comune di Bagnolo sec. XIII - 1797
La prima menzione del comune di Bagnolo risale al 14 novembre 1272, giorno in cui i sindici della terra di Bagnolo, eletti dalla vicinia vennero investiti dal vescovo di Brescia di un feudo (Guerrini 1926 a). Citato poi nell’estimo visconteo del 1385 fra i comuni della quadra di Ghedi e Calvisano (Valentini 1898), durante il dominio veneto fu capoluogo della quadra di Bagnolo. Il comune, che nel 1493 contava 1450 anime (Medin 1886), all’inizio del sec. XVII contava 420 fuochi e 2525 anime; una possessione di 60 piò di proprietà comunale veniva affittata, così come i 4 mulini, una segheria ed un frantoio da olio e per pestare il riso, un’osteria ed un prestino per un’entrata totale di 1000 ducati (Da Lezze 1610).
Per il governo del comune 10 consiglieri erano eletti in vicinia, così come un andadore, due rasonati, ai quali rendeva conto il massaro, il notaio, tre consoli e due campari; i consiglieri potevano comminare condanne su denuncia dei campari. Esisteva un tezzone di salnitro utilizzato ogni sette anni e mantenuto dalla quadra (Da Lezze 1610).
Gli statuti del comune del 1553 citano e descrivono compiti e funzioni della vicinia (definita consiglio generale o arengo), del consiglio formato da 12 consiglieri, dei due sindici, dei quattro consoli, dei due ragionati, di uno o due notai e di un massaro (Guerrini 1926).
I consiglieri avevano la libertà e l’autorità di deliberare e disporre dei negozi e cause occorrenti al comune, e le loro delibere dovevano essere eseguite (cap. 3); i sindici eletti dal consiglio avevano il compito di fare rispettare le norme statutarie soprattutto nel corso delle sedute del consiglio, al quale dovevano partecipare (cap. 9). I quattro consoli eletti (probabilmente dalla vicinia) esercitavano a turno, uno per trimestre, la carica: fra i compiti specifici avevano il controllo delle spese sostenute dagli ufficiali comunali (cap. 11); i due ragionati eletti in vicinia dovevano rivedere i conti del comune alla presenza del notaio (cap. 14), cui spettava il compito di registrare gli atti del comune e di conservarli in ordine (capp. 16-20). Il massaro infine aveva il compito di riscuotere i crediti ed effettuare i pagamenti ordinati dal comune (capp. 21-26).
Nel 1764 vi erano 2371 anime (Descrizione generale 1764).
ultima modifica: 24/12/2004
[ Giovanni Zanolini ]
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