podestà di Gravedona sec. XV - sec. XVIII
Da una lettera dei “maestri delle entrate ducali” al referendario di Como del 17 maggio 1426 risulta che, tra le principali magistrature del contado di Como da appaltare erano presenti gli uffici di capitano del lago, dei vicari di Menaggio e di Bellagio e di podestà di Gravedona (Santoro 1968, pag. 199).
A seguito del decreto del 31 luglio 1532 del duca Francesco II che concesse alle tre pievi superiori del lago la separazione dalla giurisdizione della città di Como, i compiti e le competenze del podestà, che era detto anche commissario, vennero confermate e ridefinite: in particolare egli doveva essere “… una persona che non solamente habbia a ministrar la giustitia in quelle pievi, ma anco habbia autorità et modo di tenere in timore il paese et purgarlo de’ tristi et facinorosi …”. Il podestà poteva, “… non essendo lui Dottore, … tenere uno Vicario Dottore per le cose della giustitia” (Separazione tre Pievi 1532).
Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 del comune di Dongo risulta che il podestà, o commissario, residente in Gravedona, era obbligato a tenere ogni mercoledì feriale, nella casa pretorile del borgo di Dongo, la banca civile per la trattazione della cause di tutta la pieve di Dongo (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3028).
ultima modifica: 10/12/2003
[ Domenico Quartieri ]
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