comune di Robecco sec. XII - 1757
È probabile che nel 1185 fosse costituito da Cremona il borgo franco di Robecco (Menant 1993, p. 78). Nel 1451 Robecco è menzionato tra la terre, le ville e i luoghi “que nunc obediunt civitati Cremone”, afferenti alla Porta Pertusio (Elenco comuni contado di Cremona, 1451). Dal 1525 Robecco era infeudato alla famiglia Del Maino, che riscuoteva il dazio sull’imbottato del fieno e del vino, come risulta anche dalle risposte ai 45 quesiti alla real giunta del censimento redatte nel 1751(Bellardi 1996; Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3055).
Robecco è citato tra i comuni del Contado di Cremona nel 1562 (Repertorio scritture contado di Cremona, sec. XVI-XVIII) ed elencato sempre tra i comuni del Contado nel 1634 (Oppizzone 1644).
Nel “Compartimento territoriale specificante le cassine” del 1751 era una comunità della provincia inferiore del Contado cremonese, dato confermato anche dalle risposte ai 45 quesiti (Compartimento Ducato di Milano, 1751; Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3055).
Dalle risposte ai 45 quesiti emerge che il comune era in realtà diviso in tre comunelli: uno era il dominante, l’altro chiamato dei signori Roncadelli e consorti si staccò nel 1700, il terzo chiamato il comune dei padri conventuali di San Francesco di Cremona e consorti si divise dagli altri nel 1707.
Ciascun comunello si amministrava separatamente. In ogni comunello il consiglio generale, costituito dagli iscritti all’estimo rurale, si riuniva, alla presenza del podestà feudale che svolgeva le funzioni di assistente regio, all’inizio dell’anno per l’elezione degli ufficiali del comune e nel caso in cui dovessero essere discusse questioni di particolare importanza. In ogni comune venivano proposte in consiglio quattro persone “tra le più capaci” e tra di esse uno era eletto deputato e posto a capo del governo di ciascun comune, gli altri tre lo assistevano ed erano chiamati consiglieri. Ogni comunello nominava un proprio cancelliere, al quale affidava la redazione delle pubbliche scritture e che custodiva presso di sè i riparti delle tasse e gli ordini inviati dal Contado.
Ad un unico tesoriere, che serviva tutti e tre i comuni, erano affidate le operazioni relative alla riscossione delle imposte; egli si avvaleva della collaborazione di un esattore.
Alla metà del XVIII secolo i tre comunelli erano sottoposti alla giurisdizione del podestà feudale, residente a Cremona, che si recava a Robecco per amministrare la giustizia e per svolgere le funzioni di assistente regio ai consigli, e a quella del podestà di Cremona; i tre consoli, tutori dell’ordine pubblico, prestavano giuramento alla banca del feudo e alla banca criminale della provincia inferiore della curia pretoria.
All’epoca i tre comunelli contavano complessivamente 750 anime. (Risposte ai 45 quesiti, 1751; cart. 3055)
ultima modifica: 13/10/2003
[ Valeria Leoni ]
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