comune di Castelmarte sec. XIV - 1757
Castelmarte ebbe i suoi primi statuti, “formati ed intimati dal Capitolo di Monza”, l’8 febbraio 1237, che furono poi confermati con modifiche nel 1246 (Biblioteca del Senato 1950, p. 102).
Negli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” Castelmarte risulta incluso nella Squadra di Canzo e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della “strata da Niguarda” come “el locho da Castel Martiro” (Compartizione delle fagie 1346).
Con istrumento del 15 giugno 1472, Castelmarte, con tutta la Corte di Casale in cui risulta inserito, venne infeudato dal duca Galeazzo Maria Sforza ad Antonio e Damiano Negroni di Ello, detti Missaglia (Casanova 1904).
Nel 1644 il comune di Castelmarte compare ancora inserito tra le comunità che compongono la Corte di Casale (Relazione Opizzone 1644).
Nel 1677 l’intero feudo passò nelle mani della famiglia Crivelli (Casanova 1904).
Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751, Castelmarte era sempre inserito nel ducato di Milano, nella Corte di Casale, ed il suo territorio comprendeva anche i cassinaggi di “Cassina Nova” e “Cassina Raveda” (Compartimento Ducato di Milano, 1751).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che Castelmarte, che contava 298 abitanti, era infeudato al marchese Enea Crivelli al quale la comunità versava una somma annua di lire 40.2.6. Il comune disponeva di una vicinanza, che si riuniva sulla pubblica piazza con preventivo avviso del console e previo il suono della campana, e che eleggeva ogni triennio tre deputati, un sindaco ed il console. L’amministrazione del comune era affidata ai deputati.
Il comune si avvaleva inoltre di un cancelliere, che per i suoi compiti percepiva un salario annuale, e che era tenuto alla conservazione del libro dell’estimo e delle altre pubbliche scritture, depositate in un’apposita cassa. Incaricato delle riscossioni dei carichi e del pagamento delle spese era un solo esattore, eletto in pubblica piazza per incanto e con pubblico istrumento.
Il comune era sottoposto alla giurisdizione del podestà di Canzo a cui veniva annualmente pagato un salario e che si avvaleva di un luogotenente. Il console era tenuto a prestare il giuramento alla banca criminale di Canzo (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3033).
Sempre inserito nella Corte di Casale, Castelmarte compare nell’“Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano” del 1753 ancora appartenente al ducato di Milano (Indice pievi Stato di Milano, 1753).
ultima modifica: 13/10/2003
[ Domenico Quartieri ]
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