parrocchia dei Santi Gervasio e Protasio martiri sec. XVI - [1989]

Parrocchia della diocesi di Bergamo. Dell’antica chiesa di Bariano si ha notizia fin dall’anno 1148, quando una sentenza del cardinale Guidone da Somma attribuisce ai possessi del vescovo bergamasco la cappella in onore dei Santi Gervasio e Protasio (Pagnoni 1992). Questa chiesa, insieme a quella di Santa Maria di Averga, attestata nel 1260 nell’elenco delle chiese della diocesi sottoposte a censo, furono i primi due edifici sacri, in questa località, in cui si esercitavano le funzioni religiose e si amministravano i sacramenti (Chiese di Bergamo sottoposte a censo). Entrambe risultavano aggregate alla pieve di Fara Olivana. Successivamente, la chiesa di San Gervasio fu declassata a chiesa campestre, mentre quella di Santa Maria venne inglobata nel convento che i frati carmelitani eressero in quel luogo nel 1480 (Cassinelli, Maltempi, Pozzoni 1986).
La parrocchia di Bariano, al tempo dell’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, decretata dal vescovo Cornaro in occasione del II sinodo diocesano di Bergamo del 1568 e in ottemperanza alle risoluzioni del primo concilio provinciale del 1565, risulta compresa entro la pieve di Ghisalba. Tuttavia, in epoca successiva a tali disposizioni, ridefinite nel III sinodo del 1574, si riscontra la presenza della parrocchia di Bariano come capo vicaria (Acta synodalia bergomensis ecclesiae) di una circoscrizione che comprendeva le parrocchie di Fara Olivana, Bariano, Fara Gera d’Adda (Visite vicari foranei).
L’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, visitando nel 1575 la chiesa, definita arcipresbiterale, di Bariano, la indentificò con il titolo di San Bartolomeo e come inscritta nella pieve di Ghisalba. Annotò che era eretta presso l’altare maggiore la scuola del Santissimo Sacramento, che si praticava la dottrina cristiana per circa 300 parrocchiani e che era presente anche il consorzio della Misericordia. Le chiese campestri erano quella di San Gervasio e Protasio, indicata come antica parrocchiale da poco riedificata, e quella di Santa Maria di Inepra del monastero dei frati carmelitani (Visita Borromeo 1575). Nell’elenco dei benefici ecclesiastici, fatto redigere in quel tempo dal vescovo di Bergamo, erano identificate a Bariano, come aventi dignità arcipresbiterale e luoghi in cui si amministravano i sacramenti, ancora entrambe le chiese dei Santi Gervasio e Protasio e di San Bartolomeo (Beneficiorum ecclesiasticorum 1577).
Nella visita pastorale del vescovo Barbarigo la parrocchia di Bariano risultava essere compresa nella pieve di Ghisalba. Il clero era composto da due sacerdoti ed erano presenti le confraternite del Santissimo Sacramento e del Rosario, la scuola della dottrina cristiana e il consorzio della Misericordia (Montanari 1997). Nel 1667 la chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Gervasio e Protasio martiri aveva dignità di arcipresbiterale e compariva come non appartenente ad alcuna pieve. Aveva quattro altari: al primo era eretta la scuola del Santissimo Sacramento e al secondo la confraternita del Rosario. Aveva un oratorio dedicato all’Annunciazione della Beata Vergine Maria alla cui cura, insieme ai 530 parrocchiani era deposto l’arciprete e un cappellano. Nei confini della parrocchia esisteva un convento di frati carmelitani (Marenzi 1666-1667). Nella serie degli Stati del clero della diocesi, a partire dal 1734, la parrocchia di Bariano risultava inserita nella vicaria di Mornico (Stati del clero 1734-1822).
Nella relazione del parroco di Bariano in occasione della visita pastorale del vescovo Redetti, si dice che la chiesa parrocchiale era intitolata ai Santi Gervasio e Protasio e che questa chiesa godeva da tempo immemorabile del titolo di arcipretura e non era soggetta ad alcuna pieve. In cura d’anime presso questa parrocchia c’erano i seguenti sacerdoti: l’arciprete, un cappellano con l’incarico di confessore e coadiutore, e altri due preti che non risiedevano con continuità nella parrocchia. Compresi nei confini della parrocchia c’erano l’oratorio campestre sotto l’invocazione della Santissima Annunciata e un convento dei frati carmelitani della congregazione di Mantova. Nella parrocchia si teneva la dottrina cristiana. Le anime in tutto erano 657, i parrocchiani in età da ricevere il sacramento dell’eucarestia erano 443 (Visita Redetti 1736-1740). Nel 1820 la chiesa di Bariano risultava essere soggetta alla vicaria di Spirano (Maironi da Ponte 1820), a cui resterà aggregata per tutto il XIX secolo, fino al 1923 quando sarà compresa nella nuova vicaria di Romano (Atti Sinodo Marelli 1923).
Nel 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali, fu aggregata alla zona pastorale XI composta dalle parrocchie della vicaria di Ghisalba, della vicaria di Romano di Lombardia e dalla parrocchia di Pagazzano (decreto 28 giugno 1971).
Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi è entrata a far parte del vicariato locale di Ghisalba- Romano (decreto 27 maggio 1979).

ultima modifica: 31/08/2005

[ Veronica Vitali ]