savi di provvisione sec. XIII - sec. XVII
Chiamati anche “consiglio di camera”, in origine costituivano il consiglio ristretto di esperti locali a disposizione del podestà (Cani e Monizza 1993, pag. 69 – Livia Fasola), come si desume anche dagli statuti di Como del 1335, che al capitolo XII del libro primo, assegnano al podestà “cum duodecim sapientibus civitatis Cumarum” il compito di esaminare tre volte all’anno “omnia banna malefitiorum et … libros bannorum”.
Dalla dominazione viscontea i savi divennero l’organo amministrativo ordinario del comune con il nome di “Consiglio minore dei dodici savi”. I suoi componenti venivano estratti a sorte tra i consiglieri maggiori, duravano in carica due mesi durante i quali erano deputati anche all’ufficio delle provvisioni. Anche il consiglio minore, come quello maggiore era presieduto e convocato dal podestà (Cani e Monizza 1993, pag. 92).
Con il passare del tempo e con la sempre maggiore importanza acquisita dal collegio dei dottori giureconsulti, i savi di provvisione persero progressivamente rilevanza nell’amministrazione cittadina (Cani e Monizza 1993, pag. 121).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Domenico Quartieri ]
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