consiglio generale sec. XVI - 1797
In considerazione del fatto che la vicinia si riuniva quasi esclusivamente per le nomine, a fine anno e in occasione di poche altre occasioni politicamente importanti, il governo del comune era nelle mani del consiglio generale. Le modalità di elezione e di funzionamento di quest’organo variarono nel tempo, subendo modifiche anche sostanziali, con epiloghi giudiziari di fronte alle competenti autorità venete cui facevano ricorso le fazioni politicamente minoritarie.
Il numero dei consiglieri oscillò tra i cinquanta ed i sessanta, ballottati tra i cento/centoventi estratti precedentemente a sorte in vicinia; non infrequente fu anche il caso di nomine eseguite dal consiglio uscente oppure da elettori scelti appositamente. Fra le carte dell’archivio rimangono tracce delle frequenti dispute per la nomina dei consiglieri, fra le quali si segnalano per l’impatto istituzionale quelle del 1673-1674 e quelle, ormai di poca utilità, del 1793-1794, che prevedevano un sistema di elezione basato su 5 classi d’estimo degli originari. Tali contrasti sono da mettere in relazione con l’estrema ricchezza del patrimonio comunale (si pensi soprattutto alle terre del Venzago) amministrato in pratica dal consiglio, tramite gli appositi ufficiali. Così come alla gestione del patrimonio vanno riportate le dispute tra originari e forestieri (oppure tra antichi e nuovi originari), dispute frequentissime in territorio bresciano soprattutto nel Settecento.
Appena eletto il consiglio generale provvedeva a sorteggiare tre membri che nominavano a loro volta i consoli e gli estimatori dei danni alle campagne; eleggeva inoltre i deputati alle seriole, alla spezieria e gli altri deputati a questioni specifiche (AC Lonato, Inventario, introduzione serie 1 Provvisioni e serie 7 Venzago).
ultima modifica: 27/10/2002
[ Giovanni Zanolini ]
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