Roberta Frigeni ]
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/1500184/