consiglio provinciale dell'economia 1926 - 1931
Con la legge 18 aprile 1926, n. 731 le Camere di commercio e industria (vedi voce relativa) venivano trasformate in Consigli provinciali dell'economia (legge 18 aprile 1926).
La nuova legge non si limitò a mutare il nome degli organismi camerali, ma toccò in maniera sensibile - specie in relazione agli organismi direttivi, alle attribuzioni loro demandate ed alla posizione giuridica e gerarchica nei confronti dello Stato - il funzionamento di questi enti pubblici.
Se è vero, infatti, che i nuovi consigli, come le precedenti camere, erano chiamati a rappresentare gli interessi delle attività produttive nelle rispettive province, assicurando inoltre la promozione del coordinamento e dello sviluppo delle aree locali in armonia con gli interessi economici generali della nazione; e se è altresì vero che i Consigli provinciali dell'economia furono definiti, come le camere di commercio, "organi consultivi" delle amministrazioni statali e locali, la legge n. 731 conteneva tuttavia anche disposizioni che rendevano evidente la differente natura delle nuove amministrazioni rispetto ai suoi immediati antenati storici.
Tra queste modificazioni, le più importanti furono le seguenti:
- ai consigli veniva riconosciuta la rappresentanza integrale di tutti gli interessi economici della provincia;
- le sezioni istituite presso i consigli furono almeno quattro (in luogo delle due o tre del passato ordinamento), corrispondenti ciascuna ad un ramo dell'attività produttiva. Esse erano la sezione agricola e forestale, la sezione industriale, la sezione commerciale e la sezione lavoro e previdenza sociale; quest'ultima sezione aveva il compito di tutelare il lavoro nelle sue manifestazioni e di intervenire nel campo sindacale esercitando il controllo sugli uffici di collocamento;
- nei consigli era inclusa, accanto alla rappresentanza dei datori di lavoro, quella dei prestatori d'opera. In questo modo i consigli, oltre che occuparsi delle attribuzioni economiche di loro tradizionale pertinenza, raccoglievano i dati necessari allo studio ed alla gestione dei contratti collettivi di lavoro;
- il controllo del governo sui consigli fu più accentuato rispetto a quello esercitato sulle camere di commercio ed industria, dato che l'amministrazione dei Consigli provinciali dell'economia poteva essere sciolta, a seguito di parere motivato del prefetto, con decreto reale proposto dal ministro dell'Economia nazionale;
- i Consigli provinciali dell'economia assorbirono in sé i consigli agrari provinciali, i comitati provinciali ed i consorzi agrari.
- la presidenza del Consiglio provinciale dell'economia, ed è questa la novità più significativa rispetto al passato, era affidata al prefetto, coadiuvato da un viceprefetto di nomina ministeriale.
La trasformazione degli enti camerali in consigli fu completata dalla legge 16 giugno 1927, n. 1071(decreto legge 16 giugno 1927), che istituì in ciascuna provincia (con sede nel capoluogo e presso i consigli provinciali dell'economia, che provvedevano alle relative spese) gli Uffici provinciali dell'economia (vedi voce relativa), amministrazioni periferiche del neoistituito Ministero delle Corporazioni (decreto 2 luglio 1926).
La legge 18 giugno 1931, n. 875 (legge 18 giugno 1931) trasformò infine i Consigli provinciali dell'economia in Consigli dell'economia corporativa (vedi voce relativa).
ultima modifica: 12/06/2006
[ Fulvio Calia ]
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