parrocchia di San Zenone vescovo sec. XV - [1989]
Parrocchia della diocesi di Bergamo. Tra le fonti di carattere generale, esiste menzione di una chiesa in località Cene fin dal XIV secolo: di quell’epoca, infatti, ci sono pervenuti una serie di fascicoli che registravano le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi; un’ordinanza del 1360 di Bernabò Visconti riportava dapprima un indice generale, "nota ecclesiarum", delle chiese e monasteri di Bergamo, per poi specificare per ciascuno di essi le rendite e la tassa, nominando di ogni beneficio il titolare. In questa fonte troviamo attestazione della chiesa di San Zenone di Cene unita a quella di Santa Maria di Vall’Alta, nella pieve di Nembro. Dall’attestazione del reddito di queste due chiese, ricaviamo che erano censiti tre benefici (Nota ecclesiarum 1360). Fino al 1463 le chiese di Santa Maria in Vall’Alta e di San Zenone di Cene formavano un solo beneficio (Pagnoni 1992). In effetti, ancora in un documento del 1424 dell’archivio arcipretale di Nembro, riportato da Giuseppe Ronchetti, la chiesa plebana di Nembro risulta estendere la propria giurisdizione, in qualità di capoluogo di vicaria, anche alla "chiese di Santa Maria e di San Zenone di Cene e di Vall’Alta"(Ronchetti 1818). Anche dal punto di vista civile, il comune di Vall’Alta e Cene appare unito a formare una sola entità, sin dalle sue origini, sul finire del XII secolo e fino alla fine del XVI (Da Lezze 1596), quando i due comuni appaiono distinti. La separazione ecclesiastica dei due territori precede invece quella civile: risalirebbe infatti, come attestato nel censuale redatto sotto l’episcopato del vescovo Soranzo, al 5 marzo del 1463 il decreto redatto dal notaio Francesco Salvetti, per volontà del vescovo Giovanni Barozzi, con il quale le due chiese si resero rispettivamente autonome (Censuale Soranzo 1550-1558). La chiesa di Cene è infatti attestata con il titolo di parrocchiale nel Libro censuale redatto nel 1464 sotto l’episcopato di Giovanni Barozzi, in cui figura come di recente smembramento dalla parrocchia di Vall’alta, a motivo del quale è tenuta al pagamento di un onere censuale (Censuale Barozzi 1464).
Nella circoscrizione di Nembro, la chiesa di San Zenone di Cene rimase anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, decretata dal vescovo Cornaro in occasione del II sinodo diocesano di Bergamo del 1568, in ottemperanza alle risoluzioni del primo concilio provinciale del 1565. Tali disposizioni vennero ridefinite nel III sinodo del 1574, negli atti del quale i confini pievani di Nembro risultavano ricalcati dalla nuova circoscrizione ecclesiastica (Acta synodalia bergomensis ecclesiae). Il 13 ottobre 1575 l’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, visitando la chiesa arcipresbiterale di San Zenone di Cene, vi annotava la presenza di tre altari. Il reddito annuo del beneficio parrocchiale era di circa 230 scudi. Era registrata la presenza di un sacerdote titolato che aveva in cura 660 parrocchiani, di cui comunicati 400 circa. Nella parrocchia si teneva la scuola della dottrina cristiana. Erano annotate anche la scuola del Santissimo Sacramento, la scuola di Santa Maria e il consorzio della Misericordia (Visita Borromeo 1575).
Verso la metà del XVII secolo, già durante la visita pastorale del vescovo Barbarigo, la parrocchia di Cene risultava compresa nella vicaria di Cene. Il clero era composto da due sacerdoti e da un chierico. Le confraternite presenti erano quelle del Santissimo Sacramento e del Rosario; vi erano inoltre la scuola della dottrina cristiana e il consorzio della Misericordia (Montanari 1997). Secondo quanto si desume dal sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1666 dal cancelliere Marenzi, la chiesa parrocchiale di Cene nella Val Seriana inferiore, sotto l’invocazione di San Zenone, figurava compresa nella pieve di Nembro. Vi erano erette le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario, dei disciplini battuti e il consorzio della Misericordia. Entro i confini della parrocchia esisteva inoltre un oratorio. Il clero era costituito da un curato beneficiato e da un altro sacerdote. Costoro erano preposti alla cura di 530 parrocchiani, di cui comunicati 323 (Marenzi 1666-1667). Nella serie degli Stati del clero della diocesi, a partire dal 1734, la parrocchia di Cene risulta compresa nella vicaria di Nembro (Stati del clero 1734-1822). Nella relazione fatta dal parroco di Cene in occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, si annotava che la chiesa parrocchiale aveva cinque altari e al maggiore era eretta la scuola del Santissimo Sacramento. Inoltre nella parrocchia era registrata la presenza del consorzio della Misericordia e della confraternita dei disciplini presso l’oratorio di San Rocco. Entro i confini della parrocchia si trovava l’oratorio della Beata Vergine della Grazia. L’organico del clero era costituito da un parroco beneficiato, da altri quattro sacerdoti e da un chierico (Visita Dolfin 1778-1781). Nello Stato del clero della diocesi di Bergamo del 1861, la parrocchia di Cene aveva la cura di 822 parrocchiani. Gli oratori dipendenti risultavano essere due: la chiesa del Santo Nome di Maria Vergine e quello di San Rocco. Il clero era composto, oltre che dal parroco, da altri quattro sacerdoti (GDBg). Quando, con decreto del 22 settembre 1917, il vescovo Luigi Maria Marelli eresse canonicamente il vicariato foraneo di Gazzaniga, la parrocchia di Cene vi fu inserita per dismembramento da quello di Nembro (decreto 22 settembre 1917).
Nel 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali, la parrocchia di San Zenone vescovo fu aggregata alla zona pastorale II composta dalle parrocchie della vicaria di Gazzaniga e quelle della vicaria di Gandino (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi la parrocchia è entrata a far parte del vicariato locale di Gazzaniga (decreto 27 maggio 1979).
ultima modifica: 31/08/2005
[ Veronica Vitali ]
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