ufficio degli argini e dugali 1568 - 1786
Istituito nel 1568, all’ufficio Argini e Dugali furono affidate le competenze, già proprie dell’Ufficio del Naviglio, di amministrazione e controllo sui corsi dei fiumi, sui dugali naturali e artificiali, sui canali di scolo che solcavano il basso contado cremonese, nonchè la cura e la manutenzione degli argini, in particolare dei fiumi Po ed Oglio. L’ufficio era composto da un commissario, e da sei prefetti del ceto nobile, eletti dal consiglio ogni due anni, coadiuvati da un cancelliere, eletto tra i notai collegiati della città. Almeno due dei prefetti dovevano possedere terre nel basso contado. Ogni anno nei mesi di marzo o aprile e settembre il commissario unitamente a due prefetti era tenuto ad ispezionare gli argini dei fiumi e dei canali di scolo per accertare che i dugali fossero spurgati secondo le disposizioni e che non si commettessero abusi di sorta; mentre due volte all’anno due prefetti eletti di volta in volta dalla congregazione, costituita dai prefetti e dal commissario, visitavano i cavi di Robecco e Grumone.
La manutenzione delle chiuse dei canali era affidata ai così detti custodi delle chiaviche o campari, nominati ogni due anni dai prefetti e dal commissario, che avevano anche la possibilità, secondo le necessità dell’ufficio, di nominare uno o più architetti o ingegneri.
I prefetti provvedevano annualmente il denaro necessario al funzionamento dell’ufficio e alla manutenzione degli argine e dei dugali, imponendo, d’intesa con il consiglio generale, una tassa, resa nota attraverso la pubblicazione di gride emesse dal prefetto e dal commissario, a carico dei soli beneficiari di tali opere, mentre gli oneri relativi alla manutenzione ordinaria e i compensi spettanti alle guardie di vedetta, assunte in tempo di piena, erano a carico di tutti gli utenti delle acque dei canali, in forza delle antiche disposizioni statutarie in materia. Il commissario e i deputati giudicavano i contravventori delle leggi sulle acque con sentenza inappellabile. Dalla metà del XVI secolo risulta nominato il ragionato, responsabile dall’attività contabile dell’Ufficio (Bellabarba 1986; Pizzocaro 1994; Leoni 1999/1).
La struttura istituizionale dell’ufficio rimase pressochè invariata fino alla metà del Settecento, quando venne anch’essa coinvolta dalle riforme istituzionali teresiane e giuseppine. Dal 1763 per ordine del plenipotenziario Carlo di Firmian alle congregazioni del commissario e dei prefetti intervenne il regio delegato per il censo, affiancato dal 1778 dal regio prodelegato e sostituito infine dal 1785 dal viceintendente per il censo. Nel 1767 il Firmian elaborò un primo piano di riforma dell’Ufficio, con lo scopo di adeguare il metodo di riparto dei contributi da esso imposti al “nuovo Censo”. L’autonomia dell’ufficio, già limitata dall’intervento alle congregazioni dei regi delegati, venne definitivamente durante il periodo giuseppino. Per un breve periodo, tra i mesi di agosto e dicembre 1782, l’ufficio fu provvisoriamente aggregato su proposta del plenipotenziario Wilczeck alla congregazione dei prefetti al governo della città e provinicia, o congregazione del patrimonio. Con editto 3 novembre 1783 l’ufficio riacquistò l’esercizio delle sue funzioni. Il progetto del plenipotenziario trovò tuttavia definitiva attuazione pochi anni più tardi, quando con editto 26 settembre 1786 c fu istituita la congregazione municipale e le attività svolte fino a quel momento dall’ufficio divennero di competenza di due dei dipartimenti nei quali la congregazione era articolata (Leoni 1999/1).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Valeria Leoni ]
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