consoli sec. XII - sec. XIII
Delegati eletti da un generico popolo cremonese appaiono già nel 1118, quando il popolo cremonese, riunito nella curia del vescovo, elegge sette rappresentanti per investire i milites di Soncino del feudo della stessa Soncino, tuttavia solo in un atto del 1150 è citato il commune civitatis che agisce attraverso i consoli: i consoli, definiti nel documento consules et missi del comune di Cremona, ricevono infatti dal comune di Piacenza l’investitura della metà della corte di Castelnuovo Bocca d’Adda. Nonostante i consoli agiscano spesso per tutto il XII secolo in compresenza con il vescovo, nella seconda metà del XII secolo le concessioni molto ampie fatte alla città da Federico Barbarossa (1155: privilegio di battere moneta; 1162: libera elezione dei consoli) contribuiscono al raggiungimento di una maggiore autonomia nella definizione istituzionale del comune e delle competenze dei consoli che divengono destinatari ed esecutori degli ordini imperiali, mentre come delegati dei gruppi di potere che agiscono nella città compiono azioni politicamente rilevanti “a nome del comune”. All’anno 1182 data la nomina a capo del governo del comune cremonese del primo podestà forestiero. Regime consolare e regime podestarile si alternarono in Cremona fino al 1233, anno nel quale Federico II cominciò ad inviare in città con il titolo di podestà funzionari da lui nominati (Vallerani 1998; Vallerani 1998/1, pp. 230-232).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Valeria Leoni ]
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