parrocchia del Santissimo Salvatore 1787 - [1989]
Parrocchia della diocesi di Bergamo; fino al 1787 appartenente alla diocesi di Cremona.
Esisteva anticamente a Morengo una chiesa dedicata al Santissimo Salvatore di cui si ha notizia già nel 1025. Nel 1154 essa fu oggetto di contesa tra il vescovo di Cremona e il priore di Pontida. Con bolla di papa Gregorio VIII, il 2 novembre 1187, veniva annessa alla diocesi di Cremona, anche se nel XV secolo risultava essere di nuovo di propietà del vescovo di Bergamo, Giovanni Barozzi. In effetti, nel 1487, Morengo veniva diviso in due zone, di diversa ampiezza ma ugual rendita: una parte appartenente al vescovo di Bergamo e l’altra ai benedettini di Pontida. Nel 1668, la porzione di terra appartenente ai benedettini venne acquistata dai conti Giovannelli. I Giovannelli acquisirono lo iuspatronato sulla parrocchia, con l’onere di offrire annualmente una somma di denaro e un carro di legna al vescovo di Cremona. Fino alla fine del XVIII secolo il vescovo di Cremona detenne la giurisdizione spirituale sulla chiesa del Santissimo Salvatore (Guida alla chiesa di Morengo, 2000). Questa parrocchia fu unita "in perpetuum" alla diocesi di Bergamo con il processo di ridefinizione dei confini diocesani iniziato nel 1784, per provvedimento dell’autorità civile. La Sacra Congregazione Concistoriale, con atto del 13 novembre 1786, autorizzava la procedura di passaggio della parrocchia di Morengo alla diocesi di Bergamo, che le autorità episcopali coinvolte ufficializzarono nel 1787 (Atti del passaggio 1784-1787). La chiesa parrochiale di Morengo, restaurata nel 1784, venne riconsacrata con l’antico titolo del Santissimo Salvatore, il 20 dicembre 1862 dal vescovo Speranza (Pagnoni 1992). Nella relazione del parroco di San Salvatore in Morengo, datata 26 aprile 1864 e redatta in occasione della prima visita pastorale di un vescovo di Bergamo, si riporta che la chiesa parrochiale era patronato della Mensa vescovile di Bergamo e della famiglia principesca Giovannelli di Venezia. Nei confini della parrocchia erano presenti quattro oratori: San Giovanni precursore, San Rocco, Santa Casa di Loreto, Santa Maria Maddalena, detta del Confalone. Il clero era composto dal parroco e da un cappellano, coadiutore parrocchiale. Erano presenti la confraternita del Santissimo Sacramento e quella della dottrina cristiana. I parrochiani erano 1082, comunicati 775 (Visita Speranza 1857-1865). Intorno alla metà del XIX secolo, i conti Giovannelli perdettero il diritto di iuspatronato sulla chiesa, trasformando il loro legame con detta chiesa in un semplice diritto di cappellania (Fascicoli parrocchiali, Morengo). La parrocchia di Morengo già dal 1861, figurava inscritta nella vicaria di Spirano (GDBg), nella quale rimase fino al 1923, quando con decreto del vescovo Marelli venne aggregata alla nuova vicaria di Romano di Lombardia (Atti Sinodo Marelli 1923).
Nel 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali, la parrocchia del Santissimo Salvatore di Morengo fu aggregata alla zona pastorale XI, composta dalle parrocchie della vicaria di Ghisalba, della vicaria di Romano di Lombardia e dalla parrocchia di Pagazzano (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi è entrata a far parte del vicariato locale di Ghisalba-Romano (decreto 27 maggio 1979).
ultima modifica: 05/09/2005
[ Veronica Vitali ]
Link risorsa: https://lombardiabeniculturali.it/istituzioni/schede/1500346/