comune di Arosio sec. XIII - 1757
“Il Monastero Maggiore di Milano acquistò ’l’honor, districtus et iurisditio’ del luogo di Arosio nel 1134 dalla famiglia Cani; che a sua volta doveva tenerlo dai Visconti, capitani della pieve di Mariano” (Bognetti 1927, p. 226).
Nel 1215 Arosio ebbe i suoi primi statuti voluti dalla badessa dello stesso Monastero Maggiore, confermati poi nel 1251 e nel 1282 (Biblioteca del Senato 1943, p. 51).
Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Arosio risulta incluso nella pieve di Mariano e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della “strata da Niguarda” come “el locho da Aroso con Bugonzio” (Compartizione delle fagie 1346).
Insieme a tutti i comuni della pieve di Mariano, era sottoposto dal 1450 alla giurisdizione del Vicariato di Mariano, affidato alla famiglia Marliani. Sempre insieme a tutta la pieve il comune fu infeudato a partire dalla seconda metà del XV secolo alla contessa Lucia Visconti Marliani (Casanova 1904).
Nei registri dell’estimo del ducato di Milano del 1558 e dei successivi aggiornamenti al XVIII secolo, il comune risulta ancora compreso nella medesima pieve (Estimo di Carlo V, Ducato di Milano, cart. 28).
Dopo un breve periodo, in cui Arosio e tutta la pieve di Mariano rimase nelle mani della famiglia Giussani, il comune tornò dal 1590 ad essere infeudato ai Marliani che lo tennero sino al 1683 quando passò al questore Flaminio Crivelli (Casanova 1904).
Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751, Arosio era sempre inserito nel ducato di Milano, nella pieve di Mariano, ed il suo territorio comprendeva anche i cassinaggi di Galbesio, Bittoro, “Il Guasto”, “Comunetto delle M. M. del Monastero Maggiore”, Bigonzo, “del Freddo” (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune, che era infeudato al marchese Crivelli al quale la comunità non versava alcun tipo di tributo, era diviso, per gli aspetti fiscali, in “dominante” e “comunetto”. Disponeva di un console e di un cancelliere, il quale veniva retribuito con salario annuale per la compilazione dei pubblici riparti, oltre che con altri compensi straordinari. I compadroni, cui spettava l’amministrazione del patrimonio e la vigilanza sui pubblici riparti, nominavano ogni tre anni un solo esattore. Il comune era sottoposto alla giurisdizione di un podestà feudale, al quale versava annualmente un salario. Il console prestava annualmente l’ordinario giuramento alla “Banca criminale di Milano” oltre che all’ufficio feudale in Verano. In passato il console era tenuto a presentare il giuramento anche al “Regio ufficio della Martesana” (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3042).
Sempre inserito nella pieve di Mariano, il comune compare nell’“Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano” del 1753 ancora appartenente al ducato di Milano (Indice pievi Stato di Milano, 1753).
ultima modifica: 02/01/2004
[ Domenico Quartieri ]
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