ufficio delle vettovaglie 1450 - 1786

L’ufficio comunale delle Vettovaglie fu istituito nel 1450, quando Francesco Sforza autorizzò il comune di Cremona a creare un proprio ufficio delle Vettovaglie, che venne ad affiancarsi al già esistente ufficiale deputato alle vettovaglie che faceva parte della curia del podestà. L’ufficio fu quindi confermato a Cremona da Luigi XII, re di Francia, nel 1599 e da Francesco II Sforza nel 1522. L’ufficio era regolato secondo le norme ad esso relativo degli “Ordini al governo della città di Cremona”. Esso era costituito dal vicario di provvisione e da sei ufficiali con incarico annuale. Uno degli ufficiali tuttavia rimaneva in carica anche l’anno successivo per informare i nuovi eletti che erano estratti a sorte ogni anno nel consiglio generale tra i consiglieri stessi; il vicario di provvisione era estratto tra i dottori del Collegio dei giureconsulti presenti in consiglio. Essi si congregavano in una stanza a loro destinata con il loro notaio e trattavano gli affari concernenti all’ufficio, giudicavano coloro che avevano commesso reati per le materie di loro competenza. L’ufficio poteva essere esercitato da tutti, da alcuni di loro e da uno solo, come ritenuto opportuno tuttavia ad ogni atto d’ufficio doveva essere presente il notaio, che prendeva nota tra l’altro delle presenze di ciascun ufficiale in modo da poter calcolare con giustizia alla fine dell’anno gli emolumenti di ciascuno. La giurisdizione di questi funzionari si estendeva alla città e e al distretto e il loro operato era al termine del mandato sottoposto a sindacato. Le loro competenze, definiti da numerosi ordini emanati nel corso del XVI e XVII secolo, riguardavano il controllo della produzione e del commercio dei grani, del pane, del vino, della carne, del pesce, della cera, la pubblicazione dei calmieri relativi ad alcuni generi di largo consumo, il controllo di pesi, misure e marchi di fabbricazione, la regolazione del commercio del lino, del cuoio e del pellame e della cera. Nel 1593 il consiglio generale modificò le norme fissate nel 1576 e stabilì che gli ufficiali dovessero essere 24 invece di sei, che a turno ogni due mesi due di essi esercitassero l’ufficio assistiti dal notaio. La riforma approvata dal senato il 22 maggio 1593 dovette tuttavia essere abrogata in data imprecisata, dal momento che nei documenti si parla sempre di un vicario di provvisione e di sei ufficiali (Statuti 1578, pp. 308-309; Meroni 1951, pp. 41-42).
L’ufficio fu abolito nel 1786 in seguito all’istituzione della congregazione municipale.

ultima modifica: 19/01/2005

[ Valeria Leoni ]