comune di Lonato sec. XI - 1797
La notizia più antica relativa al comune di Lonato risale al 997, e prima di passare definitivamente sotto il dominio veneziano nel 1441, il comune fu sottomesso ai conti di Montichiari, al comune di Brescia, al vescovo di Verona, agli Scaligeri, ad Ezzelino da Romano (sec. XI-XIII). Nel 1330 entrò nei possessi dei Visconti, che nel 1404 lo cedettero ai Gonzaga, che già in passato avevano esercitato su Lonato la loro influenza. La conferma del dominio mantovano approvata da Venezia venne revocata nel 1441, sotto la cui bandiera resterà fino al 1797 tranne una breve pausa nel 1512-1516 (AC Lonato, Inventario, introduzione).
Non citato nell’estimo visconteo del 1385, lo statuto del 1473 lo include nella quadra di Montichiari (Valentini 1898), mentre nel 1493 contava 3400 anime e risultava sede di podesteria con giurisdizione anche su Carpenedolo (Medin 1886).
L’organo principale di autogoverno era naturalmente la vicinia che eleggeva un consiglio generale ed un consiglio speciale; completavano poi la struttura istituzionale del comune i consoli, gli estimatori dei danni, i deputati alle seriole ed alla spezieria; altre cariche erano poste all’incanto ed assegnate al migliore offerente: campari, massari e dazieri (AC Lonato, Inventario, introduzione). Al principio di ogni anno nelle vicinia generale del comune erano elette sei persone che nominavano 24 ministrali con l’incaricio di pignorare i beni su mandato del podestà (Statuti di Lonato, 1722, p. 32, cap. CIII, CVI). La vicinia eleggeva inoltre dodici ufficiali preposti alle strade (Statuti di Lonato, 1722, p. 71, cap. CCXXXIX).
Esistevano figure istituzionali specifiche deputate alla gestione ed al controllo dei beni del Venzago (un’estensione di circa 2000 ettari comprata all’inizio del XV secolo dal comune e goduta dai soli originari tramite assegnazioni, fino al 1643, e mediante locazione successivamente, di enorme importanza per la vita economica del comune: estimatori, campari e massari detti appunto del Venzago per distinguerli da quelli generali (AC Lonato, Inventario, introduzione).
Il comune contava al principio del secolo XVII 1500 fuochi e 6000 anime circa; poteva contare su 5000 ducati di rendita derivanti da tre mulini di 9 ruote, terreni, boschi e, soprattutto dalla possessione del Venzago (o Castel Venzago) di proprietà del comune, ma facente parte fiscalmente della riviera di Salò (ed infatti lo troviamo citato nell’estimo visconteo del 1385 fra i comuni appartenenti alla quadra di Montichiari e Castelgoffredo).
Possedeva inoltre una macina ed una segheria ed esisteva il tezzone del salnitro che veniva esercitato ogni tre anni; godeva dello lo status di terra separata ed era sede di podesteria minore e di fortezza, con un provveditore veneto al comando della rocca, giudice in civile e criminale, ed un podestà, nobile bresciano, che giudicava in criminale. Era esente da dazi ma pagava la limitazione, partecipando col Territorio per gli altri carichi fiscali (Da Lezze 1610).
Nel 1764 il comune di Lonato faceva quadra a sè e aveva 4318 anime (Descrizione generale 1764).
Venne incluso nel cantone dei Colli, di cui fu luogo centrale, per effetto della legge 1 maggio 1797.
ultima modifica: 21/09/2003
[ Giovanni Zanolini ]
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