capitano di Val Camonica sec. XIII - 1797
Già nel 1291, in occasione di accordi con Brescia, dopo una serie di contrasti per il predominio politico, la valle accettava di sottoporsi al potere di un podestà nominato da Brescia avente tra le proprie prerogative la possibilità di “fare ufficiali e consigli” e di amministrare la giustizia civile ed istruire i processi criminali (Valetti Bonini 1976); nel 1350 troviamo segnalata la presenza in valle di notai del podestà e del vicario, embrione di una futura organizzazione più duratura.
Dopo il passaggio sotto il dominio veneto, con ducale del 1 luglio 1428 di Francesco Foscari veniva concesso il privilegio alla valle di utilizzare i propri statuti civili e criminali e ne veniva sancita l’indipendenza da Brescia e Bergamo, indipendenza che venne revocata nel 1440, quando fu stabilito che il capitano dovesse essere nobile bresciano, con nomina approvata dal consiglio della città (Valetti Bonini 1976; Zanelli 1912). Anche all’inizio del ’600 il capitano veniva scelto da Brescia tra i membri del consiglio della città; eleggeva un vicario ed un cancelliere, nobili bresciani, ed il cancelliere eleggeva due coadiutori; il capitano o il vicario erano giudici in civile e le appellazioni andavano a Brescia, mentre in criminale venivano formati i processi che oltre la pena di sangue erano giudicati a Brescia (Da Lezze 1610; Zanelli 1912).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Giovanni Zanolini ]
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