parrocchia dei Santi Carpoforo e Brigida sec. XVI - [1989]
Parrocchia della diocesi di Como. Negli atti della visita pastorale compiuta dal vescovo Ninguarda alla fine del XVI secolo, San Carpoforo figurava parrocchia, inserita nella pieve di Zezio. A essa risultava annesso il monastero dei monaci eremitani di San Girolamo, ai quali era stata affidata la cura d'anime della parrocchia fin dal 1511; il numero dei parrocchiani era di 120 di cui 60 comunicati (Visita Ninguarda 1589-1593; Visita Ninguarda 1589-1593, note). La vicina piccola chiesa di Santa Brigida serviva come chiesa parrocchiale finché, con decreto 30 dicembre 1772 del vescovo Giambattista Mugiasca, il monastero, per mancanza del numero prescritto di monaci, fu soppresso e fu eretta in parrocchiale la chiesa di San Carpoforo, la cui cura, affidata al clero secolare, comprendeva tutte le dipendenze del soppresso monastero e i parrocchiani già dipendenti da Santa Brigida (La nuova chiesa di Camerlata).
Nel compendio delle croniche del clero della diocesi di Como risalente al 1619 la parrocchia di Santa Brigida figurava nella pieve di Zezio (Compendio delle croniche 1619). Nel 1651 la parrocchia di San Carpoforo "regolarium" compariva tra le parrocchie suburbane di Como (Ecclesiae collegiatae 1651).
Nel 1768, durante la visita del vescovo Giambattista Mugiasca nella città di Como, la chiesa parrocchiale di San Carpoforo risultava unita al monastero dei monaci di San Girolamo. Il numero dei parrocchiani era di 175. Entro i confini della parrocchia di San Carpoforo esistevano la chiesa di Santa Brigida e l'oratorio di Sant'Antonio di Padova in Camerlata (Visita Mugiasca, Città I).
Nello stato di tutte le chiese parrocchiali della città e diocesi di Como spedito dal vescovo Mugiasca al governo di Milano nel 1773, la parrocchia di San Carpoforo aveva redditi per lire 1450 (Nota parrocchie diocesi di Como, 1773). Nel 1781, secondo la nota specifica delle esenzioni prediali a favore delle parrocchie dello stato di Milano, il numero delle anime della parrocchia di San Carpoforo, conteggiato tra la Pasqua del 1779 e quella del 1780, era di 196 (Nota parrocchie Stato di Milano, 1781). Nel 1788 la parrocchia risultava compresa nei Corpi Santi della città di Como (Sistemazione parrocchie diocesi di Como, 1788).
Verso la fine del XVIII secolo la parrocchia di San Carpoforo, citata anche come vicaria, risultava compresa tra le parrocchie suburbane (Ecclesiae collegiatae 1794).
Secondo quanto si desume dal confronto con la "nuova divisione dei distretti compresi nel Regno d'Italia e spettanti alla diocesi di Como per le scuole normali" compilata nel 1816, la parrocchia di San Carpoforo risultava elencata tra le parrocchie della pieve di Zezio (Distrettuazione pievana diocesi di Como, 1816).
Nel 1893, anno della visita pastorale del vescovo Andrea Ferrari nella città di Como, la rendita netta del beneficio parrocchiale di San Carpoforo assommava a lire 789.06. Entro i confini della parrocchia di Camerlata esistevano gli oratori di Sant'Antonio di Padova, già di proprietà dei nobili Terzaghi, poi della famiglia Molteni; Santa Brigida, aperto saltuariamente al pubblico, già di patronato Giovio, poi appartenente alla famiglia Zucconi; San Vincenzo de' Paoli, a uso del brefotrofio provinciale. La giurisdizione della parrocchia si estendeva sulle frazioni di Camerlata, dove si trovavano i tre oratori, San Carpoforo, dove era sita la chiesa parrocchiale, Bigioggia e Belvedere. Nella chiesa parrocchiale erano erette la confraternita maschile del Santissimo Sacramento, istituita nel 1778, successivamente abolita e nuovamente eretta nel 1821; la compagnia maschile e femminile del Santissimo Rosario, istituita nel 1818. Il numero dei parrocchiani era di 1060. La parrocchia era di nomina regia (Visita Ferrari, Città di Como e Pieve di Zezio).
Nel 1903, anno della visita pastorale del vescovo Teodoro Valfré di Bonzo nella città di Como, i parrocchiani della chiesa prepositurale erano 1120, compresi gli abitanti delle frazioni di Camerlata, San Carpoforo, Biggieuggia, Belvedere. Nel territorio parrocchiale esistevano gli oratori di Santa Brigida, già di patronato Giovio, all'epoca appartenente alla famiglia Zuccani; Sant'Antonio di Padova, già di proprietà dei nobili Marzorati, poi dei marchesi Terzaghi, all'epoca della famiglia Molteni; San Vincenzo de' Paoli, eretto nel 1893 nel locale in cui si trovava il brefotrofio, trasferito nella parrocchia dal civico ospedale maggiore nel 1892. Nella chiesa parrocchiale erano erette la confraternita maschile del Santissimo Sacramento, istituita nel 1778 e rinnovata canonicamente il 22 aprile 1821; la confraternita maschile e femminile del Santissimo Rosario. La parrocchia era di nomina regia e risultava compresa tra le parrocchie suburbane (Visita Valfré di Bonzo, Città e Pieve di Zezio).
Dal 1938 la parrocchia dei Santi Carpoforo e Brigida di Camerlata è stata compresa nel vicariato occidentale di Como (decreto 1 gennaio 1938 I/1) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1938), fino al decreto 29 gennaio 1968, in seguito al quale fu assegnata alla zona pastorale II di Como sud e al vicariato di Como sud (decreto 29 gennaio 1968) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1968); con decreto 10 aprile 1984 è stata inclusa nel vicariato A di Como sud (decreto 10 aprile 1984) (Bollettino Ecclesiastico Ufficiale Diocesi di Como 1984).
ultima modifica: 03/03/2004
[ Marina Regina ]
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