comune di Bordolano sec. XIII - 1757
Sede di una fortezza, fu distrutto nel 1218 dai Milanesi in guerra contro i Cremonesi, mentre nel 1312 fu conquistato da Ugolino Cavalcabò, signore di Cremona (Grandi 1856-1858, ad vocem).
Nel 1451 Bordolano è menzionato tra la terre, le ville e i luoghi “que nunc obediunt civitati Cremone”, afferenti alla Porta Pertusio (Elenco comuni contado di Cremona, 1451). In età spagnola era infeudato al conte del Maino, nobile milanese, al quale si pagava il dazio dell’imbottato sul vino e sul fieno (Grandi 1856-1858, ad vocem; Bellardi 1996). Bordolano è citato tra i comuni del Contado di Cremona nel 1562 (Repertorio scritture contado di Cremona, sec. XVI-XVIII) ed elencato sempre tra i comuni del Contado nel 1634 (Oppizzone 1644). Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751 Bordolano era una comunità della provincia superiore del Contado cremonese, dato confermato anche dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento, datate 1751 (Compartimento Ducato di Milano, 1751; Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3054).
Dalle risposte ai 45 quesiti emerge che il comune era amministrato da un consiglio formato da 20 consiglieri e dal cancelliere che si riuniva in occasione della pubblicazione del riparto delle tasse e per qualunque bisogno del comune ed eleggeva tre deputati al governo ai quali era affidata l’amministrazione ordinaria della comunità. Il cancelliere residente in loco redigeva i libri delle imposte, delle tasse e le altre scritture, e le teneva sotto chiave in un armadio posto nella sacrestia della chiesa parrocchiale. Completava la struttura istituzionale della comunità il tesoriere, eletto ogni due anni nella pubblica piazza per pubblico incanto; egli aveva il compito di riscuotere i contributi spettanti a ciascuno, secondo quanto scritto nel registro delle imposte compilato dal cancelliere, che ripartiva tra gli abitanti l’importo della tassa pubblicata ogni anno a giugno nell’assemblea degli abitanti, riunita nella piazza alla presenza del podestà feudale e del suo luogo tenente
Alla metà del secolo XVIII la giurisdizione del comune era affidata sia al podestà di Cremona, sia al podestà del feudo, che si risiedeva a Cremona e si recava a Bordolano solo in occasione dell’elezione dei deputati e dell’imposizione delle tasse, mentre normalmente era sostituito da un luogotenente. Il console, tutore dell’ordine pubblico, prestava giuramento sia alla banca del podestà del feudo, sia alla banca criminale della provincia superiore della curia pretoria. All’epoca vi erano 486 anime (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3054).
ultima modifica: 13/10/2003
[ Valeria Leoni ]
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