comune di Isola Dovarese sec. XII - 1784
Nel 1190 il comune di Cremona accordò agli abitanti di Isola Dovarese alcuni privilegi (Menant 1993, p. 78). Feudo dei Dovara, nel 1415 passò sotto il dominio di Gianfrancesco Gonzaga per spontanea dedizione; con privilegio imperiale, datato 22 aprile 1478, Lodovico Gonzaga ottenne l’investitura e dopo la morte di costui rimase feudo di un ramo della famiglia. Nel 1451 Isola Dovarese è menzionato tra i luoghi del territorio cremonese, “tenuti” da Carlo Gonzaga (Elenco comuni contado di Cremona, 1451).
Quando, dopo il 1746 il ducato di Mantova divenne parte della Lombardia austriaca, Isola Dovarese fece parte del territorio mantovano, pur rimanendo legata alla diocesi di Cremona (Grandi 1856-1858, ad vocem; Spotti, pp. 33-34 ).
Dalle risposte ai 47 quesiti del Regio Ducale Magistrato Camerale di Mantova, redatte nel 1772, il territorio di Isola è così definito: “il territorio d’Isola è cinto a mattina, mezzogiorno e sera dalli confini cremonese ed a monte da quelli mantovani, cioè Canneto e Fontanella. Fa comune da sè non ha alcun colonnello aggregato, nè in tutto, nè in parte e non ha terreni ad esso appartenenti fuori della sua giurisdizione”. Per l’amministrazione del comune e il riparto delle imposte si riunivano tre organi consiliari, detti “comunità”.
La “comunità ordinaria rurale”, costituita da due privilegiati e da sei iscritti all’estimo rurale eletti “dal tribunale superiore competente pro tempore” aveva “la direzione degli affari comunali, unitamente al ragionato e cancelliere” e ogni due mesi nominava due deputati al governo, scegliendo uno dei “rurali” e uno dei “privilegiati”; avvalendosi dell’aiuto del ragionato, formava con i deputati i riparti delle tasse dette “rusiticali”. La “comunità privilegiata” era costituita dai due “privilegiati” prima nominati e si riuniva per ripartire la tassa detta “privilegiata”. Infine la “comunità straordinaria” era composta da tutti i “privilegiati” e dai sei iscritti all’estimo rurale prima nominati si congregava, quando dovevano essere ripartite imposte straordinarie.
Il comune nel suo insieme eleggeva generalmente ogni due anni il ragionato, il cancelliere, i sostituti alla ragioneria. Le operazioni relative alla riscossione delle tasse erano espletate da tre esattori nominati per pubblico incanto: l’esattore della “comunità ordinaria” detto massaro, l’esattore per la “comunità privilegiata” e quello per la “comunità straordinaria”.
Le tre “comunità” conservavano le loro scritture in un armadio e in banchi posti nella camera detta del consiglio, dove si facevano le pubbliche convocazioni, del palazzo detto pretorio; in un’altra stanza dello stesso palazzo, detta la camera ragionateria, erano custoditi i documenti contabili, quali “pagamenti de’ conti, filze de’ pagamenti, registro de’ mandati, dettagli de’ riparti di tasse, calmieri”. Le chiavi di questi depositi archivistici erano tenute dal cancelliere e dal ragionato. Sempre nel palazzo pretorio aveva sede anche “l’archivio pubblico ove si conservano tutti li rogiti antichi e dell’andante secolo”, curato da un notaio.
All’epoca della redazione dei 47 quesiti presso la comunità operava con poteri giurisdizionali il podestà (che era anche podestà di Ostiano), nominato dal governo centrale e coadiuvato da un luogotenente; risiedevano insieme ai “birri” nel palazzo pretorio. Nel 1772 la comunità contava 1526 anime (Risposte ai 47 quesiti, cart. 3076).
ultima modifica: 13/10/2003
[ Valeria Leoni ]
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