parrocchia di San Michele al Pozzo Bianco sec. XIV - 1805

Parrocchia della diocesi di Bergamo. La prima notizia documentaria relativa a una cappella nel suburbio di Bergamo dedicata a San Michele risale all’VIII secolo. Nel testamento del gasindio regio Taido del 774 veniva nominata una "basilice Beatissimi Sancti archangeli Michaelis foris muro civitate Bergomate" (Pergamene archivi Bergamo 1988).
Si ha menzione della chiesa di San Michele in altra fonte più tardiva, risalente al XIV secolo. Nell’elenco dei rappresentanti delle chiese al sinodo del 1304 era infatti nominato "presbiter Martinus Sancti Michaelis de puteo albo" (Chiese di Bergamo sottoposte a censo).
Ulteriore attestazione della chiesa di San Michele al Pozzo Bianco in città si trova in una serie di fascicoli che registrano, a partire dal 1360, le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi. Tra di essi, un’ordinanza di Bernabò Visconti riporta un indice generale ("nota ecclesiarum") delle chiese e monasteri di Bergamo, per poi specificarne le rendite e la tassa, nominando di ogni beneficio il titolare. In questa fonte la chiesa di San Michele risulta "capela civitatis Bergomi". Dall’attestazione del reddito, si ricava che vi erano censiti due benefici (Nota ecclesiarum 1360).
In occasione della visita apostolica dell’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, avvenuta il 23 settembre 1575, presso la parrocchia di San Michele al Pozzo Bianco risultavano eretti la scuola del Santissimo Sacramento, il consorzio della Vergine e il consorzio del Corpo di Cristo. Entro la circoscrizione parrocchiale era compresa la chiesa annessa al monastero di Sant’Agostino, a cui era aggregato il consorzio di Sant’Orsola. Esistevano inoltre i consorzi della vicinia di San Michele, contiguo alla parrocchiale, e di San Nicola (Visita Borromeo 1575).
In occasione della visita pastorale del vescovo Barbarigo, avvenuta tra il 1658 e il 1660, la parrocchia cittadina di San Michele al Pozzo Bianco risultava godere di un beneficio dal reddito pari a 80 scudi. In essa erano erette le scuole del Santissimo Sacramento, dei disciplini e della Dottrina cristiana. Il clero era costituito a quest’epoca dal solo parroco (Montanari 1997).
Nel Sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, presso la parrocchiale cittadina sotto l’invocazione di San Michele arcangelo, detta del Pozzo Bianco, risultavano erette le scuole del Santissimo Sacramento e della Dottrina cristiana, oltre alla confraternita dei disciplini militanti sotto il gonfalone di Santa Maria Maddalena di Bergamo. Entro la circoscrizione parrocchiale era compreso un luogo pio detto Consorzio. Nei confini della parrocchia si trovava la chiesa monastica di Sant’Agostino. A quest’epoca la comunità contava 850 anime, di cui 500 comunicate. Il clero era costituito dal un parroco, il cui reddito ammontava a 40 lire, e da un cappellano (Marenzi 1666-1667).
In occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta nel 11 febbraio 1779, risultavano eretti un luogo pio detto il Consorzio, presso l’altare dell’Assunzione della Santissima Vergine, e la scuola del Santissimo Sacramento, governati entrambi da "gentiluomini" della parrocchia. Entro la circoscrizione parrocchiale era compreso l’oratorio pubblico di San Giuseppe, governato e amministrato dalla "compagnia dei marengoni", e l’oratorio di Maria Santissima "nominata delle Grazie". La comunità di San Michele, retta da un parroco, sei cappellani, tre sacerdoti e quattro canonici, contava a quest’epoca circa 603 anime, di cui 409 comunicate (Visita Dolfin 1778-1781).
Secondo quanto si desume dalla serie dei registri sullo Stato del clero della diocesi, contenenti le relazioni dei vicari foranei a partire dall’anno 1734, la parrocchia di San Michele al Pozzo Bianco risultava compresa nella vicaria cittadina. Nel 1734 la comunità contava 568 anime di cui 480 comunicate (Stati del clero 1734-1822).
Venne soppressa nel 1805 e accorpata, in qualità di chiesa sussidiaria, alla parrocchia di Sant’Andrea (decreto 22 giugno 1805). Le disposizioni governative vennero recepite nel decreto promulgato dal vescovo Dolfin in data 10 gennaio 1806 (decreto 10 gennaio 1806).

Relazioni:
compresa in:
pieve urbana
vicaria urbana

accorpata a:
Sant’Andrea
1805

ultima modifica: 31/08/2005

[ Roberta Frigeni ]