parrocchia di San Cassiano sec. XIV - 1805
Parrocchia della diocesi di Bergamo. La prima notizia documentaria relativa a una cappella dedicata in città a San Cassiano risale al IX secolo. Nell’atto dell’anno 897 con cui il vescovo Adalberto istituiva la canonica di San Vincenzo veniva infatti nominata la "basilica Beati Cassiani martyris Christi", alla quale spettava il mantenimento della suddetta canonica (Pergamene archivi Bergamo 1988). Si ha menzione della chiesa di San Cassiano in altra fonte più tardiva, risalente al XIV secolo. Nell’elenco dei rappresentanti delle chiese al sinodo del 1304 era nominato "pre Bontempus presbiter Sancti Cassiani" (Chiese di Bergamo sottoposte a censo). Ulteriore attestazione della chiesa di San Cassiano risale al 1360. E’ possibile affermarlo grazie all’analisi di una serie di fascicoli che registrano, a partire da quella data, le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi. Tra di essi, un’ordinanza di Bernabò Visconti riporta un indice generale ("nota ecclesiarum") delle chiese e monasteri di Bergamo, per poi specificare per ciascuno di essi le rendite e la tassa, nominando di ogni beneficio il titolare. In questa fonte troviamo attestazione della chiesa di San Cassiano, "capela civitatis Bergomi". Dalla menzione del reddito ricaviamo che vi era censito un solo beneficio (Nota ecclesiarum 1360).
In occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta il 20 settembre 1575, la parrocchia di San Cassiano risultava godere di un beneficio dal reddito pari a 60 ducati imperiali, oltre ad altri 10 scudi provenienti dai redditi di una cappellania e di un chiericato. La comunità era costituita anche dalle famiglie dell’antica parrocchiale di San Giacomo, demolita in seguito alla costruzione delle mura cittadine. Il Borromeo, in qualità di visitatore apostolico, ribadì l’unione della soppressa parrocchia di San Giacomo a quella di San Cassiano, richiamandone il concorso per il sostentamento della fabbrica di quest’ultima. Il metropolita decretò inoltre l’erezione della scuola del Santissimo Sacramento (Visita Borromeo 1575). In un coevo registro manoscritto, recante l’elenco dei benefici delle chiese della diocesi di Bergamo, si faceva menzione delle "ecclesie dirute" di Santo Stefano e San Giacomo della Porta, specificando che la cura d’anime veniva spartita tra le parrocchie di Sant’Alessandro in Colonna, San Cassiano e San Salvatore (Beneficiorum ecclesisticorum 1577).
In occasione della visita pastorale del vescovo Barbarigo, avvenuta tra il 1658 e il 1660, la parrocchia cittadina di San Cassiano risultava censita come chiesa beneficiata. In essa risultavano erette le scuole del Santissimo Sacramento, del Suffragio, delle Cinque Piaghe e della Dottrina cristiana per le donne. Il clero era costituito a quest’epoca da un parroco, da cinque sacerdoti e tre chierici (Montanari 1997).
Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, presso la parrocchia cittadina sotto l’invocazione di San Cassiano vescovo e martire erano erette le scuole del Santissimo Sacramento, delle Cinque Piaghe di Nostro Signore Gesù Cristo, del Suffragio per le anime dei Morti, e della Dottrina cristiana. A quest’epoca la comunità, presso cui prestavano servizio un parroco, tre cappellani, sette sacerdoti e due chierici, contava 850 anime di cui 500 comunicate (Marenzi 1666-1667).
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta l’11 febbraio 1779, risultavano esistenti la scuola del Suffragio dei Morti presso l’altare dedicato alla Santissima Vergine di Loreto, a San Giacomo e a Nicolò di Bari, governata da sette deputati secolari, e la scuola del Santissimo Nome di Gesù, presso l’altare omonimo. Entro la circoscrizione parrocchiale era compreso l’oratorio pubblico di Sant’Antonio, l’oratorio privato della famiglia Agosti, quello della famiglia Vertova e infine l’oratorio di ragione dei Terzi. La comunità di San Cassiano contava a quest’epoca circa 576 anime, di cui 645 comunicate (Visita Dolfin 1778-1781).
Secondo quanto si desume dalla serie dei registri sullo Stato del clero della diocesi, contenenti le relazioni dei vicari foranei a partire dall’anno 1734, la parrocchia di San Cassiano risultava compresa nella vicaria cittadina. Nel 1734 la comunità contava 704 anime, di cui 576 comunicate (Stati del clero 1734-1822).
Nel 1805 venne soppressa e accorpata in qualità di chiesa sussidiaria alla parrocchia della Cattedrale (decreto 22 giugno 1805). Le disposizioni governative vennero recepite nel decreto promulgato dal vescovo Dolfin in data 10 gennaio 1806, nel quale veniva esplicitamente disposta la chiusura della chiesa (decreto 10 gennaio 1806).
Relazioni:
compresa in:
pieve urbana
vicaria urbana
accorpata a:
Sant’Alessandro della Cattedrale
1805
ultima modifica: 31/08/2005
[ Roberta Frigeni ]
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/1500288/