provveditore di Salò e capitano della riviera 1438 - 1797
La repubblica di Venezia già nel XIV secolo aveva esercitato la sua influenza sulla comunità della riviera di Salò inviando un proprio podestà dal 1336 al 1349, e quando la riviera ritornò sotto l’influenza dei Visconti, continuò ad essere sede di un podestà o capitano.
Passata definitivamente sotto il dominio veneto nel 1426, venne affrontato il problema di organizzazione istituzionale della riviera: inizialmente il podestà (in realtà definito capitaneus nella ducale del 13 maggio 1426) venne inviato scegliendolo tra i nobili veneziani, come era stato per il secolo precedente, e con parte del senato veneto del 16 giugno 1438 venne deciso l’invio di un provveditore (Bettoni 1880, III, doc. CXI; Di Giovine 1965); nel 1440 poi, su richiesta della città, venne stabilito che fosse nobile bresciano. Le rimostranze dei benacensi ottennero soddisfazione nel 1443 quando, per soddisfare le richieste della riviera, Venezia acconsentì a che il provveditore, che aveva il titolo anche di capitano della riviera, fosse un nobile veneto e contemporaneamente vennero modificate le competenze giurisdizionali dei due rettori e l’autorità del podestà bresciano venne limitata alle sole cause civili (Bettoni 1880, II, p. 117; Mazzoldi 1969). Da allora la Serenissima provvide fino al 1797 ad inviare un provveditore, che inizialmente poteva risiedere alternativamente a Salò o a Maderno.
Dal 1448 invece la sede venne stabilità in Salò, ed a Maderno fu concesso il diritto di conservare un proprio vicario, giudice in civile, indipendente dal provveditore (Bettoni 1880, II, p. 123). Il provveditore nell’amministrazione della giustizia penale era coadiuvato da un giudice dei malefici (Di Giovine 1965), ed era giudice d’appello per le sentenze di primo grado del podestà di Salò, che era invece un nobile bresciano, e degli altri giusdicenti aventi diritto in riviera: quelli di Maderno, Muslone e Tignale (Bettoni 1880).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Giovanni Zanolini ]
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