parrocchia di Sant'Antonio di Padova sec. XVI - [1989]
Parrocchia della diocesi di Bergamo. La parrocchia di Sant’Antonio di Peia risulta menzionata negli atti della visita apostolica che l’arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo, compì nella diocesi di Bergamo nel 1575. Secondo quanto attestato da Pagnoni, la costruzione della chiesa di Peia, iniziò il 9 aprile 1429, con licenza del vescovo Francesco Aregazzi e divenne parrocchiale, rendendosi autonoma da Gandino, oltre cento anni più tardi, il 2 maggio 1561 (Pagnoni 1992). Il giorno 11 ottobre 1575, l’arcivescovo di Milano, Carlo Borromeo, visitando la chiesa parrocchiale di Sant’Antonio di Peia, nella pieve di Gandino, vi annotava la presenza di cinque altari. Il reddito annuo del beneficio parrocchiale era di circa 140 lire. Era registrata la presenza di un sacerdote che amministrava la parrocchia, di iuspatronato degli stessi parrocchiani. Egli aveva in cura circa 1100 anime, di cui 680 comunicate. Si teneva la scuola della dottrina cristiana ed erano presenti la scuola del Santissimo Sacramento e il consorzio della Misericordia. Nei confini della parrocchia esisteva la chiesa di Santa Maria Elisabetta (Visita Borromeo 1575).
La parrocchia di Peia, restò compresa entro la pieve di Gandino anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, decretata dal vescovo Cornaro, in occasione del II sinodo diocesano del 1568, in ottemperanza alle risoluzioni del primo concilio provinciale del 1565. Tali disposizioni vennero ridefinite nel III sinodo del 1574, negli atti del quale i confini pievani di Gandino risultavano ricalcati dalla nuova circoscrizione ecclesiastica (Acta synodalia bergomensis ecclesiae). Verso la metà del XVII secolo, già durante la visita pastorale del vescovo Barbarigo, la parrocchia di Peia era ancora attestata come iuspatronato della vicinia, con un entrata pari a 685 lire. Il clero era composto da sei sacerdoti, di cui uno preposto alla cura delle benedettine di Gandino, e da un chierico. Le confraternite presenti erano quelle del Santissimo Sacramento, del Rosario, dei disciplini; vi erano inoltre la scuola della dottrina cristiana e il consorzio della Misericordia (Montanari 1997).
Secondo quanto si desume dal sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, la chiesa parrocchiale di Peia, nella Val Seriana inferiore, sotto l’invocazione di Sant’Antonio di Padova, figurava iuspatronato della vicinia e compresa nella pieve di Gandino. Aveva cinque altari e vi erano erette le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario, e dei disciplini. Entro i confini della parrocchia esisteva il luogo pio della Misericordia. Vi si trovavano gli oratori di Santa Maria Maddalena, Sant’Elisabetta, Santa Lucia, Santa Liberata e Beatissima Vergine Maria delle Grazie. Il clero era costituito dal curato beneficiato, da altri sette sacerdoti e da un chierico. Costoro erano preposti alla cura di 1270 parrocchiani, di cui comunicati 860 (Marenzi 1666-1667). Da un analisi dei registri manoscritti relativi allo Stato del clero della diocesi di Bergamo, a partire dall’anno 1734, contenenti le relazioni dei vicari foranei circa l’assetto delle parrocchie da essi visitate, la parrocchia di Peia, risultava sottoposta alla giuridizione ecclesiastica di Gandino negli anni 1734 e 1763 e presumibilmente anche per gli anni seguenti (Stati del clero 1734-1822). Nella relazione fatta dal parroco di Peia, in occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta il 24 aprile 1780, si annotava che la chiesa parrocchiale era stata rifabbricata nel 1744. La chiesa aveva cinque altari. Al maggiore, era eretta la scuola del Santissimo Sacramento; al secondo, sotto il titolo della Beata Vergine del Rosario, era istituita l’omonima confraternita, inoltre in una cappella attigua era presente la confraternita dei disciplini. Nella parrocchia era registrata anche la presenza della scuola della dottrina cristiana. Entro i confini della parrocchia si trovavano gli oratori di San Salvatore, Santa Lucia, Beata Vergine ad Nives, e gli oratori campestri di Santa Liberata e della Beata Vergine della Pietà. Il clero era costituito da un parroco beneficiato, da altri dodici cappellani e da tre chierici. I parrocchiani in cura d’anime erano in tutto 1268, di cui 907 da comunione (Visita Dolfin 1778-1781). Nello Stato del clero della diocesi di Bergamo del 1861, la parrocchia di Peia intitolata a Sant’Antonio di Padova, nella vicaria di Gandino, aveva la cura di 1072 parrocchiani. Le chiese dipendenti risultavano essere cinque: la chiesa di San Salvatore, Santa Lucia vergine e martire, Sant’Elisabetta, Madonna delle Grazie e Santa Liberata. Il clero era composto, oltre che dal parroco, da otto sacerdoti (GDBg).
Nel 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali, la parrocchia di Sant’Antonio di Padova di Peia, fu aggregata alla zona pastorale II, composta dalle parrocchie della vicaria di Gazzaniga e da quelle della vicaria di Gandino (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi la parrocchia è entrata a far parte del vicariato locale di Gandino (decreto 27 maggio 1979).
ultima modifica: 05/09/2005
[ Veronica Vitali ]
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