parrocchia di San Martino sec. XIV - 1986
Parrocchia della diocesi di Bergamo. Una chiesa in località Adrara è menzionata fin dal 1360, nella "nota ecclesiarum" delle chiese e monasteri di Bergamo, come dipendente dalla pieve di Calepio; a quell’epoca nella chiesa di San Martino erano censiti sei benefici (Nota ecclesiarum 1360). La parrocchia di Adrara restò compresa entro la pieve di Calepio anche in seguito all’istituzione dei vicariati foranei nella diocesi, decretata dal vescovo Cornaro in occasione del II sinodo diocesano di Bergamo del 1568, in ottemperanza alle risoluzioni del primo concilio provinciale del 1565. Tali disposizioni vennero ridefinite nel III sinodo del 1574, negli atti del quale i confini pievani di Calepio risultavano ricalcati dalla nuova circoscrizione ecclesiastica, che prevedeva però una suddivisione territoriale, al suo interno, tra Calepio superiore e Calepio inferiore (Acta synodalia bergomensis ecclesiae). Il 17 settembre 1575 l’arcivescovo di Milano Carlo Borromeo, visitando la chiesa di San Martino di Adrara, la registrava inserita nella pieve di Calepio. La chiesa aveva sei altari. Vi erano istituite la scuola del Santissimo Sacramento e quella della Concezione della Beata Vergine, eretta all’omonimo altare. Inoltre vi si esercitava la dottrina cristiana ed esisteva il consorzio della Misericordia. Entro i confini della parrocchia esistevano l’oratorio di San Faustino e la chiesa di San Rocco. Il clero era composto da un sacerdote curato titolato e da altri sette sacerdoti. Questi erano preposti alla cura di circa 2000 anime, di cui 1200 circa da comunione (Visita Borromeo 1575). Verso la metà del XVII secolo, durante la visita pastorale del vescovo Barbarigo, la parrocchia di Adrara risultava compresa nella vicaria di Calepio. Era attestata con un beneficio di reddito pari a 719 lire. Il clero era composto da nove sacerdoti,di cui due, deputati rispettivamente all’oratorio di San Rocco e a quello di San Carlo, inoltre era attestata la presenza di tre chierici. Le confraternite presenti erano quelle del Santissimo Sacramento, del Rosario, della Concezione della Beata Vergine, la scuola della dottrina cristiana e il consorzio della Misericordia (Montanari 1997).
Nel sommario delle chiese della diocesi di Bergamo, redatto nel 1667 dal cancelliere Marenzi, la chiesa parrocchiale di Adrara in Val Calepio, sotto l’invocazione di San Martino, figurava come aggregata alla pieve di Calepio. Aveva cinque altari e vi erano erette le scuole del Santissimo Sacramento, del Rosario e della Concezione. Nei confini della parrocchia vi erano gli oratori della Madonna del Monte Oliveto, di San Rocco, di San Giuseppe, di San Carlo, dei Santi Francesco e Antonio di Padova. Il clero era costituito dal curato titolato e da altri nove sacerdoti, a cui erano affidate 2224 anime, di cui 1650 erano i comunicati (Marenzi 1666-1667).
Nella serie degli Stati del clero della diocesi, a partire dal 1734, la parrocchia di Adrara San Martino risultava compresa entro la vicaria di Calepio (Stati del clero 1734-1822). Nella relazione fatta dal parroco di Adrara San Martino in occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta il 25 giugno 1781, si annotava che la chiesa parrocchiale aveva cinque altari. Al primo era eretta la scuola del Santissimo Sacramento, al secondo altare, sotto il titolo della Beata Vegine del Rosario, era eretta la confraternita del Rosario, il terzo dedicato all’Immacolata Concezione della Vergine Maria era dell’omonima confraternita mariana. Nella parrocchia esisteva il consorzio della Misericordia. Entro i confini della parrocchia c’era l’oratorio della Santa Croce governato dalla confraternita della Buona Morte. Altri oratori di cui era citata la presenza erano: l’oratorio di San Carlo a Colpiano, di San Giuseppe della Mascherpinga, della Presentazione di Costa, dell’Assunta al Monte, dei Santi Fermo e Rustico sui Monti d’Adrara, e l’oratorio privato di Sant’Antonio di ragione dei conti Bresciani. Il clero era costituito da un parroco beneficiato, da altri sedici sacerdoti confessori, da sei cappellani di cui cinque deputati alla cura degli oratori dipendenti dalla parrocchiale. I parrocchiani in cura d’anime erano in tutto 1521 di cui 1084 da comunione (Visita Dolfin 1778-1781). Nello Stato del clero della diocesi di Bergamo del 1861, la parrocchia di Adrara San Martino è nella vicaria di Calepio. Alla cura di 2190 parrocchiani erano deposti un parroco, un coadiutore parrocchiale e altri sei sacerdoti. Entro i confini della parrocchia erano presenti gli oratori della Beata Vergine sul Monte, di San Carlo Borromeo, di San Fermo e della Santa Croce (GDBg).
Nel 1971, in seguito alla riorganizzazione territoriale diocesana in zone pastorali, la parrocchia di San Martino fu aggregata alla zona pastorale XIII composta dalle parrocchie delle vicarie di Calepio, Predore, Telgate e con l’aggiunta della parrocchia di Bolgare gravitante sulla Val Calepio (decreto 28 giugno 1971). Con l’erezione dei vicariati locali nella diocesi è entrata a far parte del vicariato locale di Predore (decreto 27 maggio 1979).
Nel 1986, il beneficio di San Martino venne accorpato con i benefici delle parrocchie di San Carlo Borromeo e della Natività della Beata Vergine, andando a costituire la nuova parrocchia dei Santi Martino e Carlo Borromeo e Natività della Beata Vergine con sede sempre ad Adrara San Martino (decreto 20 novembre 1986).
ultima modifica: 31/08/2005
[ Veronica Vitali ]
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