comune di Barni sec. XIV - 1757
Barni era membro della comunità generale della Valassina, nel ducato di Milano.
Nel 1441 la Valle, unitamente alla pieve di Incino, venne concessa in feudo dal duca Filippo Maria Visconti ai conti Dal Verme. Con istrumento del 1 gennaio 1469, fu in un primo tempo infeudata dal duca Galeazzo Maria Sforza a Tomaso Tebaldi di Bologna e, con successivo istrumento del 16 giugno 1533, concessa al senatore Francesco Sfondrati (Casanova 1904).
Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751, Barni compare sempre inserito nella Valassina, nel ducato di Milano (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il comune, che contava 340 abitanti, era infeudato al “conte della Riviera” al quale versava per convenzione una somma annua di lire 15.15.5.
Il comune disponeva di una vicinanza che si riuniva sulla pubblica piazza. Eleggeva ogni tre anni un deputato a cui era affidata l’amministrazione e la cura dei riparti. Si avvaleva inoltre di un cancelliere, retribuito con un salario annuale, a cui era affidata la custodia delle pubbliche scritture conservate in una cassa.
Incaricato delle riscossioni dei carichi e del pagamento delle spese era un solo esattore, eletto per incanto in pubblica piazza ogni tre anni. Barni salariava inoltre il fante ed il custode della chiesa.
Il comune era sottoposto alla giurisdizione del podestà feudale, con ufficio pretorio in Asso, a cui veniva annualmente pagato un salario unitamente alle altre comunità della valle. Il console era tenuto a prestare il giuramento annuale al podestà nelle mani del suo attuario (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3033).
Sempre inserito della Valassina, Barni compare nell’“Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano” del 1753 ancora appartenente al ducato di Milano (Indice pievi Stato di Milano, 1753).
ultima modifica: 13/10/2003
[ Domenico Quartieri ]
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