tesoriere sec. XIV - 1797
L’ufficio di tesoriere era assegnato per pubblico incanto. Dopo l’istituzione dell’ufficio del Patrimonio, avvenuta nel 1576, il tesoriere doveva rendere conto ai conservatori del Patrimonio. Interveniva agli incanti dei dazi comunali che erano assegnati dai Patrimoniali. Dopo l’elezione del tesoriere veniva pubblicata una grida con la quale si ingiungeva agli appaltatori dei dazi comunali di effettuare i versamenti nelle mani del tesoriere che poteva procedere per via di sequestro in caso di insolvenza dei debitori; era responsabile in solidum dei danni arrecati al comune dai ritardi nella riscossione, che venivano a lui imputati. I versamenti alla tesoreria e i pagamenti da parte del tesoriere si facevano attraverso bollette cotrofirmate dai conservatori del Patrimonio. Il tesoriere teneva un registro di cassa sul quale figuravano tutte le partite attive e passive. La registrazione dei conti doveva essere chiara e doveva essere effettuata con le modalità prescritte dall’ufficio del Patrimonio, al quale spettava anche la revisione annuale dei conti stessi. Dal 1500 percepiva un salario annuale oltre ai diritti sia sulle ricevute rilasciate per i versamenti effettuati in tesoreria, sia su ogni esborso che faceva. Dal 1544 in poi fu obbligato a recarsi periodicamente a Milano per versare al Fisco l’importo del mensuale, compito per il quale riceveva uno scudo al mese (Meroni 1951, pp. 34-35).
ultima modifica: 19/01/2005
[ Valeria Leoni ]
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