parrocchia di Santa Grata inter Vites sec. XIV - [1989]
Parrocchia della diocesi di Bergamo. La prima notizia documentaria relativa ad una cappella dedicata a Santa Grata in Bergamo risale all’VIII secolo. Nel testamento del gasindio regio Taido del 774, infatti, veniva nominata una "basilica Sancte Grate" sita "prope civitate Bergomate" (Pergamene archivi Bergamo 1988). Si ha menzione della chiesa di Santa Grata in altra fonte più tardiva, risalente al XIV secolo. Nell’elenco dei rappresentanti delle chiese al sinodo del 1304 è infatti nominato un "pre Pergaminus de Sancte Grate inter vites" (Chiese di Bergamo sottoposte a censo). Ulteriore attestazione di tale chiesa si trova in una serie di fascicoli che registrano, a partire dal 1360, le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi. Tra di essi, un’ordinanza di Bernabò Visconti riporta un indice generale ("nota ecclesiarum") delle chiese e monasteri di Bergamo, per poi specificarne le rendite e la tassa, nominando di ogni beneficio il titolare. In questa fonte la chiesa di Santa Grata è nominata "capela civitatis Bergomi" e vi erano censiti due benefici (Nota ecclesiarum 1360).
In occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta il 24 settembre 1575, la parrocchiale di Santa Grata inter vites, "extra moeniam constructa", risultava consacrata. Stando a quanto riportato da Ronchetti, la consacrazione sarebbe avvenuta l’anno 1399, per mano del vescovo Branchino da Besozzo (Ronchetti 1818). All’epoca della visita del Borromeo, la parrocchia risultava godere di un beneficio pari a 150 scudi aurei annui. Nella parrocchiale era eretta la scuola del Santissimo Sacramento, governata da officiali del consorzio della vicinia. Entro la circoscrizione parrocchiale erano comprese la chiesa sussidiaria di Sant’Erasmo, cui era annessa la scuola dei disciplini, retta da un ministro, un sottoministro, un tesoriere e un canevario, e la chiesa di San Gottardo del monastero dei frati serviti. Erano inoltre censite la chiesa di San Matteo, con dignità prepositurale ("quae sine iure est; et alias, dignitas praeposituralis existebat, nunc autem habitu tantum remansit et ab immemorabili tempore citra destituta reperitur"), la chiesa di Santa Maria di Valverde "extra moeniam civitatis constructam", la chiesa di Santa Maria di Longuelo, la chiesa di San Matteo "supram collem Longoli", la chiesa di San Martino "in contrata del Cornu extra moenia civitatis", la chiesa dell’abbazia di San Sepolcro di Astino dell’Ordine dei vallombrosani, sita "extra moenia civitatis", la chiesa di San Nazario in Curnasco, la cui comunità, retta da un cappellano mercenario stipendiato, pretendeva la propria autonomia parrocchiale. Si citavano infine l’oratorio di Santa Maria del Sepolcro, sito "in via publica", la chiesa di San Vigilio, presso la quale era istituito il consorzio della vicinia di San Vigilio retto da tre sindaci e otto consiglieri, la chiesa dei disciplini di San Sebastiano "in contrata de Botta", la cui scuola era stata istituita nel 1540, l’oratorio di Santa Maria della "Madonina", la chiesa di San Rocco "loci Fontanae", la chiesa di Santa Maria "de Castanea", l’oratorio di San Rocco "de Castenita", la chiesa campestre di San Benedetto in Valmarina, nel luogo in cui anticamente sorgeva un monastero delle monache benedettine che, seppur trasferite in borgo San Leonardo, provvedevano a stipendiare il cappellano della chiesa, e il consorzio della vicinia di borgo Canale, eretto nel 1504. La comunità di Santa Grata contava allora 1200 anime comunicate, ed era officiata da sette sacerdoti, un diacono, e cinque chierici "absque titulo" (Visita Borromeo 1575). In un coevo manoscritto recante l’elenco dei benefici delle chiese della diocesi di Bergamo, risultano ulteriori oratori nei confini della parrocchia: una capella intitolata a Santa Maria in contrada Sudorno e un oratorio sotto il titolo della Beata Maria "Castanea", sito in contrada di Fontana, di recente costruzione. In tale fonte si appuntava inoltre che la chiesa di San Rocco in Fontana era "fabricata dudum" e che in essa si celebrava nei giorni festivi per la comodità dei vicini di detta contrada, troppo distante dalla parrocchiale. In tale fonte si menzionava pure la presenza di una cappella "in ripa montis Sancti Vigilii" posta sotto il titolo di Santa Maria, nella quale per la devozione dei fedeli si celebrava molto spesso la messa. Venivano inoltre citate "in contrata nuncupata la Giesiola" la chiesa di Santa Maria Gesiole e, vicino a quest’ultima, la chiesa dedicata a San Bernardo (Beneficiorum ecclesiasticorum 1577).
Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, presso la parrocchiale cittadina sotto l’invocazione di Santa Grata detta inter Vites situata nel Borgo Canale, erano erette le scuole del Santissimo Sacramento presso l’altare maggiore e del Rosario presso l’altare della Beata Vergine Maria. Entro la circoscrizione parrocchiale era compreso un luogo pio chiamato Consorzio. Vi si trovavano inoltre un monastero dei monaci della Congregazione di Vallombrosa con annessa una chiesa dedicata al Santo Sepolcro, un altro monastero dei frati dell’Ordine dei servi con annessa la chiesa dedicata a San Gottardo, un monastero dei frati del Terzo Ordine di San Francesco con una chiesa dedicata alla Beata Vergine Maria nella contrada di Longuelo. Gli oratori compresi entro la parrocchia erano Sant’Erasmo in Borgo Canale, in cui era eretta una confraternita dei disciplini militanti sotto il gonfalone di Santa Maria Maddalena, San Martino di giuspatronato dell’Ospedale Maggiore di Bergamo, San Matteo nella contrada di Longuelo, Beata Vergine Maria in Valle d’Astino, Sant’Anna nella predetta contrada, San Rocco nella contrada di Fontana, Beata Vergine Maria della Castagna nella medesima contrada, San Sebastiano, San Rocco nella contrada di Carnida di sopra, San Vigilio nella contrada chiamata il Monte di San Vigilio, la cappella di Santa Maria Maddalena nel castello di San Vigilio, Beata Vergine Maria nella contrada di San Vigilio, San Marco nella contrada Paradiso, Natività della Beata Vergine Maria nella contrada di Sudorno, la capella di San Benedetto nella contrada di Val Marina di ragione delle monache di San Benedetto di Bergamo. A quest’epoca la comunità di Santa Grata, retta da un curato beneficiato stipendiato per 2450 lire, da un chierico e tre cappellani, contava 2020 anime di cui 1100 comunicate (Marenzi 1666-1667).
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin avvenuta il 19 agosto 1781, nella parrocchiale risultavano erette la scuola del Santissimo Sacramento, presso l’altare maggiore, e la confraternita del Santissimo Rosario presso l’altare omonimo, entrambe amministrate da deputati laici. Si registrava inoltre l’erezione della scuola della Dottrina cristiana presso l’altare di Sant’Anna. Da quest’ultima dipendevano le altre scuole della Dottrina cristiana che si tenevano negli oratori della parrocchia. Entro i confini della circoscrizione parrocchiale erano compresi gli oratori di Santa Maria Maddalena in Castello detto la "Capella", retto da un proprio cappellano, Sant’Erasmo in Borgo Canale, dove era eretta la confraternita dei disciplini bianchi, Beata Vergine della Riva sotto il Castello, San Vigilio sull’omonimo monte, retto da un proprio sacerdote, San Sebastiano sul monte della Botta, retta da un cappellano, San Rocco di Fontana, Beata Vergine della Castagna, officiata da un cappellano, Sant’Anna in Valle d’Astino, Santa Maria del Bosco, Beata Vergine dello Spasimo, San Michele dei Morti in Longuelo, San Matteo di Longuelo Superiore officiata da un cappellano, Santa Maria di Loreto in Broseta, retta da un cappellano, San Martino detto della Pigrizia, officiata da un cappellano, San Marco, Santa Maria in Sudorno con un proprio cappellano, Santa Maria della Cintura sul monte San Vigilio, Visitazione di Maria, Santa Maria Annunciata in Fontana. Le due chiese di San Nazaro e Celso in Curnasco e di San Rocco in Castagneta risultavano smembrate da Santa Grata ma sottoposte alle consuete forme di riconoscimento della dipendenza dalla chiesa matrice, tra cui la nomina del rettore. Si registrava inoltre la presenza di un consorzio della Misericordia che dispensava ogni anno 280 lire in sale agli abitanti della contrada, del monastero di San Gottardo dell’Ordine dei servi di Maria, del monastero di San Sepolcro di Astino dell’Ordine di San Giovanni Alberto e di Santa Maria di Longuelo dell’Ordine di San Francesco. La comunità della parrocchia contava a quest’epoca 2305 anime di cui 1315 comunicate, ed era retta da un prevosto beneficiato e da cinque sacerdoti. Il beneficio della parrocchia ammontava a circa 400 scudi (Visita Dolfin 1778-1781).
Secondo quanto si desume dalla serie dei registri sullo Stato del clero della diocesi, contenenti le relazioni dei vicari foranei a partire dall’anno 1734, la parrocchia di Santa Grata inter vites risultava compresa nella vicaria cittadina. La comunità, nel 1734, contava 2141 anime di cui 1635 comunicate. Nella medesima fonte, alla sua "prepositura" risultavano sottoposte le parrocchie di San Rocco di Castagneta e San Nazario in Curnasco (Stati del clero 1734-1822).
Nel 1805, in seguito al decreto sulla riunione delle parrocchie nelle venti città principali del Regno d’Italia, alla parrocchia di Santa Grata inter Vites venne accorpata la chiesa di San Rocco in Castagneta (decreto 22 giugno 1805); le disposizioni governative relative a Castagneta vennero recepite nel decreto attuativo promulgato dal vescovo Dolfin in data 10 gennaio 1806 (decreto 10 gennaio 1806).
Nel 1861, la parrocchia VI di "Santa Grata Inter Vites" risultava censita come "parrocchia urbana". A quest’epoca la comunità contava 2338 anime, ed era retta da un prevosto e tre sacerdoti. Entro la circoscrizione parrocchiale erano comprese la chiesa dipendente di San Vigilio sul Monte, San Sebastiano, San Rocco in Fontana, San Martino detto della Pigrizia, Sant’Erasmo, Santa Maria in Sudorno (GDBg).
La comunità di Santa Grata rimase compresa entro la circoscrizione delle parrocchie urbane fino alle successive modifiche dell’assetto territoriale della diocesi . Dal 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali, la parrocchia di Santa Grata inter Vites fu aggregata alla zona pastorale XIX, composta dalle parrocchie della zona del centro cittadino (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi, la parrocchia è entrata a far parte del vicariato urbano Nord-Ovest (decreto 27 maggio 1979).
Relazioni:
compresa in:
pieve urbana sec. XVI(?) - 1979
zona pastorale XIX 1971 - 1979
vicariato urbano Nord-ovest 1979 - [1989]
matrice di:
San Rocco confessore in Castagneta 1733
San Nazaro e Celso in Curnasco ….
Fontana 1884
Longuelo 1845
ultima modifica: 31/08/2005
[ Roberta Frigeni ]
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/1500187/