comune di Ostiano sec. XIV - 1784
Sede di un importante castello, tra il XIII e il XIV la comunità di Ostiano fu assoggettata dai Bresciani – nell’estimo viconteo del territorio bresciano del 1385 era insieme a Gottolengo capoluogo della quadra di Ostiano e Gottolengo (Valentini 1898)-, dai Mantovani, dai Cremonesi e passò quindi sotto la signoria di Pandolfo Malatesta; nel 1413 si diede infine ai Gonzaga sotto il cui dominio rimase fino alla fine del ’700
Come nelle altre comunità dello stato gonzaghesco anche in Ostiano venivano nominati gli ufficiali responsabili dell’amministrazione locale, cioè il massaro, i consoli e i campari. Il primo era responsabile dell’amministrazione dei beni comunali ed era direttamente controllato dal 1542 dalla ragioneria ducale; ogni anno doveva presentare i registri contabili per la verifica e il saldo dei debiti della comunità verso l’amministrazione ducale; i consoli erano rappresentanti della comunità di fronte all’ufficiale inviato dal duca, mentre i campari esercitavano funzioni di polizia campestre: questi non avevano subito con l’ingresso nel ducato alcuna limitazione alla loro attività, mentre i primi erano divenuti meri esecutori degli ordini impartiti dell’ufficiale inviato dal duca (Bascapè-Perogalli 1960; Mazzoldi 1961, p. 388).
Secondo la Nuova Pianta dei Tribunali e Giusdicenti della Città e Ducato di Mantova, allegata all’editto del 15 marzo 1750, fu stabilita una pretura di limitata giurisdizione, che poteva giudicare nel civile fino a 100 scudi, mentre per le cause penali dipendeva dal Capitano di Giustizia cittadino. Fu abolita con l’editto pubblicato in data 11 dicembre 1771 (Cuccia 1977).
Nelle risposte ai 47 quesiti del Regio Ducale Magistrato Camerale di Mantova redatte nel 1772 il territorio di Ostiano è così descritto: “sei miglia d’estensione ha il territorio di Ostiano, è circonscritta da Volongo Mantovano, da Gambara, Pralboino e Seniga terrre bresciane e dal Cremonese. Fa commune da se e non ha alcun terreno situato in diversa comunità che si possa dire appartenere al territorio medemo”. La comunità era amministrata da un consiglio di dodici persone che si riuniva fino al 1771 alla presenza del giudice locale e in seguito di un vicegerente. Il consiglio era responsabile dell’amministrazione di ogni reddito comunale e del riparto delle imposte. Il governo ordinario era affidato a un deputato che rimaneva in carica un mese, in modo tale che nel corso dell’anno tutti i dodici consiglieri potessero svolgere tale funzione. Alla fine di ogni biennio ciascun deputato nominava due persone; i 24 nominativi erano sottoposti all’esame del governo di Mantova che sceglieva tra essi i dodici consiglieri per il biennio successivo.
La comunità aveva un “pubblico archivio” in cui erano conservati gli atti notarili, custodito da un notaio e un altro deposito archivistico, per le scritture contabili e i catasti, curato dai ragionati. La redazione delle pubbliche scritture era affidata al cancelliere, mentre l’esattore si occupava della riscossione delle imposte. Nel 1772 la comunità contava 2550 anime. (Risposte ai 47 quesiti, cart. 3076).
ultima modifica: 05/01/2006
[ Valeria Leoni ]
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