pieve di San Lorenzo sec. XI - 1568
Pieve della diocesi di Bergamo. La chiesa arcipresbiterale di Ghisalba è tra le più antiche della diocesi. L'antichità di questa pieve è attestata dal nome "Ecclesia Alba", senz'altro molto più antico della data in cui ricorre per la prima volta la citazione della chiesa stessa. Documenti che la riguardano risalgono all' XI secolo. In particolare, la "ecclesia vel plebs Sancti Laurentii" è documentata per la prima volta in una permuta dell'anno 1063 tra Attone, vescovo di Bergamo, e Riccardo, "presbiterum et prepositum" della suddetta chiesa (Pergamene archivi Bergamo 2000). A quest'epoca, il termine "ecclesia", come mostrano gli studi condotti dal Lupi e dal Mazzi, equivale a chiesa battesimale, parrocchia (Corografia). La plebania di Ghisalba si estendeva su un vasto territorio che comprendeva le parrocchie di Martinengo, Romano, Malpaga, Cividate, Bagnatica, Cortenuova, Calcinate, Mornico, Spirano, Cologno, Urgnano, Zanica, Comun nuovo, tutte dal momento della sua costituzione, con laggiunta di Covo e Antegnate, prima che passassero alla diocesi cremonese (Fornoni 1897).
Notizie più dettagliate circa i confini della circoscrizione pievana di Ghisalba si possono dedurre dal primo censimento del clero bergamasco, risalente al XIII secolo. In una lista delle chiese di Bergamo sottoposte a un censo imposto dalla Santa Sede circa il 1260, Ghisalba risultava insignita del titolo di "caput plebis", e ad essa erano sottoposte le chiese di Santo Stefano e di Santa Maria di Calcinate, di San Nicola di Cividate, di Sant'Andrea di Mornico, le chiese di Cortenuova ossia San Pietro, San Giovanni e Santa Maria, di Sant'Agata di Martinengo, Santa Maria di Cologno, San Gervasio e Protasio di Spirano, Santo Stefano "de Cerate de Spirano", San Lorenzo di Urgnano, il monastero di San Pietro "de Brocate de Colonio" e due chiese di Santa Maria e Santo Stefano nelle località, oggi scomparse, di Verobio e Mazano (Chiese di Bergamo sottoposte a censo).
Successiva attestazione della pieve di Ghisalba risale al XIV secolo: in una serie di fascicoli che registrano le taglie e le decime imposte al clero dai Visconti di Milano e dai papi, un'ordinanza del 1360 di Bernabò Visconti riportava una "nota ecclesiarum", delle chiese e monasteri della diocesi di Bergamo, suddivise per appartenenza pievana. In questa fonte troviamo attestazione delle chiese sottoposte a Ghisalba, ossia quelle di: Bagnatica, Grassobio, Calcinate, Cividate, Mornico, Martinengo, Cortenuova, Romano, Cologno, Urgnano, Zanica, Spirano, Romano, Costa Mezzate, e delle antiche località di: "Mondono", "Besorga", "Cerate", "Mazano" (Nota ecclesiarum 1360).
La circoscrizione plebana terminò sostanzialmente di esistere nel 1568 con la risoluzione del II sinodo del vescovo Cornaro, mediante la quale furono istituiti nella diocesi i vicariati foranei, in ottemperanza dei dettami del concilio provinciale del 1565. Il nucleo territoriale fondamentale della pieve confluì in quello della vicaria foranea, che assorbì anche le chiese già sottoposte alla pieve di Fara Olivana, e i cui confini furono perfezionati nel 1574 nel corso del III sinodo diocesano. La chiesa di Gisalba continuò a mantenere la dignità di "caput plebis" (Acta synodalia bergomensis ecclesiae).
ultima modifica: 03/01/2006
[ Veronica Vitali ]
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